Ivana Foggia, in arte Ivane, è una giovane cantautrice siciliana con una laurea in songwriting conseguita al Saint Louis College of Music. Trasferitasi a Roma per seguire i suoi studi, dal 2023 si fa spazio nella scena musicale della Capitale, esibendosi nei principali locali e facendosi notare per la sua energia e originalità.
Da Largo Venue al Wishlist Club, passando per Snodo Mandrione, Hacienda, Container e L’Asino che Vola, Ivane conquista il pubblico con una presenza magnetica e uno stile inconfondibile. La sua musica è un mix potente di parole taglienti e melodie che restano addosso.
Il 13 giugno è uscito il suo EP “Caratterere”, presentato al 692 Secret Garden, in collaborazione con Salotto Roma e Artemisia Officina Creativa.
- Ciao Ivane, che cosa rappresenta per te questo Ep?
Ciao! E’ il primo EP, la prima volta che scrivo con un concept più sfaccettato, ampio e che si intreccia su più brani. Mi rappresenta, tante sfumature, tutte importanti, proprio come me.
- Da cosa viene il titolo “Carattere”?
Il carattere è per definizione l’insieme delle caratteristiche peculiari che contraddistinguono qualcosa. Personale, unico e sfaccettato che rendono un individuo unico. Allo stesso tempo avere carattere è un atteggiamento deciso, ben riconoscibile, a tratti tagliente, come il tono che ho voluto dare a questo EP ma, in generale sempre, a tutta la mia musica.
- Parliamo di un concept album giusto? Qual è il fil rouge che collega tutti i brani?
Ogni brano è ispirato a uno dei quattro elementi naturali, associati a colori simbolici, che diventano il filo conduttore emotivo del progetto. Un concept profondo che esplora le molte sfumature dell’animo umano attraverso musica, energia e visione.
- Hai presentato il tuo disco al Secret Garden. Come si articolano generalmente i tuoi live?
Nei miei live la parole chiave è sempre “energia”. Che mi esibisca in band o con il corpo di ballo, il punto focale è sempre quello di trasmettere forza, passione ed essere travolgente.
- Attraverso la tua musica lanci diversi messaggi, ma cos’è che vuoi trasmettere più di tutto?
Si, ho parlato di DCA, di cosa significhi mostrarsi forti nonostante tutto, dell’importanza di accettare le proprie fragilità, della fatica, ma anche della bellezza, nel lasciarsi andare. Nei miei testi racconto spesso la figura femminile: una donna forte, sì, ma capace di mostrarsi vulnerabile. Perché una cosa non esclude l’altra. Cerco di andare oltre gli estremi, oltre il bianco e il nero, per dare voce a quella vasta e autentica scala di grigi in cui viviamo davvero. Vorrei che le mie parole arrivassero a quelle ragazze che oggi si sentono schiacciate da immagini di corpi perfetti e vite impeccabili, che si convincono di valere meno, di essere sbagliate, e di essere sole nel sentirsi così. Vorrei capissero che non lo sono, che anche chi dall’esterno sembra “perfetto” può portare dentro ferite simili alle loro. Nessuno è davvero solo.
- Se dovessi scegliere un brano del tuo Ep che ti rappresenti maggiormente, quale sceglieresti?
Probabilmente “Nica Del Barrio”: leggera, frizzante e festaiola in superficie ma profonda e piena di significato per uno sguardo attento.
- Quali sono i tuoi prossimi progetti?
In questo momento mi godo questo Ep. Ovviamente sono già a lavoro per le prossime uscite, il prossimo mondo da esplorare, la prossima sfumatura di me.