La Compagnia Nazionale di danza storica presieduta da Nino Graziano Luca dedica un evento all’anno ai rapporti internazionali e ai legami culturali con vari paesi. Nell’anno 2025 è stata scelta come destinazione la Turchia, più precisamente, la città di Istanbul dove si doveva svolgere il Ballo storico. Ma, a causa del lutto indetto per la morte del Papa Francesco, la serata danzante è stata cancellata dall’agenda della Compagnia, la quale ha, comunque, voluto mantenere tutti gli altri suoi impegni quali visita al Centro Italiano di cultura di Istanbul e al Consolato generale della Repubblica Italiana nella città sul Bosforo.
Al Centro Italiano di cultura, la Compagnia è stata benevolmente accolta dal Direttore del Centro culturale, Salvatore Schirmo. Il Direttore ha narrato la curiosa storia della sede del Centro: la Casa d’Italia sul Bosforo è stata, nel tempo, un giardino, l’Ambasciata della Sardegna, la Casa del Regno d’Italia prima ancora che il paese diventasse una repubblica. Negli anni venti e trenta del Novecento si è costruito un teatro al suo interno, e d’ora in poi il suo palcoscenico viene utilizzato per rappresentazioni teatrali, musicali e coreutiche.
In effetti, l’incontro si è tenuto esattamente lì: all’interno di un meraviglioso teatro all’italiana, nel pieno centro della città di Istanbul, nel quartiere Beyoglu ricco di storia e di legami culturali con innumerevoli paesi e regioni. Se parliamo dell”Italia, sono imprescindibili i legami fra Istanbul e la Repubblica Serenissima come anche fra Istanbul e la Liguria: Galata che è un quartiere centrale di Costantinopoli era, un tempo, una colonia genovese.
Un gran numero di edifici del centro istanbulese sono monumenti architettonici del cosiddetto Liberty Style. C’è tanta architettura italiana. Ciò è dovuto a una grande apertura culturale nell’Impero Ottomano già dalla prima metà dell’Ottocento. L’europeizzazione degli usi e costumi si manifestava nell’abbigliamento (rinuncia ai turbanti e ai pantaloni a sbuffo) e anche nell’architettura ed urbanistica. I luoghi prettamente orientali restano tali (Topkapi, ad esempio), ma vengono creati luoghi europei grazie agli architetti francesi ed italtani chiamati a modernizzare il volto della città.
Fra gli artisti che hanno contribuito all’europeizzazione di Costantinopoli /Istanbul spiccano i nomi di due italiani: dello scultore Canonica e del fratello di Gaetano Donizetti, Giuseppe, detto Donizetti Pascià, che ha composto l’Inno dell'”İmpero Ottomano.
In Turchia arrivano le grandi banche europee, ci si trasferiscono alcune famiglie nobili importantissime.Negli anni dieci del Novecento Istanbul vive la sua Belle epoche alla quale, però, succede lo smembramento dell’Impero, a seguito della Prima guerra mondiale, e la Repubblica di Ataturk.
Ataturk, il padre della patria, sposta la capitale ad Ankara per ragioni di sicurezza. (Istanbul era esposta alle cannoniere inglesi sul Bosforo). Ma il flusso degli artisti europei verso Istanbul non si interrompe. Le ambasciate si spostano ad Ankara, ma i consolati restano i luoghi di ritrovo di numerose comunità nazionali come quella italiana.
Gli İstituti italiani di cultura sono distaccamenti del Ministero dell’estero, sono piccole ambasciate che promuovono lingua e cultura italiana attraverso gli eventi culturali (mostre, concerti). Salvatore Schirmo ha l’onore di aver avviato collaborazioni con istituti culturali italiani quali accademie musicali e, ora, anche la Compagna Nazionale di danza storica. Il dottor Schirmo si impegna a promuovere la lingua e la cultura italiane, ma le considera elementi della soft power che andrebbero proposti, e mai imposti. La lingua è cultura, è diplomazia, è dialogo.
Salvatore Schirmo è orgoglioso di aver messo insieme le eccellenze italiane e quelle turche per le messe in scena di opere e balletti, aver organizzato grandi festival e masterclass nell’ambito dell’opera lirica.
Nel suo intervento di risposta, Nino Graziano Luca, Presidente della Compagnia Nazionale di danza storica, sottolinea che nei rapporti interculturali fra la Turchia e l’Italia c’è una bilateralità già dal 1856. Ma ancora prima, esistono i legami stretti dal Quattrocento in poi fra Istanbul da una parte e Napoli e Venezia dall’altra.
Nino rammenta il precedente evento CBDS all’estero in cui ha avuto modo di lavorare con Salvatore Schirmo. Ha avuto luogo a La Valletta, alla vecchia tesoreria dell’Ordine dei cavalieri di Malta. Quella volta Nino aveva portato all’estero il Valzer del Gattopardo che è stato ballato dalla CNDS in piazza, prima della sfilata di Renato Balestra. La piazza si è riempita in un batter d’occhio. La danza italiana è come la moda del Bel Paese: un’eccellenza, e la risposta del pubblico a un’eccellenza è interesse, coinvolgimento, passione.
Presso la sede del Consolato generale italiano si sarebbero ballate (da carnet de bal) ben quattro danze che fanno riferimento al “Gattopardo”: il Valzer, la Mazurka, la Controdanza e il Galop. Erano previste la Quadriglia francese e Orpheus quadrille. La Compagnia Nazionale avrebbe sfoggiato le migliori coreografie del suo repertorio con le danze “Le baccanti”, “Virginia Reel”, “And for the Young Ones”, “Marcia di Radetzky”. La metà delle danze previste per l’evento erano valzer: St Bernard Waltz, Vienna Bonbon – Waltz Country Dance, Figure Waltzny, Duke of Kent’s Waltz e la fantastica ed emozionante “Vita d’artista”.
La visita al Consolato ha comunque avuto luogo, ma ha avuto la forma di una visita finalizzata allo scambio di idee sull’organizzazione dei prossimi eventi come master class della danza storica a Istanbul o anche in Italia.
Accolti dalla coniuge della Sua Eccellenza Marrapodi, gli iscritti della Compagnia hanno potuto ammirare l’architettura della sede e il suo ricco patrimonio artistico come i quadri dei pittori italiani ed elementi di arredo più unici che rari.
Il leit-motiv del viaggio della CNDS a Istanbul è stato il dialogo fra le culture italiana e turca. E il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente che ha preso forma, ad esempio, nel progetto ottocentesco dell’Orient Express: il treno che partiva da Parigi e arrivava ad Istanbul. L’idea era non solo collegare i continenti, ma mettere insieme le persone, le mentalità e le culture. Pensato come un treno di lusso, L’Orient Express non avrebbe mai visto luce senza il supporto economico di Leopoldo Secondo, re belga, il grande appassionato dei treni.
A causa della guerra franco-prussiana, l’Orient Express, concettualmente pronto gia nel 1865, viene inaugurato solo nel 1883. Sul treno più prestigioso viaggiavano tutte le personalità più importanti dell’epoca. Nella sua carrozza ristorante e nei wagon lit accadeva lo scambio delle opinioni, il dibattito fra i vari punti di vista, il confronto fra le visioni del mondo. Le altale società europea ed asiatica si riunivano a bordo dell’Orient Express, creavano l’epoca e una narrazione su di essa.
I viaggiatori del treno di lusso sbarcavano alla stazione di Sirkeci di cui oggi è funzionante solo una parte. Ma si può ammirare la locomotiva storica davanti alla stazione e la targa con le parole di Ataturk sulla dolcezza della lingua turca. All’interno della stazione, c’è il Museo dell’Orient Express e delle ferrovie turche.
Di regola, i viaggiatori dell’Orient Express pranzavano al ristorante della stazione Sirkeci e poi si facevano portare in carrozza al Pera Palace, albergo di lusso sito nei pressi della via principale Istiklal Caddesi. Era l’hotel delle innovazioni: ha introdotto per primo in Oriente un ascensore in ghisa elettrificato. È tutt’ora un albergo caratteristico in cui regna un’atmosfera ottocentesca, ma accogliente, con tutti i confort moderni. Luci soffuse e musiche dal vivo che vengono da tutto il mondo accompagnano i viaggiatori di oggi mentre prendono il caffè o il tè alla turca dai bicchieri a forma di pera chiamati “armud”.
Al Pera Palace soggiornò Ataturk. Nella sua stanza quattocentoundici Agata Christie scrisse “L’Assassinio sull’Orient Express”. Non sappiamo se quell’assassinio è davvero accaduto. Ciò che cinosciamo di preciso è un altro assassinio avvenuto a due passi dal Pera Palace nel 1921. Behbud Javanshir, politico azerbaigiano, rientrava nel Pera Palace dove soggiornava, dal Teatro Tepebashi, ed è stato freddato da un killer, suo oppositore armeno che gli avrebbe voluto incriminare il genocidio degli armeni a Baku. Le relazioni azere-armene hanno ancora bisogno di tanta diplomazia, ma il mondo turco e turcico ricordano Javanshir Bey, e la sua figura e opera sono un importante punto di riferimento dei rapporti fra l’Azerbaigian e la Turchia.
