“Priscilla” di Sofia Coppola è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film prodotto da The Apartment Pictures (Lorenzo Mieli), American Zoetrope (Sofia Coppola) e Youree Henley, e con un cast d’eccellenza: Cailee Spaeny, Jacob Elordi e Dagmara Dominczyk. La storia tratta la difficile relazione che aveva Priscilla con il marito Elvis. Le scene riproducono i vari ambienti dove la coppia viveva, affrontando quotidianamente molte complicazioni coniugali. Appare più un film girato su Elvis che della moglie Priscilla. Forse si poteva dare più spazio alla vita di Priscilla per renderlo più vero ed emozionate.
Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu incontra a una festa Elvis Presley, l’uomo, che è già una superstar del rock’n’roll, nel privato le si rivela come qualcuno di completamente diverso: un amore travolgente, un alleato nella solitudine e un amico vulnerabile. Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola ci racconta il lato nascosto di un grande mito americano, nel lungo corteggiamento e nel matrimonio turbolento con Elvis. Una storia iniziata in una base dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland. Una storia fatta di amore, sogni e fama.
Sofia Coppola, commenta: “Sono rimasta colpita dall’autobiografia di Priscilla Presley sugli anni che ha vissuto, da giovane donna, a Graceland. E ho cercato di cogliere cosa provasse nell’immergersi nel mondo di Elvis, per poi alla fine riemergerne e scoprire la sua identità. Come artista per me è importante mostrare il mondo attraverso gli occhi dei miei personaggi, senza giudicare. Mi hanno sempre interessato i concetti riguardanti l’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui. Questo film indaga il modo in cui Priscilla è diventata quello che è, e cosa significa e ha significato essere donna per lei e per le generazioni successive. Ha vissuto esperienze comuni a molte giovani donne, con la differenza che le ha affrontate in un contesto inusuale. Ed è per questo che nella storia di Priscilla, pur essendo unica, ci possiamo incredibilmente identificare tutte.”