E’ terminato “ufficialmente” l’abbordaggio delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla cominciato nella serata di ieri, quando la flotta era ormai a circa 70 miglia da Gaza. O almeno così dice il Ministero degli Esteri di Israele. C’è un po’ di mistero attorno alla barca Mikeno, l’unica della Global Freedom Flotilla che – a guardare il tracker – avrebbe rotto il blocco israeliano sulle acque palestinesi e si sarebbe fermata a poche miglia, circa 5, dalla costa. Al momento però, non si hanno notizie della posizione effettiva, né delle condizioni dell’equipaggio.
Probabilmente è stata intercettata dalle forze israeliane come tutte le altre. Restano in viaggio la Marinette, anch’essa a poche miglia da Gaza, e le due che offrono supporto legale, Shireen e Summertime Jong, che tuttavia sono invece rimaste a oltre 200 miglia di distanza, per fornire assistenza ai membri dei diversi equipaggi.
I circa 400 attivisti e partecipanti alla spedizione, fra cui 40 persone italiane, sono state trasportati al porto di Ashdod dalla Marina israeliana. E secondo la denuncia di alcune associazioni sarebbe anche già cominciate le udienze per la detenzione e l’espulsione, senza l’ausilio dei legali.
ORE 15:20 – COMINCIANO LE UDIENZE, SENZA AVVOCATI
Le autorità israeliane avrebbero iniziato al porto di Ashdod le udienze a carico degli oltre 440 attivisti della Global Sumud Flotilla, senza avvocati e senza consulenti legali. Si tratta delle persone fermate in mare e portate in Israele tramite navi della Marina militare. Lo riferisce il Centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele – Adalah, attraverso una nota.

