L’Orient Express ha collegato l’Europa all’Asia fino al 20 maggio 1977, epoca in cui sono arrivati i voli transatlantici, e il fascino di un treno di lunga percorrenza ha ceduto il posto alla necessità di spostarsi per il mondo a velocità supersoniche. Eppure, l’Orient Express ha ispirato altre rotte. Ha fatto venire la moda dei treni storici. Ed è sempre valida l’idea di farlo tornare. Oggi, ne esiste una versione italiana. Si tratta di quaranta o sessanta ore di un viaggio pieno di confort e relax.
Ricordando anche l’Orient Express, la televisione italiana ha recentemente dedicato una trasmissione a Istanbul intitolandola “la città che visse tre volte”. Alla realizzazione del programma ha collaborato attivamente il Centro italiano di cultura.
Dopo Istanbul, la ferrovia dell’Orient Express si sdoppiava e portava in Romania (Bucarest) e in Grecia (Salonicco). Una di queste città sarà la prossima destinazione del Gran Ballo della Compagnia Nazionale di danza storica.
Olga Matsyna
La Compagnia Nazionale di danza storica a Istanbul
Nino Graziano Luca: L’Orient Express e il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente
La Compagnia Nazionale di danza storica presieduta da Nino Graziano Luca dedica un evento all’anno ai rapporti internazionali e ai legami culturali con vari paesi. Nell’anno 2025 è stata scelta come destinazione la Turchia, più precisamente, la città di Istanbul dove si doveva svolgere il Ballo storico. Ma, a causa del lutto indetto per la morte del Papa Francesco, la serata danzante è stata cancellata dall’agenda della Compagnia, la quale ha, comunque, voluto mantenere tutti gli altri suoi impegni quali visita al Centro Italiano di cultura di Istanbul e al Consolato generale della Repubblica Italiana nella città sul Bosforo.
Al Centro Italiano di cultura, la Compagnia è stata benevolmente accolta dal Direttore del Centro culturale, Salvatore Schirmo. Il Direttore ha narrato la curiosa storia della sede del Centro: la Casa d’Italia sul Bosforo è stata, nel tempo, un giardino, l’Ambasciata della Sardegna, la Casa del Regno d’Italia prima ancora che il paese diventasse una repubblica. Negli anni venti e trenta del Novecento si è costruito un teatro al suo interno, e d’ora in poi il suo palcoscenico viene utilizzato per rappresentazioni teatrali, musicali e coreutiche.
In effetti, l’incontro si è tenuto esattamente lì: all’interno di un meraviglioso teatro all’italiana, nel pieno centro della città di Istanbul, nel quartiere Beyoglu ricco di storia e di legami culturali con innumerevoli paesi e regioni. Se parliamo dell”Italia, sono imprescindibili i legami fra Istanbul e la Repubblica Serenissima come anche fra Istanbul e la Liguria: Galata che è un quartiere centrale di Costantinopoli era, un tempo, una colonia genovese.
Un gran numero di edifici del centro istanbulese sono monumenti architettonici del cosiddetto Liberty Style. C’è tanta architettura italiana. Ciò è dovuto a una grande apertura culturale nell’Impero Ottomano già dalla prima metà dell’Ottocento. L’europeizzazione degli usi e costumi si manifestava nell’abbigliamento (rinuncia ai turbanti e ai pantaloni a sbuffo) e anche nell’architettura ed urbanistica. I luoghi prettamente orientali restano tali (Topkapi, ad esempio), ma vengono creati luoghi europei grazie agli architetti francesi ed italtani chiamati a modernizzare il volto della città.
Fra gli artisti che hanno contribuito all’europeizzazione di Costantinopoli /Istanbul spiccano i nomi di due italiani: dello scultore Canonica e del fratello di Gaetano Donizetti, Giuseppe, detto Donizetti Pascià, che ha composto l’Inno dell'”İmpero Ottomano.
In Turchia arrivano le grandi banche europee, ci si trasferiscono alcune famiglie nobili importantissime.Negli anni dieci del Novecento Istanbul vive la sua Belle epoche alla quale, però, succede lo smembramento dell’Impero, a seguito della Prima guerra mondiale, e la Repubblica di Ataturk.
Ataturk, il padre della patria, sposta la capitale ad Ankara per ragioni di sicurezza. (Istanbul era esposta alle cannoniere inglesi sul Bosforo). Ma il flusso degli artisti europei verso Istanbul non si interrompe. Le ambasciate si spostano ad Ankara, ma i consolati restano i luoghi di ritrovo di numerose comunità nazionali come quella italiana.
Gli İstituti italiani di cultura sono distaccamenti del Ministero dell’estero, sono piccole ambasciate che promuovono lingua e cultura italiana attraverso gli eventi culturali (mostre, concerti). Salvatore Schirmo ha l’onore di aver avviato collaborazioni con istituti culturali italiani quali accademie musicali e, ora, anche la Compagna Nazionale di danza storica. Il dottor Schirmo si impegna a promuovere la lingua e la cultura italiane, ma le considera elementi della soft power che andrebbero proposti, e mai imposti. La lingua è cultura, è diplomazia, è dialogo.
Salvatore Schirmo è orgoglioso di aver messo insieme le eccellenze italiane e quelle turche per le messe in scena di opere e balletti, aver organizzato grandi festival e masterclass nell’ambito dell’opera lirica.
Nel suo intervento di risposta, Nino Graziano Luca, Presidente della Compagnia Nazionale di danza storica, sottolinea che nei rapporti interculturali fra la Turchia e l’Italia c’è una bilateralità già dal 1856. Ma ancora prima, esistono i legami stretti dal Quattrocento in poi fra Istanbul da una parte e Napoli e Venezia dall’altra.
Nino rammenta il precedente evento CBDS all’estero in cui ha avuto modo di lavorare con Salvatore Schirmo. Ha avuto luogo a La Valletta, alla vecchia tesoreria dell’Ordine dei cavalieri di Malta. Quella volta Nino aveva portato all’estero il Valzer del Gattopardo che è stato ballato dalla CNDS in piazza, prima della sfilata di Renato Balestra. La piazza si è riempita in un batter d’occhio. La danza italiana è come la moda del Bel Paese: un’eccellenza, e la risposta del pubblico a un’eccellenza è interesse, coinvolgimento, passione.
Presso la sede del Consolato generale italiano si sarebbero ballate (da carnet de bal) ben quattro danze che fanno riferimento al “Gattopardo”: il Valzer, la Mazurka, la Controdanza e il Galop. Erano previste la Quadriglia francese e Orpheus quadrille. La Compagnia Nazionale avrebbe sfoggiato le migliori coreografie del suo repertorio con le danze “Le baccanti”, “Virginia Reel”, “And for the Young Ones”, “Marcia di Radetzky”. La metà delle danze previste per l’evento erano valzer: St Bernard Waltz, Vienna Bonbon – Waltz Country Dance, Figure Waltzny, Duke of Kent’s Waltz e la fantastica ed emozionante “Vita d’artista”.
La visita al Consolato ha comunque avuto luogo, ma ha avuto la forma di una visita finalizzata allo scambio di idee sull’organizzazione dei prossimi eventi come master class della danza storica a Istanbul o anche in Italia.
Accolti dalla coniuge della Sua Eccellenza Marrapodi, gli iscritti della Compagnia hanno potuto ammirare l’architettura della sede e il suo ricco patrimonio artistico come i quadri dei pittori italiani ed elementi di arredo più unici che rari.
Il leit-motiv del viaggio della CNDS a Istanbul è stato il dialogo fra le culture italiana e turca. E il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente che ha preso forma, ad esempio, nel progetto ottocentesco dell’Orient Express: il treno che partiva da Parigi e arrivava ad Istanbul. L’idea era non solo collegare i continenti, ma mettere insieme le persone, le mentalità e le culture. Pensato come un treno di lusso, L’Orient Express non avrebbe mai visto luce senza il supporto economico di Leopoldo Secondo, re belga, il grande appassionato dei treni.
A causa della guerra franco-prussiana, l’Orient Express, concettualmente pronto gia nel 1865, viene inaugurato solo nel 1883. Sul treno più prestigioso viaggiavano tutte le personalità più importanti dell’epoca. Nella sua carrozza ristorante e nei wagon lit accadeva lo scambio delle opinioni, il dibattito fra i vari punti di vista, il confronto fra le visioni del mondo. Le altale società europea ed asiatica si riunivano a bordo dell’Orient Express, creavano l’epoca e una narrazione su di essa.
