Nel 2025, il mercato dell’oro continua ad essere dominato dalla Cina, con i consumatori e gli investitori del Paese che stanno acquistando il prezioso metallo a un ritmo senza precedenti. Questo
Diverse sono le ragioni alla base di questa corsa all’oro made in China. In primo luogo, permane un diffuso senso di sfiducia tra gli investitori cinesi nei confronti dei tradizionali canali di investimento, come il mercato immobiliare e azionario domestico. La crisi prolungata del settore immobiliare e la volatilità dei listini borsistici hanno infatti minato la fiducia dei risparmiatori, spingendoli a rifugiarsi nell’oro, considerato un bene rifugio per eccellenza.
In parallelo, la Banca Centrale cinese ha intensificato in maniera significativa i suoi sforzi per diversificare le riserve valutarie, riducendo progressivamente gli investimenti in titoli del debito statunitense e aumentando in modo sostanziale le proprie riserve auree. Questo processo di de-dollarizzazione delle disponibilità finanziarie cinesi è strettamente legato al secondo importante fattore in gioco: il progetto di una nuova moneta digitale di Stato, nota come “Digital Yuan”.
Pechino sta infatti lavorando alacremente allo sviluppo di questa innovativa valuta virtuale, che mira a ridurre la dipendenza della Cina dal sistema finanziario globale attualmente dominato dal dollaro americano. La creazione di questa nuova moneta digitale, che dovrebbe essere lanciata nel prossimo futuro, rappresenta un tassello fondamentale nella strategia di Pechino volta a rafforzare il ruolo internazionale della propria valuta e a diversificare le proprie leve di politica economica.
Pertanto, la combinazione di fattori quali la sfiducia degli investitori cinesi nei mercati tradizionali, gli sforzi della Banca Centrale per de-dollarizzare le riserve e il progetto della nuova moneta digitale, sta alimentando una vera e propria corsa all’oro senza precedenti in Cina. Questo fenomeno sta avendo un impatto dirompente sul prezzo globale del metallo prezioso, confermando il ruolo sempre più centrale della Cina nell’economia mondiale.