Al di là delle dichiarazioni diplomatiche sull’ esito della Conferenza, si evincono interessi ben più concreti e di natura prevalentemente economica, destinati a influenzare significativamente la geoeconomia del prossimo futuro. Macron e il vantaggio strategico francese – Sebbene il Presidente Macron abbia ufficialmente promosso l’idea di una forza europea di rassicurazione per sostenere l’Ucraina dopo un eventuale accordo di pace, risulta evidente che dietro tale proposta si nasconda una visione strategica più ampia e pragmatica. La Francia, infatti, punta chiaramente ad assicurarsi una posizione privilegiata negli equilibri economici postbellici, con particolare attenzione allo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, tra cui emergono le preziose “terre rare” , fondamentali per le industrie tecnologiche avanzate, per la transizione energetica e per l’ambito militare. Piuttosto che concentrarsi esclusivamente su aspetti militari o strategici difensivi, Macron sembra aver scelto una mossa preventiva, proiettandosi verso una realtà economica in cui l’accesso a queste risorse strategiche rappresenterà un elemento cruciale per determinare l’influenza internazionale futura della Francia.
Gli Stati Uniti e il predominio strategico – Tuttavia, questa ambizione francese potrebbe scontrarsi con la realtà geopolitica che vede attualmente gli Stati Uniti in una posizione dominante. Washington, che ha investito pesantemente risorse economiche e militari sin dai primi giorni del conflitto, difficilmente rinuncerà a raccogliere i frutti del proprio impegno. È quindi prevedibile che gli americani rivendicheranno, a pieno diritto, l’accesso privilegiato alle risorse più redditizie e strategicamente rilevanti dell’Ucraina, limitando così il margine di manovra per gli altri attori internazionali, compresa la Francia. In questo scenario, Parigi rischia concretamente di doversi accontentare di concessioni secondarie o economicamente rischiose, trovandosi a competere con altri partner europei per posizioni meno favorevoli sul tavolo della ricostruzione postbellica.
L’Italia e la prudenza strategica di Giorgia Meloni – Diversamente dalla Francia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scelto una linea prudente e istituzionalmente equilibrata. Pur riconoscendo l’importanza del sostegno alla sicurezza dell’Ucraina, Meloni ha esplicitamente escluso l’ipotesi di un coinvolgimento diretto dell’Italia al di fuori di un quadro internazionale riconosciuto, come quello dell’ONU, proponendo invece una formula di garanzia collettiva ispirata all’articolo 5 della NATO per il periodo successivo al conflitto. In definitiva, il vertice di Parigi rappresenta un punto di incontro cruciale fra idealismo diplomatico, pragmatismo economico e geopolitica delle risorse. Dietro l’apparente compattezza di intenti a favore dell’Ucraina, si delinea chiaramente una corsa strategica verso il predominio economico futuro. Gli Stati Uniti appaiono già in netto vantaggio, mentre la Francia cerca abilmente di conquistarsi uno spazio significativo, consapevole però che le sue ambizioni potrebbero essere notevolmente ridimensionate dalla reale portata degli interessi americani.