Articolo redatto da Giuseppe Visca, inviato speciale a Santo Dmingo, già Senatore della Repubblica
La presenza italiana nella Repubblica Dominicana e’ una pagina poco raccontata ma ricca di passione, di impegno di identità. Dalle prime vele genovesi del XIX secolo ai ristoranti italiani sul lungomare di Boca Chica, Punta Cana, il legame tra Italia e Repubblica Dominicana e’ diventato negli anni una storia viva, fatta di persone, di cultura e di valori condivisi.
Nei fatti storici compiuti da molti italiani, uno dei piu’ significativi e’ stato nel 1844, quando Juan Bautista Cambiaso, marinaio genovese, approda a Santo Domingo e diventa uno dei protagonisti della guerra di indipendenza, E’ lui a fondare la Marina de Guerra Dominicana, e a essere ricordato come Padre della Patria. La sua figura simbolizza il contributo italiano alle fondamenta della nazione dominicana, un contributo che unisce coraggio, disciplina e spirito di servizio.
Ma l’impronta italiana non si fermò qui: nel corso della storia nazionale, tre presidenti della Repubblica Dominicana ebbero origini Italiane. Francisco Gregorio Billini (1884-1885), scrittore, patriota e uomo politico di grande onesta’, discendeva da una famiglia italiana stabilitasi sull’Isola nel XVIII secolo. Alejandro Woss y Gil (1885-1887 e 1903), anch’egli di sangue italiano da parte paterna (figlio di padre Italiano-tedesco), fu militare e statista, e ricopri’ piu’ volte la massima carica dello stato.Juan Bautista Vicini Burgos fu Presidente provvisorio della Repubblica Dominicana dal 1022 al 1924. Era figlio di un imprenditore ligure, esempio di successo e integrazione italiana nel tessuto dominicano. La loro presenza alla guida del paese dimostra come gli italiani non solo si sono integrati nella società dominicana, ma abbiano contribuito in modo diretto alla sua evoluzione politica e culturale.
Dopo questi illustri personaggi, molti altri italiani , artigiani, commercianti e tecnici, arrivarono sull’Isola portando con sé il gusto del lavoro ben fatto e la tradizione della famiglia unita. Negli anni 60 e 70, gli italiani approdarono di nuovo sull’Isola, questa volta come imprenditori e tecnici. Alcuni si dedicarono all’edilizia, altri al commercio, ma la vera rivoluzione arrivo’ con il turismo. In località come Boca Chica, Bayahibe, Las Terrenas, Punta Cana , Puerto Plata, nacquero alberghi, pizzerie, gelaterie e ristoranti italiani che che divennero simbolo di accoglienza. Gli italiani portarono nel cuore dei Caraibi la tradizione gastronomica mediterranea, fatta di sapori genuini e calore umano. Oggi la comunità’ italiana conta migliaia di residenti e si riconosce in istituzioni come il COMITES di Santo Domingo e nel Consolato d’Italia, punti di riferimento per la tutela dei diritti, l’assistenza e la promozione culturale, Accanto a queste istituzioni opera una struttura storica di grande valore simbolico: la Casa D’Italia. Fondata per offrire un punto di incontro e sostegno alla collettività italiana sull’Isola. Al suo interno si sono svolte iniziative culturali, celebrazioni nazionali, corsi di lingua, mostre conferenze e attivita’ di solidarieta’.
La presenza italiana e’ oggi un ponte culturale ed economico tra Roma e Santo Domingo, che favorisce lo sviluppo del paese con attività turistiche, commerciali, artigianali e culturali. Molti italiani residenti da decenni si sentono oggi “italo-dominicani” , questa fusione ha generato un modo di vivere un po’ mediterraneo e un po’ caraibico. e fa sentire noi italiani un sincero orgoglio, perche’ e’ la testimonianza di come una comunita’, anche lontana dalla patria. possa mantenere vivi i propri valori e trasformarli in un dono per gli altri. Nel cuore dei Caraibi, l’Italia non e’ solo un ricordo: e’ una presenza viva, una bandiera che sventola tra il mare e il cielo, simbolo di lavoro, amicizia e cultura.



