I viaggiatori del treno di lusso sbarcavano alla stazione di Sirkeci di cui oggi è funzionante solo una parte. Ma si può ammirare la locomotiva storica davanti alla stazione e la targa con le parole di Ataturk sulla dolcezza della lingua turca. All’interno della stazione, c’è il Museo dell’Orient Express e delle ferrovie turche.
Di regola, i viaggiatori dell’Orient Express pranzavano al ristorante della stazione Sirkeci e poi si facevano portare in carrozza al Pera Palace, albergo di lusso sito nei pressi della via principale Istiklal Caddesi. Era l’hotel delle innovazioni: ha introdotto per primo in Oriente un ascensore in ghisa elettrificato. È tutt’ora un albergo caratteristico in cui regna un’atmosfera ottocentesca, ma accogliente, con tutti i confort moderni. Luci soffuse e musiche dal vivo che vengono da tutto il mondo accompagnano i viaggiatori di oggi mentre prendono il caffè o il tè alla turca dai bicchieri a forma di pera chiamati “armud”.
Al Pera Palace soggiornò Ataturk. Nella sua stanza quattocentoundici Agata Christie scrisse “L’Assassinio sull’Orient Express”. Non sappiamo se quell’assassinio è davvero accaduto. Ciò che cinosciamo di preciso è un altro assassinio avvenuto a due passi dal Pera Palace nel 1921. Behbud Javanshir, politico azerbaigiano, rientrava nel Pera Palace dove soggiornava, dal Teatro Tepebashi, ed è stato freddato da un killer, suo oppositore armeno che gli avrebbe voluto incriminare il genocidio degli armeni a Baku. Le relazioni azere-armene hanno ancora bisogno di tanta diplomazia, ma il mondo turco e turcico ricordano Javanshir Bey, e la sua figura e opera sono un importante punto di riferimento dei rapporti fra l’Azerbaigian e la Turchia.
L’Orient Express ha collegato l’Europa all’Asia fino al 20 maggio 1977, epoca in cui sono arrivati i voli transatlantici, e il fascino di un treno di lunga percorrenza ha ceduto il posto alla necessità di spostarsi per il mondo a velocità supersoniche. Eppure, l’Orient Express ha ispirato altre rotte. Ha fatto venire la moda dei treni storici. Ed è sempre valida l’idea di farlo tornare. Oggi, ne esiste una versione italiana. Si tratta di quaranta o sessanta ore di un viaggio pieno di confort e relax.
Ricordando anche l’Orient Express, la televisione italiana ha recentemente dedicato una trasmissione a Istanbul intitolandola “la città che visse tre volte”. Alla realizzazione del programma ha collaborato attivamente il Centro italiano di cultura.
Dopo Istanbul, la ferrovia dell’Orient Express si sdoppiava e portava in Romania (Bucarest) e in Grecia (Salonicco). Una di queste città sarà la prossima destinazione del Gran Ballo della Compagnia Nazionale di danza storica.
Olga Matsyna
La Compagnia Nazionale di danza storica a Istanbul
Nino Graziano Luca: L’Orient Express e il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente
La Compagnia Nazionale di danza storica presieduta da Nino Graziano Luca dedica un evento all’anno ai rapporti internazionali e ai legami culturali con vari paesi. Nell’anno 2025 è stata scelta come destinazione la Turchia, più precisamente, la città di Istanbul dove si doveva svolgere il Ballo storico. Ma, a causa del lutto indetto per la morte del Papa Francesco, la serata danzante è stata cancellata dall’agenda della Compagnia, la quale ha, comunque, voluto mantenere tutti gli altri suoi impegni quali visita al Centro Italiano di cultura di Istanbul e al Consolato generale della Repubblica Italiana nella città sul Bosforo.
Al Centro Italiano di cultura, la Compagnia è stata benevolmente accolta dal Direttore del Centro culturale, Salvatore Schirmo. Il Direttore ha narrato la curiosa storia della sede del Centro: la Casa d’Italia sul Bosforo è stata, nel tempo, un giardino, l’Ambasciata della Sardegna, la Casa del Regno d’Italia prima ancora che il paese diventasse una repubblica. Negli anni venti e trenta del Novecento si è costruito un teatro al suo interno, e d’ora in poi il suo palcoscenico viene utilizzato per rappresentazioni teatrali, musicali e coreutiche.
In effetti, l’incontro si è tenuto esattamente lì: all’interno di un meraviglioso teatro all’italiana, nel pieno centro della città di Istanbul, nel quartiere Beyoglu ricco di storia e di legami culturali con innumerevoli paesi e regioni. Se parliamo dell”Italia, sono imprescindibili i legami fra Istanbul e la Repubblica Serenissima come anche fra Istanbul e la Liguria: Galata che è un quartiere centrale di Costantinopoli era, un tempo, una colonia genovese.
Un gran numero di edifici del centro istanbulese sono monumenti architettonici del cosiddetto Liberty Style. C’è tanta architettura italiana. Ciò è dovuto a una grande apertura culturale nell’Impero Ottomano già dalla prima metà dell’Ottocento. L’europeizzazione degli usi e costumi si manifestava nell’abbigliamento (rinuncia ai turbanti e ai pantaloni a sbuffo) e anche nell’architettura ed urbanistica. I luoghi prettamente orientali restano tali (Topkapi, ad esempio), ma vengono creati luoghi europei grazie agli architetti francesi ed italtani chiamati a modernizzare il volto della città.
Fra gli artisti che hanno contribuito all’europeizzazione di Costantinopoli /Istanbul spiccano i nomi di due italiani: dello scultore Canonica e del fratello di Gaetano Donizetti, Giuseppe, detto Donizetti Pascià, che ha composto l’Inno dell'”İmpero Ottomano.
In Turchia arrivano le grandi banche europee, ci si trasferiscono alcune famiglie nobili importantissime.Negli anni dieci del Novecento Istanbul vive la sua Belle epoche alla quale, però, succede lo smembramento dell’Impero, a seguito della Prima guerra mondiale, e la Repubblica di Ataturk.
Ataturk, il padre della patria, sposta la capitale ad Ankara per ragioni di sicurezza. (Istanbul era esposta alle cannoniere inglesi sul Bosforo). Ma il flusso degli artisti europei verso Istanbul non si interrompe. Le ambasciate si spostano ad Ankara, ma i consolati restano i luoghi di ritrovo di numerose comunità nazionali come quella italiana.
Gli İstituti italiani di cultura sono distaccamenti del Ministero dell’estero, sono piccole ambasciate che promuovono lingua e cultura italiana attraverso gli eventi culturali (mostre, concerti). Salvatore Schirmo ha l’onore di aver avviato collaborazioni con istituti culturali italiani quali accademie musicali e, ora, anche la Compagna Nazionale di danza storica. Il dottor Schirmo si impegna a promuovere la lingua e la cultura italiane, ma le considera elementi della soft power che andrebbero proposti, e mai imposti. La lingua è cultura, è diplomazia, è dialogo.
Salvatore Schirmo è orgoglioso di aver messo insieme le eccellenze italiane e quelle turche per le messe in scena di opere e balletti, aver organizzato grandi festival e masterclass nell’ambito dell’opera lirica.
Nel suo intervento di risposta, Nino Graziano Luca, Presidente della Compagnia Nazionale di danza storica, sottolinea che nei rapporti interculturali fra la Turchia e l’Italia c’è una bilateralità già dal 1856. Ma ancora prima, esistono i legami stretti dal Quattrocento in poi fra Istanbul da una parte e Napoli e Venezia dall’altra.
Nino rammenta il precedente evento CBDS all’estero in cui ha avuto modo di lavorare con Salvatore Schirmo. Ha avuto luogo a La Valletta, alla vecchia tesoreria dell’Ordine dei cavalieri di Malta. Quella volta Nino aveva portato all’estero il Valzer del Gattopardo che è stato ballato dalla CNDS in piazza, prima della sfilata di Renato Balestra. La piazza si è riempita in un batter d’occhio. La danza italiana è come la moda del Bel Paese: un’eccellenza, e la risposta del pubblico a un’eccellenza è interesse, coinvolgimento, passione.
Presso la sede del Consolato generale italiano si sarebbero ballate (da carnet de bal) ben quattro danze che fanno riferimento al “Gattopardo”: il Valzer, la Mazurka, la Controdanza e il Galop. Erano previste la Quadriglia francese e Orpheus quadrille. La Compagnia Nazionale avrebbe sfoggiato le migliori coreografie del suo repertorio con le danze “Le baccanti”, “Virginia Reel”, “And for the Young Ones”, “Marcia di Radetzky”. La metà delle danze previste per l’evento erano valzer: St Bernard Waltz, Vienna Bonbon – Waltz Country Dance, Figure Waltzny, Duke of Kent’s Waltz e la fantastica ed emozionante “Vita d’artista”.
