Tra i duecento e i duecentocinquanta attivisti israeliani hanno raggiunto stamani il confine della Striscia di Gaza per cercare “di rompere l’assedio, porre fine al genocidio e alla pulizia etnica, in solidarietà con l’azione della Global Sumud Flotilla”, la flotta di decine di imbarcazioni in viaggio verso le coste della Striscia con a bordo aiuti umanitari.
L’iniziativa è stata organizzata dal Radical Bloc, un collettivo di sinistra nato tra Giaffa e Tel Aviv dopo il 7 ottobre 2023. Da allora, gli attivisti israeliani del Blocco organizzano regolarmente manifestazioni di protesta contro le politiche del governo sionista del primo ministro Benjamin Netanyahu, accusandolo di crimini di guerra e contro l’umanità.
“Quattro persone sono già state arrestate”, riferisce uno degli attivisti, in un video condiviso sui profili dell’organizzazione in cui mostra le persone in marcia con bandiere e tamburi, “ma la polizia non è stata in grado di fermare la nostra marcia”. Tra i cartelli che i manifestanti hanno esposto, si legge “Stop all’olocausto a Gaza”, “Fermiamo il terrorismo sionista”, “Stop al genocidio”, “Liberiamo il ghetto di Gaza, Palestina libera”.
PROSEGUE L’AVANZATA ISRAELIANA A GAZA CITY
A Gaza City intanto prosegue l’avanzata dei carri armati israeliani, accompagnati da caccia e droni, nell’ambito dell’operazione di conquista della principale città dell’enclave palestinese. Le organizzazioni umanitarie denunciano che i residenti – oltre un milione di persone – sono da giorni costretti a sfollamenti forzati verso le zone costiere, a fronte di mancanza di cibo e alloggi sicuri; solo il 10% della Striscia sarebbe ormai zona non militare. La conta delle vittime prosegue – già 21 dall’alba di oggi – anche tra i pazienti degli ospedali costretti a lasciare la città.
Tra questi, l’associazione Islamic Relief sostiene che ci siano anche bambini e adulti ricoverati per malnutrizione così severa da dover essere spostati in barella o sedia a rotelle.
Sul piano internazionale, c’era atteza per il Consiglio di sicurezza: a New York, nella serata di ieri, gli Stati Uniti hanno nuovamente posto il veto su una risoluzione che invocava il cessate il fuoco immediato a Gaza, ribadendo con particolare forza l’aggravarsi della situazione umanitaria per la popolazione.



















