Di Giuseppe Rigotti
Più i saggi invocano soluzioni, più si ingolfano le componenti (di ascolto) per una maggioranza inservibile e persa. Abbiamo ripetuto durante la fase fallimentare della coda per le consultazioni: ma “l’arco che accompagna le sue frecce” sta per essere disfatto.
Tuttavia, postutto con il durevole (finché è durato) la telecamera passa agilmente alla figura di Mario Draghi, la cui partita assume un vantaggio di sistema economico non maldestro. L’ex governatore della BCE ha la stoffa per coordinare quel termometro istituzionale e riportare l’equilibrio a Palazzo Chigi?
Non è scontato il profilo.
Codesto è il vero contabile dell’establishment Eurozona pronto ad afferrare i fronzoli dell’economia nella maniera più palpabile. In questo momento così delicato per il paese arriva una boccata d’ossigeno e di interesse cui segue l’atto fedele di un “giuramento” chiamato a rito iniziatico nelle prossime ore. Intanto il martellatore Renzi invita alla sobrietà per una tonda base politica che si verifichi in attitudine partecipativa e mai ingombrante -fa sapere-
Si andrà avanti mettendo in piedi meccanismi a macchia di leopardo affinché si profilino le azzeccate condizioni per eleggere le cariche all’interno dei ministeri e togliere fulmineamente certi fastidi; nessuna stretta possibile per ciò che riguarda un vecchio rimpasto.
Abolito il Conte Ter gli ex co-autori del filodramma sono calati a divenire degli sbandati per la fumosità che li circonda. Dal terreno non lontano invece, il centrodestra si allenta prima di respingere fragorosamente le abbordate della sinistra-Cinque stelle.
Ciascuno porta il proprio ingegno al mercato. Nella scena il Costruttore si chiama Mario Draghi e agli occhi del Presidente Mattarella, il suo curriculum scalda quanto la luce del sole.
Redazione