Quali sono state le sue principali iniziative parlamentari nel 2025 in Commissione Agricoltura?
Da inizio legislatura ho depositato moltissimi emendamenti e scritto decine di interrogazioni parlamentari per tutelare il settore, dimenticato dal Governo. Nonostante siedo tra i banchi dell’opposizione, alcune proposte sono state approvate. Ad esempio, grazie ad una mia proposta emendativa abbiano parzialmente ristorato con 2 milioni di euro il comparto bufalino casertano flagellato dalla brucellosi. Inoltre, è stato approvato un altro emendamento nel decreto mille proroghe a mia prima firma che consente di riutilizzare le acqui reflue depurare, per i sistemi di irrigazione dei campi. Inoltre, ho portato avanti numerose proposte di legge volte a rafforzare la competitività delle produzioni tipiche delle aree svantaggiate del Mezzogiorno, con focus su investimenti in innovazione, digitalizzazione e tracciabilità. Analogamente, ho promosso la sensibilizzazione sulle utilities verdi (acqua, energia, gestione rifiuti) nelle zone agricole marginali per ridurre i costi di produzione e aumentare la resilienza delle aziende. Inoltre ho depositato una risoluzione per cercare di arginare lo spreco alimentare attivando delle buone pratiche coinvolgendo scuole, associazioni di volontariato e supportare gli indigenti. Infine, in questi 3 anni mi sono schierato con le associazioni animaliste per chiedere l’abolizione progressiva della caccia, l’eliminazione delle botticelle dalle città e di vietare gli animali nei circhi.
Come sta portando avanti le attività dell’Intergruppo “Sud, Aree Fragili e Isole Minori”?
Quest’intergruppo, che si compone di circa 50 parlamentari afferenti a tutte le forze politiche e di 250 tecnici, da inizio legislatura porta avanti iniziative volte a tutelare le aree depresse del Paese, le isole minori con un focus sullo sviluppo del Sud. Abbiamo depositato, in tal senso, decine di interrogazioni, oltre 100 emendamenti, diverse proposte di legge e organizzato decine di dibattiti e incontri periodici con stakeholder locali: sindaci, imprenditori, associazioni di tutela ambientale e università per raccogliere esigenze concrete e tradurle in proposte legislative.
Qual è la sua posizione rispetto al rischio vulcanico nei Campi Flegrei e al Vesuvio?
Relativamente a questo tema, ho depositato una proposta di legge che prevede un aggiornamento dei piani della protezione civile. Secondo il nostro progetto, in caso di eruzione del Vesuvio, centinaia di migliaia di campani dovrebbero ripopolare le aree interne della Campania e delle regioni limitrofe, anziché recarsi al Nord Italia, trasformando così un’emergenza in un’opportunità. L’obiettivo è sfruttare il surplus abitativo presente nelle zone depresse, censite grazie al lavoro della Fondazione Convivenza Vesuvio e al suo Presidente, Dott. Enzo Coronato, favorendo il rilancio di questi territori e contribuendo alla lotta contro lo spopolamento. Questa iniziativa ha il forte sostegno di numerosi sindaci che che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con l’ente che ha ispirato la mia PDL, cioè la Fondazione Convivenza Vesuvio. La PDL è stata già oggetto di colloqui con il ministro competente, sen. Nello Musumeci, e col capo del Dipartimento della Protezione Civile dott. Fabio Ciciliano. A tal fine, ho richiesto alla Protezione Civile di approfondire gli aspetti pratici, dunque ha acquisito la fitta documentazione fornita, con l’intento di verificarla nel dettaglio. Riteniamo che la gestione emergenziale non debba avere colore politico e continueremo a lavorare senza sosta per mettere in sicurezza i territori vesuviani a rischio sismico e idrogeologico.
In che modo il Parlamento dovrebbe agire per tutelare il Made in Italy dai dazi internazionali?
Urge rafforzare la difesa delle filiere strategiche mediante strumenti di politica commerciale che valorizzino le nostre eccellenze riducendo la dipendenza da fornitori esteri. Analogamente, occorre sostenere accordi e strumenti di corresponsabilità europea che proteggano i nostri prodotti di punta tramite azioni di risposta mirati e misure difensive, monitorando costantemente l’impatto sui consumatori e sulle PMI. Inoltre, come ha già fatto la Spagna urge promuovere incentivi per la tutela dei prodotti messi a dura prova dai dazi e soprattutto dovremmo diversificare le esportazioni e la promozione all’estero, con particolare attenzione ai mercati emergenti, assicurando controllo qualità e tracciabilità. Sotto questo profilo il governo dovrebbe sostenere progetti di internazionalizzazione delle nostre eccellenze in fiere ed eventi organizzati in nuovi Paesi o realtà territoriali in cui la nostra presenza non è radicata.
Quali progetti ha in programma per il prossimo futuro politico e istituzionale?
Con l’intergruppo stiamo lavorando ad una proposta di legge che intende tutelare i prodotti “Made in Sud”, con l’obiettivo di incentivare i meridionali ad acquistare i prodotti della propria terra, così da sostenere l’economia locale. Analogamente, lavoreremo ad una serie di misure per tutelare le aree fragili del Paese, predisponendo emendamenti e proposte che verranno depositate nei prossimi provvedimenti utili, incluso ovviamente la legge di Bilancio.
