Non si tratta più soltanto di arte o provocazione culturale. In Italia, negli ultimi anni, sono comparsi simboli e installazioni che evocano direttamente figure abissali, divinità oscure, portali infernali. E la questione non va ridotta a semplice folclore: questi segni, che si moltiplicano, diventano veri e propri centri di scatenamento di potenze infere e oscure, capaci di influenzare l’immaginario collettivo e l’energia spirituale di un luogo.
Il Moloch al Colosseo
Nel 2019, in occasione di una mostra su Cartagine, è stata collocata all’ingresso del Colosseo una gigantesca statua raffigurante Moloch, divinità legata al sacrificio dei bambini. Molti cattolici denunciarono con forza l’iniziativa, vedendo in quell’immagine non un semplice reperto storico ma la riattivazione simbolica di un potere di morte, proprio nel cuore di Roma.
La Porta dell’Inferno al Quirinale
Nel 2021-2022, alle Scuderie del Quirinale, è stata esposta la colossale Porta dell’Inferno di Auguste Rodin. Un’opera d’arte, certamente, ma carica di figure tormentate, anime dannate, corpi che precipitano negli abissi. Non pochi hanno interpretato questa esposizione come un varco simbolico aperto proprio nel palazzo che ospita la presidenza della Repubblica, quasi a segnare un “punto energetico” di evocazione infernale.
Il Caprone a Milano
In diversi quartieri milanesi, soprattutto nelle zone periferiche, sono apparse statue e murales raffiguranti il caprone, simbolo per eccellenza del satanismo. Anche quando si tratta di arte urbana, l’effetto resta inquietante: la figura cornuta diventa un richiamo diretto al Baphomet, usato sia da correnti esoteriche sia da gruppi provocatori. Qui il confine tra graffiti di strada e evocazione simbolica si fa sottile.
Il Giardino con Moloch a Cinecittà
A Roma, presso Cinecittà World, è stato allestito un parco tematico con statue di figure mostruose, tra cui nuovamente Moloch. Ufficialmente è un richiamo scenografico al cinema e alla mitologia antica, ma il richiamo a divinità oscure riattiva inevitabilmente correnti archetipiche che non sono mai innocue.
Altri esempi recenti
Nel 2025, diversi casi minori continuano ad alimentare il quadro: murales con figure demoniache a Torino e Bologna, installazioni temporanee in festival artistici che giocano con l’immaginario dell’inferno, performance teatrali e musicali che usano rituali esoterici come scenografia. Tutti elementi che, anche se mascherati da “arte”, diffondono simboli e immagini che hanno un potere evocativo reale.
…Non solo simboli
Il problema non è soltanto estetico. Questi segni, disseminati in luoghi pubblici e perfino istituzionali, agiscono come portali psichici: attraggono attenzione, influenzano le coscienze, diventano punti di raduno per gruppi esoterici o semplici curiosi che finiscono col rafforzarne l’energia.
Non è paranoia religiosa, ma constatazione storica: dall’antichità a oggi i simboli hanno avuto la capacità di plasmare interi popoli, di scatenare forze invisibili che alimentano o distruggono. Oggi, in Italia, si moltiplicano immagini che parlano di abisso, sacrificio, inferno.
E ridurle a “semplice arte” rischia di essere una forma di ingenuità: perché ogni simbolo, una volta esposto, continua a parlare — e a chiamare — ben oltre le intenzioni degli artisti.


















