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Russia, il piano fino al 2028: migliaia di tank, il messaggio per la Nato

Per l'Institute for the study of war, "la Russia intende rappresentare una minaccia militare a lungo termine per la Nato

Robert Von Sachsen Bellony by Robert Von Sachsen Bellony
13 Ottobre 2025
in Esteri
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Russia, il piano fino al 2028: migliaia di tank, il messaggio per la Nato
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ADN KRONOS/

La Russia ha già programmato la ‘rinascita’ del suo esercito, in particolare con un incremento nella produzione di tank, e dopo la guerra in Ucraina potrà rappresentare sin da subito una potenziale minaccia per la Nato. Le industrie lavorano per produrre carri e ricreare le scorte dopo le enormi perdite accusate nella guerra in Ucraina. Mosca si concentra in particolare sull’incremento della produzione T-90. Per l’Institute for the study of war, il think tank americano che monitora il conflitto in Ucraina dall’inizio, si tratta di un segnale chiaro: “La Russia intende rappresentare una minaccia militare a lungo termine per la Nato”.

Il piano di Mosca

A definire il quadro contribuiscono le informazioni e i dati diffusi da Frontelligence Insight, una fonte di intelligence open source. Sulla base di documenti di Uralvagonzavod (UVZ), principale produttore russo di tank, si evidenzia che l‘obiettivo di Mosca è aumentare la produzione di T-90 dell’80% entro il 2028 e lanciare la produzione del nuovo mezzo T-90M2. I documenti, visionati da ISW ma non verificati dal think tank, fanno riferimento in particolare ad un incremento della produzione a partire dal 2027.

L’obiettivo è arrivare a sfornare 428 tank T-90M and T-90M2 nel 2028. Tra il 2027 e il 2029, in totale dovrebbero uscire dalle fabbriche almeno 1.118 mezzi. Per centrare il traguardo, i ritmi di produzione dovrebbero cambiare radicalmente. Secondo le informazioni diffuse dai blogger militari russi, dal 24 febbraio 2022 a luglio 2025 la Russia ha prodotto in totale tra 540 e 630 carri.

Gli obiettivi relativi ai T-90 potrebbero rivelarsi eccessivamente ambiziosi. I piani, però, indicano comunque che la Russia cerca di riarmarsi e sta creando le condizioni per rappresentare una significativa minaccia militare a lungo termine per la NATO ben oltre la fine dell’attuale guerra in Ucraina. I programmi relativi ai tank comprendono anche interventi produrre nel complesso oltre 2000 tank fino al 2036 se si allarga il discorso ai T-72B3M.

La tattica in guerra

Negli ultimi mesi di guerra in Ucraina, evidenzia l’ISW, Mosca ha ridotto l’invio di carri sul terreno, fino ad azzerare quasi l’impiego di tank. I mezzi vengono conservati e, in teoria, accumulati per un utilizzo successivo. Nelle operazioni a breve termine dovrebbero essere schierati soprattutto T-72 rinnovati. Nella fase attuale del conflitto, gli assalti meccanizzati sono divenuti più rari ma non sono stati accantonati totalmente. Il monitoraggio dell’ISW sottolinea che l’utilizzo dei tank è spesso abbinato a condizioni meteo che rendono più complesso, per l’Ucraina, l’impiego proficuo di droni. Quando la difesa di Kiev non può disporre in pieno dei propri mezzi, la Russia schiera i tank in maniera più ampia.

“La ​​Russia -afferma l’ISW- avrà probabilmente a disposizione una significativa potenza di combattimento entro pochi mesi dalla fine dei combattimenti attivi in ​​Ucraina e potrà rapidamente schierarla sul fianco orientale della Nato”.

Perché la Nato non può stare tranquilla

L’allarme per la Nato, però, secondo il think tank deve scattare a prescindere dai programmi dell’industria bellica russa. “L’Isw non ha osservato alcuna indicazione che il comando militare russo debba attendere che l’esercito si ricostituisca al massimo delle sue forze prima di intensificare i suoi attacchi contro gli stati membri della Nato”, le conclusioni a cui approda l’Isw. “Di fatto, la Russia potrebbe attaccare prima di quel momento se la Nato non riuscisse a stabilire la deterrenza”, è la sintesi.

La guerra in Ucraina rappresenta un continuo collaudo per l’apparato militare di Mosca: “La Russia sta attualmente acquisendo una significativa esperienza nella guerra moderna in un teatro in continua evoluzione caratterizzato da un ciclo di innovazione estremamente breve”. L’aggiornamento è continuo e avviene, paradossalmente, in “una guerra di logoramento condotta dalla fanteria in Ucraina, un conflitto che l’Europa non ha intrapreso dagli anni ’40. La Nato e i suoi alleati devono prepararsi a scoraggiare e, se necessario, sconfiggere le minacce che la Russia probabilmente rappresenterà immediatamente dopo la fine dei combattimenti attivi in ​​Ucraina, ma anche in futuro”.

Perché la Nato non può stare tranquilla

L’allarme per la Nato, però, secondo il think tank deve scattare a prescindere dai programmi dell’industria bellica russa. “L’Isw non ha osservato alcuna indicazione che il comando militare russo debba attendere che l’esercito si ricostituisca al massimo delle sue forze prima di intensificare i suoi attacchi contro gli stati membri della Nato”, le conclusioni a cui approda l’Isw. “Di fatto, la Russia potrebbe attaccare prima di quel momento se la Nato non riuscisse a stabilire la deterrenza”, è la sintesi.

La guerra in Ucraina rappresenta un continuo collaudo per l’apparato militare di Mosca: “La Russia sta attualmente acquisendo una significativa esperienza nella guerra moderna in un teatro in continua evoluzione caratterizzato da un ciclo di innovazione estremamente breve”. L’aggiornamento è continuo e avviene, paradossalmente, in “una guerra di logoramento condotta dalla fanteria in Ucraina, un conflitto che l’Europa non ha intrapreso dagli anni ’40. La Nato e i suoi alleati devono prepararsi a scoraggiare e, se necessario, sconfiggere le minacce che la Russia probabilmente rappresenterà immediatamente dopo la fine dei combattimenti attivi in ​​Ucraina, ma anche in futuro”.

Robert Von Sachsen Bellony

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