Nella giornata di oggi sabato 30 novembre, l’esercito israeliano ha annunciato di avere ucciso un militante che avrebbe partecipato agli attacchi di Hamas contro Israele, del 7/X.
Secondo le autorità israeliane, l’uomo lavorava per l’organizzazione statunitense World Central Kitchen nella Striscia di Gaza.
La notizia è stata confermata dall’agenzia di stampa ufficiale palestinese WAFA, che ha riferito dell’uccisione di tre dipendenti di World Central Kitchen a seguito di un attacco israeliano contro un veicolo civile a Khan Yunis, nel sud della Striscia. L’esercito israeliano – tuttavia – non ha fornito prove a sostegno delle sue affermazioni; non sono giunti commenti ufficiali nè da Hamas, nè da World Central Kitchen in merito alle dichiarazioni israeliane. Fonti mediche locali riferiscono che cinque persone sono rimaste uccise nel bombardamento che ha colpito il veicolo a Khan Yunis. Successivamente, nella stessa zona, un altro attacco aereo israeliano ha causato almeno nove vittime, colpendo un’automobile vicino a una folla che stava ricevendo aiuti alimentari. Secondo i medici, il veicolo era utilizzato da personale addetto alla supervisione delle distribuzioni di aiuti.
L’esercito israeliano ha respinto nuovamente le accuse di colpire deliberatamente i civili, rimbalzando su Hamas la responsabilità dell’accaduto, il quale – a suo parere – userebbe la popolazione come scudo umano – accuse negate a sua volta dal gruppo.
Nella notte tra venerdì e sabato, almeno trentadue palestinesi sono stati uccisi in raid israeliani, secondo fonti mediche di Gaza; tra questi, almeno sette persone avrebbero perso la vita a seguito del bombardamento di un’abitazione nel centro di Gaza City, come confermato dalla Protezione Civile di Gaza e dell’agenzia WAFA.
Nel frattempo, i leader di Hamas sono attesi al Cairo per i colloqui con funzionari egiziani volti a negoziare un possibile cessate il fuoco. L’incontro arriva pochi giorni dopo l’accordo per il cessate il fuoco in Libano tra Israele e Hezbollah, e in seguito all’annuncio degli Stati Uniti di voler rilanciare gli sforzi diplomatici con Qatar, Egitto e Turchia per una tregua a Gaza.
Secondo fonti interne a Hamas, la delegazione discuterà con le autorità egiziane una proposta che prevede la liberazione di ostaggi israeliani in cambio del rilascio di prigionieri palestinesi. Tuttavia, i progressi nei negoziati sono stati finora limitati.
Israele ha ribadito ancora una volta che l’obiettivo del conflitto resta l’eliminazione fisica di Hamas, mentre il gruppo palestinese cerca un accordo per porre fine alle ostilità.
Dagli eventi del 7/X – causa scatenante dell’attuale conflitto – oltre 44000 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza, secondo i dati della sanità locale. Circa la totalità della popolazione del territorio è stata sfollata almeno una volta, mentre vaste aree di Gaza sono ridotte in macerie.
L’attacco iniziale di Hamas, che coinvolse miliziani che penetrarono nel sud di Israele, causò la morte di circa milleduecento persone e il rapimento di oltre duecentocinquanta ostaggi.
F.B.