Il primo album di ANÈ feat Takkarate Boys, “Su la testa!” per Filibusta Records (distribuzione fisica I.R.D., distribuzione digitale Altafonte Italia) è un progetto quasi interamente strumentale, le cui composizioni originali si possono vedere come dei quadri sonori che impressionano le visioni di stampo cinematografico dell’autore: quasi tutti i brani infatti sono esplicitamente associati alla scena di un film da cui prendono spunto per il titolo, ma non solo, ogni brano del disco ha anche un sottotitolo che rimanda al suo significato profondo, di natura psicologica, sociale ed emotiva. Con una matrice rock-jazz-world che affonda le radici in un sound 70/80, il disco è incentrato sulla miscela tra groove e melodia, in effetti la band riattualizza queste sonorità prendendo energia soprattutto dalle profonde contraddizioni del mondo contemporaneo. Anè feat Takkarate Boys sono un quartetto, ma nel disco sono presenti i contributi di altri musicisti che rappresentano da sempre l’entourage della band.
Nell’intervista che segue, Ané ci racconta nei dettagli come si è sviluppato il progetto.
1- Ané, pseudonimo di Fabio Mancano, cosa significa il tuo nome d’arte?
ANÈ è un’espressione dialettale foggiana , quasi esclusivamente foggiana perchè che io sappia non é usata nelle altre provincie pugliesi, é un termine praticamente intraducibile e viene pronunciata molto spesso nel parlato dialettale, anche in quello italianizzato di oggi , per indicare incredulitá ma anche stupore e meraviglia.
2- “Su la testa!” da cosa esattamente?
A un certo punto mi sono accordo che quando sono in cerca di un’idea , di qualcosa che mi ispiri o che mi aiuti a risolvere un problema , tendo a rivolgere il mio sguardo verso l’alto (non alla Verdone per intenderci, quando dice “in che senso?” ) ma più come qualcosa che in qualche modo mi aiuti, senza essere uno sguardo al cielo in senso religioso …allora ho capito che poteva diventare un’esortazione a tornare a guardare di nuovo negli occhi chi ci sta di fronte , tornare ad empatizzare maggiormente , alzare lo sguardo troppo spesso chino nella realtà virtuale dei nostri telefonini, uscire da questa dimensione cosí solitaria e individualistica. Nasce dalla condapevolezza che il sistema valoriale fortemente contradditorio sul quale si sta basando la nostra società ci tiene come costretti a un giogo e ci induce a tenere il capo chino.Su la testa! perchè c’è la vita vera la fuori!
3- Il disco prende spunto da vari film, mi fate qualche esempio?
Ti faccio tre esempi significativi, anche i sottotitoli spiegano meglio il significato :
“Tu non sparerai” è ispirato a una scena di “No grazie il caffé mi rende nervoso” , con protagonista Lello Arena, che da imbranato giornalista de il Mattino si scopre essere l’assassino nel finale perché afflitto da una sindrome nostalgica per una Napoli che ormai non c’è più , e che lo induce a commettere una serie di omicidi sotto lo pseudonimo di Funiculí Funiculà.(sottotitolo -Vivere nella nostalgia del passato)
Peterpaniko , titolo ispirato alla famosa scena di Trainspotting , in cui il protagonista Renton in preda ad un delirio tossico si infila in un cesso putrido e poi finisce in una specie di trip acquatico: infatti il sottotitolo del brano è -Fuga dalla realtá – Anèstesya ( sottot. – Trovare un posto in questa società), che ho voluto associare a “Un borghese piccolo piccolo” di Monicelli, in cui il protagonista (A.Sordi) vive come anestetizzato dal suo ruolo di persona per bene , ma un evento tragico rovina il suo sonno e gli fa perdere il senno trasformandolo in uno spietato killer.
4- Che rapporto hai con il cinema in generale?
Molto intenso, se un film mi piace lo vedo 100 volte , ci sono alcuni film comici di cui so letteralmente a memoria ogni battuta…
Quando non si poteva andare al cinema ho sofferto davvero , mi sono fatto un televisore più grande ma non è mica la stessa cosa!Non nutro molte speranze ma spero che l’abitudine di andarci non si perda mai del tutto definitivamente , il cinema ha cambiato la vita delle persone perchè ha dato forma concreta alla nostra immaginazione, e mi piaceva l’idea di creare una musica immaginando delle scene, non come qualcosa di simile a una colonna sonora ,non appiccicata sopra, ma come la scena di un corto vissuto in 3D , come un sogno in cui sei così identificato da non riuscire a svegliarti facilmente.
5- Come è nata la collaborazione con i Takkarate Boys così da formare un quartetto e dar vita a questo featuring?
I Takkarate Boys nascono insieme alla creazione dell’album , ma è stato un processo lungo di strutturazione della band durante i diversi mesi di prove iniziali, quando gli arrangiamenti iniziavano a prendere forma, ci si preparava per suonare dal vivo e un pó alla volta si é arrivati alla formula secondo cui per esempio le tastiere sopperiscono il ruolo di una chitarra elettrica…quindi ci sono stati vari avvicendamenti e più che essere una band stabile è un insieme di musicisti che esprimono un modo di fare e vivere la musica che accomuna tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione del disco e che rappresentano da sempre l’entourage di ANÈ.
6- A livello di world music, a quale terra fate riferimento nei vostri brani?
Beh non una in particolare però sicuramente le mie influenze risiedono nelle mie radici pugliesi , culturalmente del sud Italia in genere , forti legami con la cultura partenopea,ma ci sono molti influssi della musica afro-mediterranea , c’è molta africa nera nel mio concetto di beat, senza dimenticare l’importanza delle melodie di tipo latino ( tra i miei miti c’è sicuramente Gato Barbieri)
7- Prossimi live e progetti in studio?
Adesso dopo le non poche fatiche per la produzione , l’uscita del disco e la preparazione del live di presentazione siamo prontissimi per una bella stagione di concerti, che poi é quello amiamo fare più di tutto.Per quello che riguarda i progetti in studio …da ottobre saremo di nuovo al lavoro su una serie di brani nuovi , alcuni dei quali per ragioni di tempo non erano riusciti a far parte di Su la testa, quindi chissà che non venga fuori un secondo capitolo di questa storia! un sequel come si dice adesso…