La visita al Consolato ha comunque avuto luogo, ma ha avuto la forma di una visita finalizzata allo scambio di idee sull’organizzazione dei prossimi eventi come master class della danza storica a Istanbul o anche in Italia.
Accolti dalla coniuge della Sua Eccellenza Marrapodi, gli iscritti della Compagnia hanno potuto ammirare l’architettura della sede e il suo ricco patrimonio artistico come i quadri dei pittori italiani ed elementi di arredo più unici che rari.
Il leit-motiv del viaggio della CNDS a Istanbul è stato il dialogo fra le culture italiana e turca. E il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente che ha preso forma, ad esempio, nel progetto ottocentesco dell’Orient Express: il treno che partiva da Parigi e arrivava ad Istanbul. L’idea era non solo collegare i continenti, ma mettere insieme le persone, le mentalità e le culture. Pensato come un treno di lusso, L’Orient Express non avrebbe mai visto luce senza il supporto economico di Leopoldo Secondo, re belga, il grande appassionato dei treni.
A causa della guerra franco-prussiana, l’Orient Express, concettualmente pronto gia nel 1865, viene inaugurato solo nel 1883. Sul treno più prestigioso viaggiavano tutte le personalità più importanti dell’epoca. Nella sua carrozza ristorante e nei wagon lit accadeva lo scambio delle opinioni, il dibattito fra i vari punti di vista, il confronto fra le visioni del mondo. Le altale società europea ed asiatica si riunivano a bordo dell’Orient Express, creavano l’epoca e una narrazione su di essa.
I viaggiatori del treno di lusso sbarcavano alla stazione di Sirkeci di cui oggi è funzionante solo una parte. Ma si può ammirare la locomotiva storica davanti alla stazione e la targa con le parole di Ataturk sulla dolcezza della lingua turca. All’interno della stazione, c’è il Museo dell’Orient Express e delle ferrovie turche.
Di regola, i viaggiatori dell’Orient Express pranzavano al ristorante della stazione Sirkeci e poi si facevano portare in carrozza al Pera Palace, albergo di lusso sito nei pressi della via principale Istiklal Caddesi. Era l’hotel delle innovazioni: ha introdotto per primo in Oriente un ascensore in ghisa elettrificato. È tutt’ora un albergo caratteristico in cui regna un’atmosfera ottocentesca, ma accogliente, con tutti i confort moderni. Luci soffuse e musiche dal vivo che vengono da tutto il mondo accompagnano i viaggiatori di oggi mentre prendono il caffè o il tè alla turca dai bicchieri a forma di pera chiamati “armud”.
Al Pera Palace soggiornò Ataturk. Nella sua stanza quattocentoundici Agata Christie scrisse “L’Assassinio sull’Orient Express”. Non sappiamo se quell’assassinio è davvero accaduto. Ciò che cinosciamo di preciso è un altro assassinio avvenuto a due passi dal Pera Palace nel 1921. Behbud Javanshir, politico azerbaigiano, rientrava nel Pera Palace dove soggiornava, dal Teatro Tepebashi, ed è stato freddato da un killer, suo oppositore armeno che gli avrebbe voluto incriminare il genocidio degli armeni a Baku. Le relazioni azere-armene hanno ancora bisogno di tanta diplomazia, ma il mondo turco e turcico ricordano Javanshir Bey, e la sua figura e opera sono un importante punto di riferimento dei rapporti fra l’Azerbaigian e la Turchia.
L’Orient Express ha collegato l’Europa all’Asia fino al 20 maggio 1977, epoca in cui sono arrivati i voli transatlantici, e il fascino di un treno di lunga percorrenza ha ceduto il posto alla necessità di spostarsi per il mondo a velocità supersoniche. Eppure, l’Orient Express ha ispirato altre rotte. Ha fatto venire la moda dei treni storici. Ed è sempre valida l’idea di farlo tornare. Oggi, ne esiste una versione italiana. Si tratta di quaranta o sessanta ore di un viaggio pieno di confort e relax.
Ricordando anche l’Orient Express, la televisione italiana ha recentemente dedicato una trasmissione a Istanbul intitolandola “la città che visse tre volte”. Alla realizzazione del programma ha collaborato attivamente il Centro italiano di cultura.
Dopo Istanbul, la ferrovia dell’Orient Express si sdoppiava e portava in Romania (Bucarest) e in Grecia (Salonicco). Una di queste città sarà la prossima destinazione del Gran Ballo della Compagnia Nazionale di danza storica.
Olga Matsyna
La Compagnia Nazionale di danza storica a Istanbul
Nino Graziano Luca: L’Orient Express e il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente
La Compagnia Nazionale di danza storica presieduta da Nino Graziano Luca dedica un evento all’anno ai rapporti internazionali e ai legami culturali con vari paesi. Nell’anno 2025 è stata scelta come destinazione la Turchia, più precisamente, la città di Istanbul dove si doveva svolgere il Ballo storico. Ma, a causa del lutto indetto per la morte del Papa Francesco, la serata danzante è stata cancellata dall’agenda della Compagnia, la quale ha, comunque, voluto mantenere tutti gli altri suoi impegni quali visita al Centro Italiano di cultura di Istanbul e al Consolato generale della Repubblica Italiana nella città sul Bosforo.
Al Centro Italiano di cultura, la Compagnia è stata benevolmente accolta dal Direttore del Centro culturale, Salvatore Schirmo. Il Direttore ha narrato la curiosa storia della sede del Centro: la Casa d’Italia sul Bosforo è stata, nel tempo, un giardino, l’Ambasciata della Sardegna, la Casa del Regno d’Italia prima ancora che il paese diventasse una repubblica. Negli anni venti e trenta del Novecento si è costruito un teatro al suo interno, e d’ora in poi il suo palcoscenico viene utilizzato per rappresentazioni teatrali, musicali e coreutiche.
In effetti, l’incontro si è tenuto esattamente lì: all’interno di un meraviglioso teatro all’italiana, nel pieno centro della città di Istanbul, nel quartiere Beyoglu ricco di storia e di legami culturali con innumerevoli paesi e regioni. Se parliamo dell”Italia, sono imprescindibili i legami fra Istanbul e la Repubblica Serenissima come anche fra Istanbul e la Liguria: Galata che è un quartiere centrale di Costantinopoli era, un tempo, una colonia genovese.
Un gran numero di edifici del centro istanbulese sono monumenti architettonici del cosiddetto Liberty Style. C’è tanta architettura italiana. Ciò è dovuto a una grande apertura culturale nell’Impero Ottomano già dalla prima metà dell’Ottocento. L’europeizzazione degli usi e costumi si manifestava nell’abbigliamento (rinuncia ai turbanti e ai pantaloni a sbuffo) e anche nell’architettura ed urbanistica. I luoghi prettamente orientali restano tali (Topkapi, ad esempio), ma vengono creati luoghi europei grazie agli architetti francesi ed italtani chiamati a modernizzare il volto della città.
Fra gli artisti che hanno contribuito all’europeizzazione di Costantinopoli /Istanbul spiccano i nomi di due italiani: dello scultore Canonica e del fratello di Gaetano Donizetti, Giuseppe, detto Donizetti Pascià, che ha composto l’Inno dell'”İmpero Ottomano.
In Turchia arrivano le grandi banche europee, ci si trasferiscono alcune famiglie nobili importantissime.Negli anni dieci del Novecento Istanbul vive la sua Belle epoche alla quale, però, succede lo smembramento dell’Impero, a seguito della Prima guerra mondiale, e la Repubblica di Ataturk.
Ataturk, il padre della patria, sposta la capitale ad Ankara per ragioni di sicurezza. (Istanbul era esposta alle cannoniere inglesi sul Bosforo). Ma il flusso degli artisti europei verso Istanbul non si interrompe. Le ambasciate si spostano ad Ankara, ma i consolati restano i luoghi di ritrovo di numerose comunità nazionali come quella italiana.
Gli İstituti italiani di cultura sono distaccamenti del Ministero dell’estero, sono piccole ambasciate che promuovono lingua e cultura italiana attraverso gli eventi culturali (mostre, concerti). Salvatore Schirmo ha l’onore di aver avviato collaborazioni con istituti culturali italiani quali accademie musicali e, ora, anche la Compagna Nazionale di danza storica. Il dottor Schirmo si impegna a promuovere la lingua e la cultura italiane, ma le considera elementi della soft power che andrebbero proposti, e mai imposti. La lingua è cultura, è diplomazia, è dialogo.
Salvatore Schirmo è orgoglioso di aver messo insieme le eccellenze italiane e quelle turche per le messe in scena di opere e balletti, aver organizzato grandi festival e masterclass nell’ambito dell’opera lirica.
