Napoli, 17 giugno 2025 – È andata in onda una delle interviste più tese, roventi e dense di ammonimenti politici degli ultimi anni nella rubrica “A pranzo con Chiariello”, condotta come sempre dal direttore Umberto Chiariello su Radio CRC, voce ufficiale del Napoli calcio. Ma stavolta, il campo da gioco non era il ‘Maradona’. Era il Medio Oriente. L’intervistato, via telefono: Dror Eydar, ex ambasciatore israeliano. Il tema: la crisi sempre più incandescente tra Iran e Israele.
Il tono? Un misto di dichiarazione di guerra, invocazione apocalittica e rigurgito storico.
“Il mondo libero deve ringraziarci”, ha affermato Eydar, con la risolutezza di chi non cerca approvazione ma pretende riconoscenza. Perché Israele, secondo l’ex ambasciatore, ha colpito per primo? Perché l’Iran, a suo dire, è sul punto di armarsi di bomba atomica. Ma non solo contro Tel Aviv. Contro l’Occidente intero.
Il discorso di Eydar è un inno alla dottrina del pre-emptive strike, la legittimità dell’attacco preventivo elevata a necessità storica. Israele, dunque, come guardiano armato dell’Occidente, senza mandato, senza permesso, senza sconti.
Eydar, con parole durissime, ha spazzato via ogni dubbio su chi sia, secondo lui, dalla parte del male: l’Iran come nuova Berlino 1938, gli Ayatollah come il nuovo Hitler. Una distopia già scritta, dice, e che solo Israele sembra leggere.
Nel passaggio più controverso dell’intervista, l’ex ambasciatore nega senza mezzi termini che Israele stia uccidendo civili e bambini a Gaza, accusando la stampa italiana di essere il megafono di Hamas. Chi sostiene il contrario? “Antisemiti travestiti da pacifisti”, dice.
Poi la frase che congela l’etere:
“I bastardi iraniani vogliono uccidere i nostri bambini. E voi, europei, non ci avete salvato nemmeno durante l’Olocausto. Di certo non lo farete adesso.”
Uno schiaffo storico, morale e politico. Un atto d’accusa feroce contro l’indifferenza europea, la sua “pigrizia intellettuale”, l’incapacità – secondo Eydar – di riconoscere il pericolo: l’Islam radicale, che però lui non distingue dal resto dell’Islam. Una colpa d’indifferenziazione che rischia di diventare miccia.
Il popolo ebraico – ha aggiunto – “è il più sapiente del mondo”, chiamato a dare saggezza e guida all’umanità intera. Israele, dunque, come piccolo Davide con testata nucleare, pronto a colpire non con fionda ma con F-35, con l’avvallo – implicito e non detto – di Washington, perché, è noto: senza l’ombrello statunitense, Tel Aviv rischia l’annientamento.
Non è una dichiarazione diplomatica. È una dichiarazione d’intenti.
Eydar parla come parlano i veterani quando sanno che il tempo della diplomazia è scaduto.
La pace? Un’ipotesi lontana.
La guerra? Già in corso, anche se molti fingono di non vedere.
L’inferno? Non è un posto, è una traiettoria. E noi potremmo già essere a metà del cammino.
Come scrisse Moshe Dayan, generale e architetto della difesa israeliana:
“Se Israele sprofonda nell’abisso, anche l’Occidente lo seguirà.”
Un monito che oggi suona meno come un’iperbole storica e sempre più come una road map.
Di seguito dal Min: 45:40 / a 1h , 15 min
https://www.youtube.com/live/ESL16LUyGbY?si=4xD01ovUeXh80XBt