Anatomy of a Dream, dopo I’m the Sea (2020) e Connessioni (2021) è il nuovo album del guitar trio di Lorenzo Iorio (LIT). L’album, edito da Filibusta Records, orientato al jazz contemporaneo ed ispirato alla musica di Bill Frisell, contiene in gran parte musica originale. Ogni brano nella propria struttura eterea vuole essere una finestra aperta che tramite le sue melodie desidera narrare e condividere riflessioni ed esperienze. I brani, pregni di melodia, attingono da una profonda radice blues, ma l’atmosfera che si crea ha un animo contemporaneo. Tutto questo si percepisce come un’esperienza cinematica che a tratti trasporta in ambientazioni nuove, come vivere in un viaggio in solitaria tra i paesaggi nordici.
- Il tuo album “Anatomy of a dream” è un vero e proprio viaggio. Raccontaci in breve
questo percorso.
Anatomy of a Dream rappresenta la parte di me che di tanto in tanto ha necessità di essere circondata dalla sobrietà del mondo, dalle cose semplici. A questo collegamento però ci sono arrivato dopo la scrittura dei brani. Dovevo capire dove andavo a parare con le idee e il materiale musicale che pian piano componevo e selezionavo. Penso di aver fatto una cernita inconsapevole della musica che in quel periodo scrivevo tra le varie idee che erano in cantiere. In effetti il percorso ha portato ad un concept album non voluto, ma uscito spontaneamente e di questo ne sono contento.
- Che tipo di esperienze vuoi raccontare attraverso i tuoi brani?
I brani di Anatomy derivano tutti da esperienze che ho vissuto. I titoli che ho dato ai brani non sono casuali, rievocano nei miei pensieri persone vere che ho conosciuto o cose reali che ho vissuto. Vilnius Blues esiste perché io ho vissuto a Vilnius diversi anni, d’estate e d’inverno. Lì ho fatto le esperienze più belle della mia vita, portando questa città nel cuore per tanti motivi: ad esempio Boris è un fotografo regista conosciuto proprio a Vilnius e nel suo essere bohème rappresenta l’artista che vive quotidianamente tra la vita e la morte; Big Joel è un caro amico, un pastore americano di New York che predica con la musica gospel, un grande oratore; Maria per me è come una preghiera cantata; Family rappresenta la mia famiglia e mi ricorda l’ultimo periodo in cui c’era mio padre, quando ci stringevamo tutti attorno a lui; Tree of bells è l’albero delle campane di ceramica e terra cotta che ricordo di aver visto sempre in Lituania durante un’estate di tanti anni fa; infine Your hands é un omaggio al ricordo delle mani di mio padre quando suonava il pianoforte.
- Molto interessante è la modalità di registrazione di questo album, che è stato registrato
in presa diretta in modalità analogica a Cosenza “At the place studio”. Ti va di spiegare ai
nostri lettori che cosa si intende?
La musica se suonata con strumenti veri deve essere rigorosamente suonata live, anche quando si registra. Naturalmente per farla bene bisogna prima sostenere molte prove per avere un ottimo risultato. E’ probabilmente un concetto opinabile per alcuni, ma ritengo che oggi se vogliamo dare un contributo onesto alla musica è proprio quello di eseguirla senza trucchi di produzione.
- Questa di cui sopra è un tipo di esperienza che unisce di più i musicisti in fase di
registrazione? Immagino sia un po’ come vivere sempre lo spirito del live.. giusto?
Esattamente Laura, questo esperienza è uno step in avanti che valorizza ancora meglio il rapporto tra i musicisti sia a livello umano che artistico inoltre la concentrazione è altissima durante la registrazione, è un live che poi rimarrà
congelato nell’album, è un momento sentito da tutti, è come stare in apnea per il tempo di tutta la registrazione.
- Con il progetto Lorenzo Iorio Trio avete avuto modo di collaborare con diversi artisti
dall’estero come Joan Chamorro, Mateusz Smoczynski, Atlys string quartet. Quanto è
importante per un artista interfacciarsi con culture e chiavi di lettura interpretativa
diverse?
Penso che chi fa musica è come se avesse un passaporto aperto per tutto il mondo, ed è un’opportunità che non va sprecata. Le interazioni con altri paesi e altre culture sono vitali per poter continuare il percorso creativo del mondo in generale, soprattutto per creare il Bello. Interfacciarsi con altri artisti di altri luoghi del mondo penso rappresenti il nostro vero viaggio.
- Prossimi progetti?
Vorrei portare Anatomy of a Dream in giro il più possibile, in Italia ma soprattutto all’estero, non mi faccio illusioni, ma sarebbe veramente una bella esperienza. Ad ottobre poi vorrei iniziare a lavorare sul prossimo album, ma un passo alla volta.