Nel suo intervento di risposta, Nino Graziano Luca, Presidente della Compagnia Nazionale di danza storica, sottolinea che nei rapporti interculturali fra la Turchia e l’Italia c’è una bilateralità già dal 1856. Ma ancora prima, esistono i legami stretti dal Quattrocento in poi fra Istanbul da una parte e Napoli e Venezia dall’altra.
Nino rammenta il precedente evento CBDS all’estero in cui ha avuto modo di lavorare con Salvatore Schirmo. Ha avuto luogo a La Valletta, alla vecchia tesoreria dell’Ordine dei cavalieri di Malta. Quella volta Nino aveva portato all’estero il Valzer del Gattopardo che è stato ballato dalla CNDS in piazza, prima della sfilata di Renato Balestra. La piazza si è riempita in un batter d’occhio. La danza italiana è come la moda del Bel Paese: un’eccellenza, e la risposta del pubblico a un’eccellenza è interesse, coinvolgimento, passione.
Presso la sede del Consolato generale italiano si sarebbero ballate (da carnet de bal) ben quattro danze che fanno riferimento al “Gattopardo”: il Valzer, la Mazurka, la Controdanza e il Galop. Erano previste la Quadriglia francese e Orpheus quadrille. La Compagnia Nazionale avrebbe sfoggiato le migliori coreografie del suo repertorio con le danze “Le baccanti”, “Virginia Reel”, “And for the Young Ones”, “Marcia di Radetzky”. La metà delle danze previste per l’evento erano valzer: St Bernard Waltz, Vienna Bonbon – Waltz Country Dance, Figure Waltzny, Duke of Kent’s Waltz e la fantastica ed emozionante “Vita d’artista”.
La visita al Consolato ha comunque avuto luogo, ma ha avuto la forma di una visita finalizzata allo scambio di idee sull’organizzazione dei prossimi eventi come master class della danza storica a Istanbul o anche in Italia.
Accolti dalla coniuge della Sua Eccellenza Marrapodi, gli iscritti della Compagnia hanno potuto ammirare l’architettura della sede e il suo ricco patrimonio artistico come i quadri dei pittori italiani ed elementi di arredo più unici che rari.
Il leit-motiv del viaggio della CNDS a Istanbul è stato il dialogo fra le culture italiana e turca. E il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente che ha preso forma, ad esempio, nel progetto ottocentesco dell’Orient Express: il treno che partiva da Parigi e arrivava ad Istanbul. L’idea era non solo collegare i continenti, ma mettere insieme le persone, le mentalità e le culture. Pensato come un treno di lusso, L’Orient Express non avrebbe mai visto luce senza il supporto economico di Leopoldo Secondo, re belga, il grande appassionato dei treni.
A causa della guerra franco-prussiana, l’Orient Express, concettualmente pronto gia nel 1865, viene inaugurato solo nel 1883. Sul treno più prestigioso viaggiavano tutte le personalità più importanti dell’epoca. Nella sua carrozza ristorante e nei wagon lit accadeva lo scambio delle opinioni, il dibattito fra i vari punti di vista, il confronto fra le visioni del mondo. Le altale società europea ed asiatica si riunivano a bordo dell’Orient Express, creavano l’epoca e una narrazione su di essa.
I viaggiatori del treno di lusso sbarcavano alla stazione di Sirkeci di cui oggi è funzionante solo una parte. Ma si può ammirare la locomotiva storica davanti alla stazione e la targa con le parole di Ataturk sulla dolcezza della lingua turca. All’interno della stazione, c’è il Museo dell’Orient Express e delle ferrovie turche.
Di regola, i viaggiatori dell’Orient Express pranzavano al ristorante della stazione Sirkeci e poi si facevano portare in carrozza al Pera Palace, albergo di lusso sito nei pressi della via principale Istiklal Caddesi. Era l’hotel delle innovazioni: ha introdotto per primo in Oriente un ascensore in ghisa elettrificato. È tutt’ora un albergo caratteristico in cui regna un’atmosfera ottocentesca, ma accogliente, con tutti i confort moderni. Luci soffuse e musiche dal vivo che vengono da tutto il mondo accompagnano i viaggiatori di oggi mentre prendono il caffè o il tè alla turca dai bicchieri a forma di pera chiamati “armud”.
Al Pera Palace soggiornò Ataturk. Nella sua stanza quattocentoundici Agata Christie scrisse “L’Assassinio sull’Orient Express”. Non sappiamo se quell’assassinio è davvero accaduto. Ciò che cinosciamo di preciso è un altro assassinio avvenuto a due passi dal Pera Palace nel 1921. Behbud Javanshir, politico azerbaigiano, rientrava nel Pera Palace dove soggiornava, dal Teatro Tepebashi, ed è stato freddato da un killer, suo oppositore armeno che gli avrebbe voluto incriminare il genocidio degli armeni a Baku. Le relazioni azere-armene hanno ancora bisogno di tanta diplomazia, ma il mondo turco e turcico ricordano Javanshir Bey, e la sua figura e opera sono un importante punto di riferimento dei rapporti fra l’Azerbaigian e la Turchia.
L’Orient Express ha collegato l’Europa all’Asia fino al 20 maggio 1977, epoca in cui sono arrivati i voli transatlantici, e il fascino di un treno di lunga percorrenza ha ceduto il posto alla necessità di spostarsi per il mondo a velocità supersoniche. Eppure, l’Orient Express ha ispirato altre rotte. Ha fatto venire la moda dei treni storici. Ed è sempre valida l’idea di farlo tornare. Oggi, ne esiste una versione italiana. Si tratta di quaranta o sessanta ore di un viaggio pieno di confort e relax.
Ricordando anche l’Orient Express, la televisione italiana ha recentemente dedicato una trasmissione a Istanbul intitolandola “la città che visse tre volte”. Alla realizzazione del programma ha collaborato attivamente il Centro italiano di cultura.
Dopo Istanbul, la ferrovia dell’Orient Express si sdoppiava e portava in Romania (Bucarest) e in Grecia (Salonicco). Una di queste città sarà la prossima destinazione del Gran Ballo della Compagnia Nazionale di danza storica.
Olga Matsyna
La Compagnia Nazionale di danza storica a Istanbul
Nino Graziano Luca: L’Orient Express e il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente
La Compagnia Nazionale di danza storica presieduta da Nino Graziano Luca dedica un evento all’anno ai rapporti internazionali e ai legami culturali con vari paesi. Nell’anno 2025 è stata scelta come destinazione la Turchia, più precisamente, la città di Istanbul dove si doveva svolgere il Ballo storico. Ma, a causa del lutto indetto per la morte del Papa Francesco, la serata danzante è stata cancellata dall’agenda della Compagnia, la quale ha, comunque, voluto mantenere tutti gli altri suoi impegni quali visita al Centro Italiano di cultura di Istanbul e al Consolato generale della Repubblica Italiana nella città sul Bosforo.
Al Centro Italiano di cultura, la Compagnia è stata benevolmente accolta dal Direttore del Centro culturale, Salvatore Schirmo. Il Direttore ha narrato la curiosa storia della sede del Centro: la Casa d’Italia sul Bosforo è stata, nel tempo, un giardino, l’Ambasciata della Sardegna, la Casa del Regno d’Italia prima ancora che il paese diventasse una repubblica. Negli anni venti e trenta del Novecento si è costruito un teatro al suo interno, e d’ora in poi il suo palcoscenico viene utilizzato per rappresentazioni teatrali, musicali e coreutiche.
In effetti, l’incontro si è tenuto esattamente lì: all’interno di un meraviglioso teatro all’italiana, nel pieno centro della città di Istanbul, nel quartiere Beyoglu ricco di storia e di legami culturali con innumerevoli paesi e regioni. Se parliamo dell”Italia, sono imprescindibili i legami fra Istanbul e la Repubblica Serenissima come anche fra Istanbul e la Liguria: Galata che è un quartiere centrale di Costantinopoli era, un tempo, una colonia genovese.
Un gran numero di edifici del centro istanbulese sono monumenti architettonici del cosiddetto Liberty Style. C’è tanta architettura italiana. Ciò è dovuto a una grande apertura culturale nell’Impero Ottomano già dalla prima metà dell’Ottocento. L’europeizzazione degli usi e costumi si manifestava nell’abbigliamento (rinuncia ai turbanti e ai pantaloni a sbuffo) e anche nell’architettura ed urbanistica. I luoghi prettamente orientali restano tali (Topkapi, ad esempio), ma vengono creati luoghi europei grazie agli architetti francesi ed italtani chiamati a modernizzare il volto della città.
Fra gli artisti che hanno contribuito all’europeizzazione di Costantinopoli /Istanbul spiccano i nomi di due italiani: dello scultore Canonica e del fratello di Gaetano Donizetti, Giuseppe, detto Donizetti Pascià, che ha composto l’Inno dell'”İmpero Ottomano.
