Il primo ad annunciare l’arresto delle ostilità è stato Donald Trump. Con un post sulla piattaforma Truth pubblicato nel primo pomeriggio, ha così dichiarato: “Dopo una lunga notte di negoziati mediati dagli Stati Uniti, sono lieto di annunciare che India e Pakistan hanno concordato un CESSATE IL FUOCO TOTALE E IMMEDIATO. Congratulazioni a entrambi i Paesi per aver fatto uso del buonsenso e di grande intelligenza.”
Subito dopo le parole dell’ex Presidente degli Stati Uniti, il Segretario di Stato Marco Rubio ha chiarito tramite un post su X di aver partecipato attivamente, insieme al Vicepresidente JD Vance, ai colloqui con i primi ministri dei due Paesi, l’indiano Narendra Modi e il pachistano Shehbaz Sharif, finalizzati all’arresto delle ostilità.
A seguito del dialogo diplomatico — a cui hanno preso parte anche i capi delle forze armate e i ministri degli Esteri delle due potenze nucleari in contrasto — è stato concordato un cessate il fuoco a partire dalle ore 17:00 e l’avvio di negoziati diretti su una vasta gamma di questioni in sito neutrale.
Nel corso del pomeriggio, i ministri degli Esteri dei due Paesi hanno confermato il cessate il fuoco, seppure con sfumature differenti: il pachistano Ishaq Dar ha rivendicato la lotta per la sicurezza e la pace che il Pakistan avrebbe sempre perseguito, mentre l’indiano Subrahmanyam Jaishankar ha ribadito la volontà della nazione di continuare a combattere il terrorismo, nonostante lo stop alle operazioni militari.
Intanto, nelle ultime ore, il Pakistan ha riaperto lo spazio aereo a tutti i tipi di voli.
Tuttavia, a poche ore dall’intesa, la tregua appare già minacciata. Questa sera sono state udite esplosioni in tutta la città di Srinagar, nel Kashmir indiano, come ha dichiarato su X Omar Abdullah, primo ministro del territorio federale di Jammu e Kashmir. Secondo una fonte del governo di Delhi, che ha parlato con l’Afp, Islamabad avrebbe violato l’accordo di cessate il fuoco.