Il monoteismo, in quanto fondamento delle religioni abramitiche, ha plasmato la cultura e la società nel corso dei secoli, tuttavia, la sua interpretazione più rigorosa presenta sfide significative. Ebraismo, islam e cristianesimo protestante condividono l’assenza di intermediari – santi, angeli, o maestri – che possano facilitare la relazione tra l’essere umano e il divino. Questo aspetto, sebbene possa apparire come una ricerca di purezza e coerenza teologica, solleva interrogativi cruciali riguardo al vuoto valoriale che può generare e al pericolo di riempirlo con dottrine estremiste.
La Perdita di Connessione con il Cosmo e il Vuoto Valoriale
La concezione di un Dio assoluto, privo di intermediari, comporta una perdita di connessione con il divino in una forma che trascende l’umano. In questo contesto, Dio si trasforma in un’entità distante, un demiurgo che opera in un universo limitato. Tale visione può portare a un senso di isolamento spirituale, creando un vuoto valoriale che gli individui cercano di riempire. Questo riempimento può manifestarsi in modi pericolosi, poiché le persone, in cerca di significato e identità, si rivolgono a dottrine rigide e manichee che offrono risposte semplicistiche a questioni complesse.
Fanatismo, Estremismo e il Rischio di Identificazione Falsa
L’assenza di figure di intercessione, che possano offrire una guida e una mediazione, favorisce un ambiente in cui l’identificazione con una particolare visione del divino diventa assoluta. Questa identificazione falsa può sfociare in fanatismo ed estremismo, poiché gli individui si convincono di detenere la verità suprema. La chiusura mentale e l’intolleranza nei confronti di diverse prospettive possono portare a conflitti interni e esterni, minacciando la coesione sociale e il dialogo interculturale.
Fenomeni Contemporanei e Riempimento del Vuoto
Oggi, assistiamo a un prevalere di dottrine rigide e settarie che riempiono il vuoto valoriale in contesti come il sionismo in Israele, il fondamentalismo islamico e le visioni calviniste ed evangeliche negli Stati Uniti e in Svizzera. Questi movimenti, spesso caratterizzati da una forte autoesaltazione e una narrazione manichea, non solo possono generare divisioni interne, ma anche innescare tensioni con il mondo esterno. La loro capacità di attrarre seguaci è spesso legata alla promessa di identità e significato in un’epoca di crisi, evidenziando il rischio di una deriva verso ideologie estremiste.
Il Ruolo del Cattolicesimo e dell’Ortodossia come Cura
In questo contesto, il cattolicesimo e l’ortodossia possono emergere come antidoti a queste problematiche. Entrambe le tradizioni abbracciano una visione del divino che include intermediari — che siano santi, angeli o la figura della Madonna — promuovendo una spiritualità che riconosce la complessità della relazione tra l’uomo e Dio. Questi elementi di intercessione non solo arricchiscono l’esperienza spirituale, ma offrono anche un senso di comunità e di appartenenza, contribuendo a colmare il vuoto valoriale.
Inoltre, il cattolicesimo e l’ortodossia incoraggiano un approccio alla fede che è profondamente incarnato nella tradizione e nella ritualità, favorendo una connessione con il sacro che va oltre la mera adesione a dogmi. Questi aspetti possono aiutare a contrastare l’isolamento e la rigidità che caratterizzano le versioni più estreme del monoteismo, offrendo invece una visione più inclusiva e complessa della spiritualità.
In definitiva, la ricchezza delle tradizioni cattolica e ortodossa può rappresentare una via di fuga da un vuoto valoriale che, se non affrontato, rischia di alimentare il fanatismo e l’estremismo, promuovendo invece una cultura di dialogo, rispetto e comprensione reciproca.