In Turchia arrivano le grandi banche europee, ci si trasferiscono alcune famiglie nobili importantissime.Negli anni dieci del Novecento Istanbul vive la sua Belle epoche alla quale, però, succede lo smembramento dell’Impero, a seguito della Prima guerra mondiale, e la Repubblica di Ataturk.
Ataturk, il padre della patria, sposta la capitale ad Ankara per ragioni di sicurezza. (Istanbul era esposta alle cannoniere inglesi sul Bosforo). Ma il flusso degli artisti europei verso Istanbul non si interrompe. Le ambasciate si spostano ad Ankara, ma i consolati restano i luoghi di ritrovo di numerose comunità nazionali come quella italiana.
Gli İstituti italiani di cultura sono distaccamenti del Ministero dell’estero, sono piccole ambasciate che promuovono lingua e cultura italiana attraverso gli eventi culturali (mostre, concerti). Salvatore Schirmo ha l’onore di aver avviato collaborazioni con istituti culturali italiani quali accademie musicali e, ora, anche la Compagna Nazionale di danza storica. Il dottor Schirmo si impegna a promuovere la lingua e la cultura italiane, ma le considera elementi della soft power che andrebbero proposti, e mai imposti. La lingua è cultura, è diplomazia, è dialogo.
Salvatore Schirmo è orgoglioso di aver messo insieme le eccellenze italiane e quelle turche per le messe in scena di opere e balletti, aver organizzato grandi festival e masterclass nell’ambito dell’opera lirica.
Nel suo intervento di risposta, Nino Graziano Luca, Presidente della Compagnia Nazionale di danza storica, sottolinea che nei rapporti interculturali fra la Turchia e l’Italia c’è una bilateralità già dal 1856. Ma ancora prima, esistono i legami stretti dal Quattrocento in poi fra Istanbul da una parte e Napoli e Venezia dall’altra.
Nino rammenta il precedente evento CBDS all’estero in cui ha avuto modo di lavorare con Salvatore Schirmo. Ha avuto luogo a La Valletta, alla vecchia tesoreria dell’Ordine dei cavalieri di Malta. Quella volta Nino aveva portato all’estero il Valzer del Gattopardo che è stato ballato dalla CNDS in piazza, prima della sfilata di Renato Balestra. La piazza si è riempita in un batter d’occhio. La danza italiana è come la moda del Bel Paese: un’eccellenza, e la risposta del pubblico a un’eccellenza è interesse, coinvolgimento, passione.
Presso la sede del Consolato generale italiano si sarebbero ballate (da carnet de bal) ben quattro danze che fanno riferimento al “Gattopardo”: il Valzer, la Mazurka, la Controdanza e il Galop. Erano previste la Quadriglia francese e Orpheus quadrille. La Compagnia Nazionale avrebbe sfoggiato le migliori coreografie del suo repertorio con le danze “Le baccanti”, “Virginia Reel”, “And for the Young Ones”, “Marcia di Radetzky”. La metà delle danze previste per l’evento erano valzer: St Bernard Waltz, Vienna Bonbon – Waltz Country Dance, Figure Waltzny, Duke of Kent’s Waltz e la fantastica ed emozionante “Vita d’artista”.
La visita al Consolato ha comunque avuto luogo, ma ha avuto la forma di una visita finalizzata allo scambio di idee sull’organizzazione dei prossimi eventi come master class della danza storica a Istanbul o anche in Italia.
Accolti dalla coniuge della Sua Eccellenza Marrapodi, gli iscritti della Compagnia hanno potuto ammirare l’architettura della sede e il suo ricco patrimonio artistico come i quadri dei pittori italiani ed elementi di arredo più unici che rari.
Il leit-motiv del viaggio della CNDS a Istanbul è stato il dialogo fra le culture italiana e turca. E il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente che ha preso forma, ad esempio, nel progetto ottocentesco dell’Orient Express: il treno che partiva da Parigi e arrivava ad Istanbul. L’idea era non solo collegare i continenti, ma mettere insieme le persone, le mentalità e le culture. Pensato come un treno di lusso, L’Orient Express non avrebbe mai visto luce senza il supporto economico di Leopoldo Secondo, re belga, il grande appassionato dei treni.
A causa della guerra franco-prussiana, l’Orient Express, concettualmente pronto gia nel 1865, viene inaugurato solo nel 1883. Sul treno più prestigioso viaggiavano tutte le personalità più importanti dell’epoca. Nella sua carrozza ristorante e nei wagon lit accadeva lo scambio delle opinioni, il dibattito fra i vari punti di vista, il confronto fra le visioni del mondo. Le altale società europea ed asiatica si riunivano a bordo dell’Orient Express, creavano l’epoca e una narrazione su di essa.
I viaggiatori del treno di lusso sbarcavano alla stazione di Sirkeci di cui oggi è funzionante solo una parte. Ma si può ammirare la locomotiva storica davanti alla stazione e la targa con le parole di Ataturk sulla dolcezza della lingua turca. All’interno della stazione, c’è il Museo dell’Orient Express e delle ferrovie turche.
Di regola, i viaggiatori dell’Orient Express pranzavano al ristorante della stazione Sirkeci e poi si facevano portare in carrozza al Pera Palace, albergo di lusso sito nei pressi della via principale Istiklal Caddesi. Era l’hotel delle innovazioni: ha introdotto per primo in Oriente un ascensore in ghisa elettrificato. È tutt’ora un albergo caratteristico in cui regna un’atmosfera ottocentesca, ma accogliente, con tutti i confort moderni. Luci soffuse e musiche dal vivo che vengono da tutto il mondo accompagnano i viaggiatori di oggi mentre prendono il caffè o il tè alla turca dai bicchieri a forma di pera chiamati “armud”.
Al Pera Palace soggiornò Ataturk. Nella sua stanza quattocentoundici Agata Christie scrisse “L’Assassinio sull’Orient Express”. Non sappiamo se quell’assassinio è davvero accaduto. Ciò che cinosciamo di preciso è un altro assassinio avvenuto a due passi dal Pera Palace nel 1921. Behbud Javanshir, politico azerbaigiano, rientrava nel Pera Palace dove soggiornava, dal Teatro Tepebashi, ed è stato freddato da un killer, suo oppositore armeno che gli avrebbe voluto incriminare il genocidio degli armeni a Baku. Le relazioni azere-armene hanno ancora bisogno di tanta diplomazia, ma il mondo turco e turcico ricordano Javanshir Bey, e la sua figura e opera sono un importante punto di riferimento dei rapporti fra l’Azerbaigian e la Turchia.
L’Orient Express ha collegato l’Europa all’Asia fino al 20 maggio 1977, epoca in cui sono arrivati i voli transatlantici, e il fascino di un treno di lunga percorrenza ha ceduto il posto alla necessità di spostarsi per il mondo a velocità supersoniche. Eppure, l’Orient Express ha ispirato altre rotte. Ha fatto venire la moda dei treni storici. Ed è sempre valida l’idea di farlo tornare. Oggi, ne esiste una versione italiana. Si tratta di quaranta o sessanta ore di un viaggio pieno di confort e relax.
Ricordando anche l’Orient Express, la televisione italiana ha recentemente dedicato una trasmissione a Istanbul intitolandola “la città che visse tre volte”. Alla realizzazione del programma ha collaborato attivamente il Centro italiano di cultura.
Dopo Istanbul, la ferrovia dell’Orient Express si sdoppiava e portava in Romania (Bucarest) e in Grecia (Salonicco). Una di queste città sarà la prossima destinazione del Gran Ballo della Compagnia Nazionale di danza storica.
Olga Matsyna
La Compagnia Nazionale di danza storica a Istanbul
Nino Graziano Luca: L’Orient Express e il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente
La Compagnia Nazionale di danza storica presieduta da Nino Graziano Luca dedica un evento all’anno ai rapporti internazionali e ai legami culturali con vari paesi. Nell’anno 2025 è stata scelta come destinazione la Turchia, più precisamente, la città di Istanbul dove si doveva svolgere il Ballo storico. Ma, a causa del lutto indetto per la morte del Papa Francesco, la serata danzante è stata cancellata dall’agenda della Compagnia, la quale ha, comunque, voluto mantenere tutti gli altri suoi impegni quali visita al Centro Italiano di cultura di Istanbul e al Consolato generale della Repubblica Italiana nella città sul Bosforo.
Al Centro Italiano di cultura, la Compagnia è stata benevolmente accolta dal Direttore del Centro culturale, Salvatore Schirmo. Il Direttore ha narrato la curiosa storia della sede del Centro: la Casa d’Italia sul Bosforo è stata, nel tempo, un giardino, l’Ambasciata della Sardegna, la Casa del Regno d’Italia prima ancora che il paese diventasse una repubblica. Negli anni venti e trenta del Novecento si è costruito un teatro al suo interno, e d’ora in poi il suo palcoscenico viene utilizzato per rappresentazioni teatrali, musicali e coreutiche.
