La morte di Sabrina Nardella impone una riflessione urgente: la sicurezza del paziente non si gioca solo in sala operatoria, ma comincia molto prima, nella comunicazione.
È questo l’appello lanciato da ASSOMEDICOM – Associazione Italiana Medici e Comunicatori, nata per promuovere una comunicazione sanitaria etica, trasparente e deontologicamente corretta.
Dopo la tragedia di Caserta, la cui vittima ricordiamo essere una donna di 38 anni, Sabrina Nardella, morta dopo un intervento di chirurgia estetica effettuato all’interno di una clinica privata. Uno degli aspetti che emergono è che spesso i pazienti si affidano ad una clinica privata, consci del fatto che le liste d’attesa per il servizio pubblico spesso sono infinite, tali da tenerli appesi in tempi di attesa biblici. Sovente accade però, che ciò che succede nel privato, resta un fatto di cronaca privato che a volte rischia di rimanere all’oscuro. Non è stato così, per fortuna, per quanto concerne il caso di Sabrina Nardella, per cui la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha avviato le indagini su cui è stata disposta l’autopsia, con i carabinieri della Compagnia di Caserta, per chiarire le cause del decesso.
“Non basta che un medico sia qualificato: deve anche saper comunicare in modo responsabile”, sottolinea Giancarlo Loiacono Bellavitis, Presidente di ASSOMEDICOM ed esperto di comunicazione medico-estetica. “Troppi pazienti si affidano a post sponsorizzati, testimonial improvvisati e promozioni aggressive. È inaccettabile che si possa promuovere un intervento chirurgico come se si vendesse uno shampoo. La salute non è un trend da inseguire.”
In effetti, ciò che suona sconcertante alla luce di fatti di cronaca così gravi, è anche la leggerezza con cui il paziente si presta a tali operazioni chirurgiche, senza magari accertarsi in prima battuta di avere a che fare con del personale veramente competente. Che si parli di chirurgia estetica approfondita o di pratiche più semplici volte ad un lieve ritocco, l’appello lanciato da Giancarlo Loiacono Bellavitis è indirettamente rivolto anche ai pazienti, affinché selezionino con cura il proprio medico e affinché scelgano di sottoporsi ad interventi chirurgici con professionisti del settore e, per fare ciò, bisognerebbe far leva su una corretta comunicazione, che non proponga modelli sbagliati e che la prestazione non passi sui social media come la vendita di un qualsiasi prodotto, così da non mettere a rischio la salute dell’individuo.
A tal proposito, ASSOMEDICOM propone l’adozione di una normativa nazionale sulla comunicazione sanitaria in medicina estetica, ispirata ai modelli già in vigore in Francia e Norvegia, che vietano l’uso di immagini ritoccate da influencer e impongono maggiore trasparenza nella pubblicità.
“L’Italia – afferma Loiacono – è pronta per una riforma che tuteli i pazienti anche fuori dalla sala operatoria. Chiediamo l’apertura di un tavolo con Ministero della Salute, Ordini dei Medici e società scientifiche per definire una linea guida unitaria. ASSOMEDICOM è pronta a fare da garante e mettere a disposizione competenze, dati e strumenti concreti.”
Non si tratta solo di lanciare l’allarme. ASSOMEDICOM ha già avviato progetti strutturati per una comunicazione etica e responsabile nell’ambito della medicina-estetica, come Corsi di formazione per medici dedicati alla normativa vigente sulla pubblicità sanitaria, per costruire un messaggio chiaro, legittimo e rispettoso della dignità del paziente; un Osservatorio permanente sulla comunicazione estetica, per monitorare i contenuti online, segnalare pratiche scorrette e premiare i comportamenti virtuosi e, infine, iniziative culturali e campagne educative, rivolte ai professionisti e al grande pubblico, per promuovere un’informazione basata sull’evidenza scientifica e sul rispetto del paziente.
“La tragedia di Caserta non deve restare solo un fatto di cronaca. Deve diventare il punto di partenza per un cambiamento strutturale nella cultura della comunicazione sanitaria. La tutela del paziente comincia anche dalla qualità e onestà dell’informazione a cui è esposto.” conclude Loiacono.