L’esercito si corregge dopo l’annuncio dell’attacco di terra: l’errore è dovuto a problemi di comunicazione interna e le truppe non sono effettivamente penetrate nella striscia di Gaza.
Nel frattempo però continua l’attacco con forze aeree e aerei, elicotteri, altri velivoli e insieme tank e diverse batterie di artiglieria.
“Ho detto che avremmo fatto pagare un prezzo molto alto ad Hamas. Lo facciamo e continueremo a farlo con grande intensità. L’ultima parola non è stata detta e questa operazione proseguirà per tutto il tempo necessario”. Così il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un messaggio pubblicato su Twitter.
Nel corso della giornata Israele aveva ammassato le truppe al confine con Gaza e richiamato altri riservisti: i piani per un ingresso via terra nella Striscia, aveva fatto sapere l’esercito, “sono pronti”. La guerra con Hamas – mentre continuano i raid e il lancio di razzi su Tel Aviv e vicino agli aeroporti israeliani – rischia così di scivolare in uno scontro diretto sul campo e stasera si aggrava di un altro dramma: un’intera famiglia, compresi quattro bambini e la madre incinta, è rimasta uccisa in un pesante bombardamento a nord di Gaza.
Al quarto giorno di conflitto, secondo il ministero della Sanità di Gaza, il bilancio è di 103 morti (compresi 27 bambini e 11 donne), con oltre 500 feriti. Le chance di un cessate il fuoco imminente sono insperate.
La comunità internazionale, malgrado gli appelli alla de-escalation e qualche timido tentativo di mediazione, sembra assistere impotente.
Francesca Ruggiero
(fonti:Ansa/Adnkronos)