In effetti, l’incontro si è tenuto esattamente lì: all’interno di un meraviglioso teatro all’italiana, nel pieno centro della città di Istanbul, nel quartiere Beyoglu ricco di storia e di legami culturali con innumerevoli paesi e regioni. Se parliamo dell”Italia, sono imprescindibili i legami fra Istanbul e la Repubblica Serenissima come anche fra Istanbul e la Liguria: Galata che è un quartiere centrale di Costantinopoli era, un tempo, una colonia genovese.
Un gran numero di edifici del centro istanbulese sono monumenti architettonici del cosiddetto Liberty Style. C’è tanta architettura italiana. Ciò è dovuto a una grande apertura culturale nell’Impero Ottomano già dalla prima metà dell’Ottocento. L’europeizzazione degli usi e costumi si manifestava nell’abbigliamento (rinuncia ai turbanti e ai pantaloni a sbuffo) e anche nell’architettura ed urbanistica. I luoghi prettamente orientali restano tali (Topkapi, ad esempio), ma vengono creati luoghi europei grazie agli architetti francesi ed italtani chiamati a modernizzare il volto della città.
Fra gli artisti che hanno contribuito all’europeizzazione di Costantinopoli /Istanbul spiccano i nomi di due italiani: dello scultore Canonica e del fratello di Gaetano Donizetti, Giuseppe, detto Donizetti Pascià, che ha composto l’Inno dell'”İmpero Ottomano.
In Turchia arrivano le grandi banche europee, ci si trasferiscono alcune famiglie nobili importantissime.Negli anni dieci del Novecento Istanbul vive la sua Belle epoche alla quale, però, succede lo smembramento dell’Impero, a seguito della Prima guerra mondiale, e la Repubblica di Ataturk.
Ataturk, il padre della patria, sposta la capitale ad Ankara per ragioni di sicurezza. (Istanbul era esposta alle cannoniere inglesi sul Bosforo). Ma il flusso degli artisti europei verso Istanbul non si interrompe. Le ambasciate si spostano ad Ankara, ma i consolati restano i luoghi di ritrovo di numerose comunità nazionali come quella italiana.
Gli İstituti italiani di cultura sono distaccamenti del Ministero dell’estero, sono piccole ambasciate che promuovono lingua e cultura italiana attraverso gli eventi culturali (mostre, concerti). Salvatore Schirmo ha l’onore di aver avviato collaborazioni con istituti culturali italiani quali accademie musicali e, ora, anche la Compagna Nazionale di danza storica. Il dottor Schirmo si impegna a promuovere la lingua e la cultura italiane, ma le considera elementi della soft power che andrebbero proposti, e mai imposti. La lingua è cultura, è diplomazia, è dialogo.
Salvatore Schirmo è orgoglioso di aver messo insieme le eccellenze italiane e quelle turche per le messe in scena di opere e balletti, aver organizzato grandi festival e masterclass nell’ambito dell’opera lirica.
Nel suo intervento di risposta, Nino Graziano Luca, Presidente della Compagnia Nazionale di danza storica, sottolinea che nei rapporti interculturali fra la Turchia e l’Italia c’è una bilateralità già dal 1856. Ma ancora prima, esistono i legami stretti dal Quattrocento in poi fra Istanbul da una parte e Napoli e Venezia dall’altra.
Nino rammenta il precedente evento CBDS all’estero in cui ha avuto modo di lavorare con Salvatore Schirmo. Ha avuto luogo a La Valletta, alla vecchia tesoreria dell’Ordine dei cavalieri di Malta. Quella volta Nino aveva portato all’estero il Valzer del Gattopardo che è stato ballato dalla CNDS in piazza, prima della sfilata di Renato Balestra. La piazza si è riempita in un batter d’occhio. La danza italiana è come la moda del Bel Paese: un’eccellenza, e la risposta del pubblico a un’eccellenza è interesse, coinvolgimento, passione.
Presso la sede del Consolato generale italiano si sarebbero ballate (da carnet de bal) ben quattro danze che fanno riferimento al “Gattopardo”: il Valzer, la Mazurka, la Controdanza e il Galop. Erano previste la Quadriglia francese e Orpheus quadrille. La Compagnia Nazionale avrebbe sfoggiato le migliori coreografie del suo repertorio con le danze “Le baccanti”, “Virginia Reel”, “And for the Young Ones”, “Marcia di Radetzky”. La metà delle danze previste per l’evento erano valzer: St Bernard Waltz, Vienna Bonbon – Waltz Country Dance, Figure Waltzny, Duke of Kent’s Waltz e la fantastica ed emozionante “Vita d’artista”.
La visita al Consolato ha comunque avuto luogo, ma ha avuto la forma di una visita finalizzata allo scambio di idee sull’organizzazione dei prossimi eventi come master class della danza storica a Istanbul o anche in Italia.
Accolti dalla coniuge della Sua Eccellenza Marrapodi, gli iscritti della Compagnia hanno potuto ammirare l’architettura della sede e il suo ricco patrimonio artistico come i quadri dei pittori italiani ed elementi di arredo più unici che rari.
Il leit-motiv del viaggio della CNDS a Istanbul è stato il dialogo fra le culture italiana e turca. E il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente che ha preso forma, ad esempio, nel progetto ottocentesco dell’Orient Express: il treno che partiva da Parigi e arrivava ad Istanbul. L’idea era non solo collegare i continenti, ma mettere insieme le persone, le mentalità e le culture. Pensato come un treno di lusso, L’Orient Express non avrebbe mai visto luce senza il supporto economico di Leopoldo Secondo, re belga, il grande appassionato dei treni.
A causa della guerra franco-prussiana, l’Orient Express, concettualmente pronto gia nel 1865, viene inaugurato solo nel 1883. Sul treno più prestigioso viaggiavano tutte le personalità più importanti dell’epoca. Nella sua carrozza ristorante e nei wagon lit accadeva lo scambio delle opinioni, il dibattito fra i vari punti di vista, il confronto fra le visioni del mondo. Le altale società europea ed asiatica si riunivano a bordo dell’Orient Express, creavano l’epoca e una narrazione su di essa.
I viaggiatori del treno di lusso sbarcavano alla stazione di Sirkeci di cui oggi è funzionante solo una parte. Ma si può ammirare la locomotiva storica davanti alla stazione e la targa con le parole di Ataturk sulla dolcezza della lingua turca. All’interno della stazione, c’è il Museo dell’Orient Express e delle ferrovie turche.
Di regola, i viaggiatori dell’Orient Express pranzavano al ristorante della stazione Sirkeci e poi si facevano portare in carrozza al Pera Palace, albergo di lusso sito nei pressi della via principale Istiklal Caddesi. Era l’hotel delle innovazioni: ha introdotto per primo in Oriente un ascensore in ghisa elettrificato. È tutt’ora un albergo caratteristico in cui regna un’atmosfera ottocentesca, ma accogliente, con tutti i confort moderni. Luci soffuse e musiche dal vivo che vengono da tutto il mondo accompagnano i viaggiatori di oggi mentre prendono il caffè o il tè alla turca dai bicchieri a forma di pera chiamati “armud”.
Al Pera Palace soggiornò Ataturk. Nella sua stanza quattocentoundici Agata Christie scrisse “L’Assassinio sull’Orient Express”. Non sappiamo se quell’assassinio è davvero accaduto. Ciò che cinosciamo di preciso è un altro assassinio avvenuto a due passi dal Pera Palace nel 1921. Behbud Javanshir, politico azerbaigiano, rientrava nel Pera Palace dove soggiornava, dal Teatro Tepebashi, ed è stato freddato da un killer, suo oppositore armeno che gli avrebbe voluto incriminare il genocidio degli armeni a Baku. Le relazioni azere-armene hanno ancora bisogno di tanta diplomazia, ma il mondo turco e turcico ricordano Javanshir Bey, e la sua figura e opera sono un importante punto di riferimento dei rapporti fra l’Azerbaigian e la Turchia.
L’Orient Express ha collegato l’Europa all’Asia fino al 20 maggio 1977, epoca in cui sono arrivati i voli transatlantici, e il fascino di un treno di lunga percorrenza ha ceduto il posto alla necessità di spostarsi per il mondo a velocità supersoniche. Eppure, l’Orient Express ha ispirato altre rotte. Ha fatto venire la moda dei treni storici. Ed è sempre valida l’idea di farlo tornare. Oggi, ne esiste una versione italiana. Si tratta di quaranta o sessanta ore di un viaggio pieno di confort e relax.
Ricordando anche l’Orient Express, la televisione italiana ha recentemente dedicato una trasmissione a Istanbul intitolandola “la città che visse tre volte”. Alla realizzazione del programma ha collaborato attivamente il Centro italiano di cultura.
