“Il disco è nato spontaneamente dal desiderio di dedicare un omaggio alle perle rare della musica dell’America latina. Passione, preghiera, ritmo, incontro, desiderio, danza, flusso del tempo e memoria sono i temi delle canzoni che si presentano nella loro essenzialità ed eleganza dove la voce e il pianoforte dialogano in un abbraccio armonioso creando un’esperienza d’ascolto avvolgente: un invito a riscoprire la bellezza e la potenza di una musica che parla direttamente al cuore. L’album vede brani da scoprire di Gilberto Gil, Roberto Taufic, Milton Nascimento, BebêKrameed altri, con una ricerca nel loro repertorio meno esplorato. Giulia Firpo voce, Fabio Gorlier pianoforte.
- Em seu piano è un disco nato spontaneamente dal desiderio di dedicare un omaggio alle perle rare della musica dell’America latina. Come nasce la passione per il mondo latino?
Tutto è iniziato quando studiavo in conservatorio. Cantavo le classiche canzoni di bossa-nova brasiliana da repertorio jazz e casualmente in quel periodo ho incontrato un musicista brasiliano che suonava la chitarra sette corde. Ci siamo trovati a suonare spesso e col tempo scoperto cosa era davvero la musica popolare brasiliana (MPB) e che all’inizio io identificavo solo con la classica bossa-nova e il samba. Mi si è lentamente aperto mondo di compositori incredibili con un gusto per le melodie e le armonie molto ricche e sofisticate. Infatti la tesi di laurea a completamento degli studi in conservatorio l’ho fatta su Guinga, chitarrista, cantante e compositore contemporaneo che mi ha stregato dal primo ascolto. Con questo musicista brasiliano abbiamo registrato nel 2009 il mio primissimo disco, dal titolo “9 cordas”, a cui poi è seguito un viaggio in Brasile e un piccolo tour di concerti a a San paolo, Rio de Janeiro e Londrina. Da quel momento non ho più smesso di ascoltare e cantare questa musica.
- Hai mai viaggiato in quelle terre?
Si sono stata in Brasile più volte, a Cuba e anche in Argentina perché oltre ad amare la musica latina ho ballato intensamente per un periodo anche il tango.
- Che ricordo porti con te?
Del Brasile in particolare la cosa che mi è rimasta nel cuore è il fatto di trovare ovunque per la strada musicisti che si trovavano nei dehors dei locali e nei botequim (i bar) a suonare intorno a un tavolo per il puro piacere di farlo e di passare un buon tempo insieme. Da noi non è una pratica molto comune, ma li è naturale e mi piaceva questo contatto quotidiano con la musica come forma di pratica e di socialità prima di tutto. Qui a Torino per fortuna da un po’ di anni (anche a Roma e Bologna) ci sono musicisti appassionati che organizzano le rodas de choro aperte ai musicisti appassionati del repertorio di Samba, Choro, Forrò e Bossanova che hanno l’obiettivo di divulgare non solo la musica in sé ma la pratica del suonare insieme un repertorio comune nei locali. La risposta della gente che viene ad ascoltare è incredibilmente gioiosa e partecipativa.
- Quanto utilizzi i ricordi, in generale, come fonte di ispirazione?
La parola ricordo deriva dal latino e significa portare nel cuore: ogni ricordo è un mattoncino di costruzione di quello che siamo oggi, e i viaggi sono stati e sono tuttora grande fonte di ispirazione non solo per la musica ma soprattutto per il contatto con la natura e per gli incontri.
- Come è nata la collaborazione con Fabio Gorlier?
Fabio lo conosco da molti anni. E’ un pianista di Torino che stimo molto perché è molto eclettico, è un jazzista di formazione classica, e ne apprezzo la bravura e il gusto. Non avevo mai registrato con il pianoforte e avevo questo desiderio da tempo. Non avevamo mai suonato insieme e un giorno gli chiesto timidamente se era disponibile a suonare i pezzi che avevo in mente. Avevo le idee chiare sulla sonorità che volevo e a Fabio i brani sono piaciuti molto. Ha accettato subito con grande disponibilità di suonarli e di registrarli in studio. Mi sento fortunata e onorata perché un disco rimane per sempre il suo modo di suonare non poteva essere più adatto per i brani che ho scelto. Inoltre è una persona squisita e di grande professionalità.
- Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ho da tempo un trio con chitarra e violino che si chiama Aires del Sur dedicato alla musica latina con Fabrizio Fortunato alla chitarra e Julia Verbistkaja al violino con cui vorrei prima o poi registrare in studio. Sono bravi musicisti e persone con cui sto bene umanamente prima di tutto e questo fa fluire la nostra musica in maniera molto spontanea e naturale. E infine, last but not least, vorrei riprendere il lavoro sulle mie proprie canzoni.