Dopo Istanbul, la ferrovia dell’Orient Express si sdoppiava e portava in Romania (Bucarest) e in Grecia (Salonicco). Una di queste città sarà la prossima destinazione del Gran Ballo della Compagnia Nazionale di danza storica.
Olga Matsyna
La Compagnia Nazionale di danza storica a Istanbul
Nino Graziano Luca: L’Orient Express e il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente
La Compagnia Nazionale di danza storica presieduta da Nino Graziano Luca dedica un evento all’anno ai rapporti internazionali e ai legami culturali con vari paesi. Nell’anno 2025 è stata scelta come destinazione la Turchia, più precisamente, la città di Istanbul dove si doveva svolgere il Ballo storico. Ma, a causa del lutto indetto per la morte del Papa Francesco, la serata danzante è stata cancellata dall’agenda della Compagnia, la quale ha, comunque, voluto mantenere tutti gli altri suoi impegni quali visita al Centro Italiano di cultura di Istanbul e al Consolato generale della Repubblica Italiana nella città sul Bosforo.
Al Centro Italiano di cultura, la Compagnia è stata benevolmente accolta dal Direttore del Centro culturale, Salvatore Schirmo. Il Direttore ha narrato la curiosa storia della sede del Centro: la Casa d’Italia sul Bosforo è stata, nel tempo, un giardino, l’Ambasciata della Sardegna, la Casa del Regno d’Italia prima ancora che il paese diventasse una repubblica. Negli anni venti e trenta del Novecento si è costruito un teatro al suo interno, e d’ora in poi il suo palcoscenico viene utilizzato per rappresentazioni teatrali, musicali e coreutiche.
In effetti, l’incontro si è tenuto esattamente lì: all’interno di un meraviglioso teatro all’italiana, nel pieno centro della città di Istanbul, nel quartiere Beyoglu ricco di storia e di legami culturali con innumerevoli paesi e regioni. Se parliamo dell”Italia, sono imprescindibili i legami fra Istanbul e la Repubblica Serenissima come anche fra Istanbul e la Liguria: Galata che è un quartiere centrale di Costantinopoli era, un tempo, una colonia genovese.
Un gran numero di edifici del centro istanbulese sono monumenti architettonici del cosiddetto Liberty Style. C’è tanta architettura italiana. Ciò è dovuto a una grande apertura culturale nell’Impero Ottomano già dalla prima metà dell’Ottocento. L’europeizzazione degli usi e costumi si manifestava nell’abbigliamento (rinuncia ai turbanti e ai pantaloni a sbuffo) e anche nell’architettura ed urbanistica. I luoghi prettamente orientali restano tali (Topkapi, ad esempio), ma vengono creati luoghi europei grazie agli architetti francesi ed italtani chiamati a modernizzare il volto della città.
Fra gli artisti che hanno contribuito all’europeizzazione di Costantinopoli /Istanbul spiccano i nomi di due italiani: dello scultore Canonica e del fratello di Gaetano Donizetti, Giuseppe, detto Donizetti Pascià, che ha composto l’Inno dell'”İmpero Ottomano.
In Turchia arrivano le grandi banche europee, ci si trasferiscono alcune famiglie nobili importantissime.Negli anni dieci del Novecento Istanbul vive la sua Belle epoche alla quale, però, succede lo smembramento dell’Impero, a seguito della Prima guerra mondiale, e la Repubblica di Ataturk.
Ataturk, il padre della patria, sposta la capitale ad Ankara per ragioni di sicurezza. (Istanbul era esposta alle cannoniere inglesi sul Bosforo). Ma il flusso degli artisti europei verso Istanbul non si interrompe. Le ambasciate si spostano ad Ankara, ma i consolati restano i luoghi di ritrovo di numerose comunità nazionali come quella italiana.
Gli İstituti italiani di cultura sono distaccamenti del Ministero dell’estero, sono piccole ambasciate che promuovono lingua e cultura italiana attraverso gli eventi culturali (mostre, concerti). Salvatore Schirmo ha l’onore di aver avviato collaborazioni con istituti culturali italiani quali accademie musicali e, ora, anche la Compagna Nazionale di danza storica. Il dottor Schirmo si impegna a promuovere la lingua e la cultura italiane, ma le considera elementi della soft power che andrebbero proposti, e mai imposti. La lingua è cultura, è diplomazia, è dialogo.
Salvatore Schirmo è orgoglioso di aver messo insieme le eccellenze italiane e quelle turche per le messe in scena di opere e balletti, aver organizzato grandi festival e masterclass nell’ambito dell’opera lirica.
Nel suo intervento di risposta, Nino Graziano Luca, Presidente della Compagnia Nazionale di danza storica, sottolinea che nei rapporti interculturali fra la Turchia e l’Italia c’è una bilateralità già dal 1856. Ma ancora prima, esistono i legami stretti dal Quattrocento in poi fra Istanbul da una parte e Napoli e Venezia dall’altra.
Nino rammenta il precedente evento CBDS all’estero in cui ha avuto modo di lavorare con Salvatore Schirmo. Ha avuto luogo a La Valletta, alla vecchia tesoreria dell’Ordine dei cavalieri di Malta. Quella volta Nino aveva portato all’estero il Valzer del Gattopardo che è stato ballato dalla CNDS in piazza, prima della sfilata di Renato Balestra. La piazza si è riempita in un batter d’occhio. La danza italiana è come la moda del Bel Paese: un’eccellenza, e la risposta del pubblico a un’eccellenza è interesse, coinvolgimento, passione.
Presso la sede del Consolato generale italiano si sarebbero ballate (da carnet de bal) ben quattro danze che fanno riferimento al “Gattopardo”: il Valzer, la Mazurka, la Controdanza e il Galop. Erano previste la Quadriglia francese e Orpheus quadrille. La Compagnia Nazionale avrebbe sfoggiato le migliori coreografie del suo repertorio con le danze “Le baccanti”, “Virginia Reel”, “And for the Young Ones”, “Marcia di Radetzky”. La metà delle danze previste per l’evento erano valzer: St Bernard Waltz, Vienna Bonbon – Waltz Country Dance, Figure Waltzny, Duke of Kent’s Waltz e la fantastica ed emozionante “Vita d’artista”.
La visita al Consolato ha comunque avuto luogo, ma ha avuto la forma di una visita finalizzata allo scambio di idee sull’organizzazione dei prossimi eventi come master class della danza storica a Istanbul o anche in Italia.
Accolti dalla coniuge della Sua Eccellenza Marrapodi, gli iscritti della Compagnia hanno potuto ammirare l’architettura della sede e il suo ricco patrimonio artistico come i quadri dei pittori italiani ed elementi di arredo più unici che rari.
Il leit-motiv del viaggio della CNDS a Istanbul è stato il dialogo fra le culture italiana e turca. E il dialogo fra l’Oriente e l’Occidente che ha preso forma, ad esempio, nel progetto ottocentesco dell’Orient Express: il treno che partiva da Parigi e arrivava ad Istanbul. L’idea era non solo collegare i continenti, ma mettere insieme le persone, le mentalità e le culture. Pensato come un treno di lusso, L’Orient Express non avrebbe mai visto luce senza il supporto economico di Leopoldo Secondo, re belga, il grande appassionato dei treni.
A causa della guerra franco-prussiana, l’Orient Express, concettualmente pronto gia nel 1865, viene inaugurato solo nel 1883. Sul treno più prestigioso viaggiavano tutte le personalità più importanti dell’epoca. Nella sua carrozza ristorante e nei wagon lit accadeva lo scambio delle opinioni, il dibattito fra i vari punti di vista, il confronto fra le visioni del mondo. Le altale società europea ed asiatica si riunivano a bordo dell’Orient Express, creavano l’epoca e una narrazione su di essa.
I viaggiatori del treno di lusso sbarcavano alla stazione di Sirkeci di cui oggi è funzionante solo una parte. Ma si può ammirare la locomotiva storica davanti alla stazione e la targa con le parole di Ataturk sulla dolcezza della lingua turca. All’interno della stazione, c’è il Museo dell’Orient Express e delle ferrovie turche.
Di regola, i viaggiatori dell’Orient Express pranzavano al ristorante della stazione Sirkeci e poi si facevano portare in carrozza al Pera Palace, albergo di lusso sito nei pressi della via principale Istiklal Caddesi. Era l’hotel delle innovazioni: ha introdotto per primo in Oriente un ascensore in ghisa elettrificato. È tutt’ora un albergo caratteristico in cui regna un’atmosfera ottocentesca, ma accogliente, con tutti i confort moderni. Luci soffuse e musiche dal vivo che vengono da tutto il mondo accompagnano i viaggiatori di oggi mentre prendono il caffè o il tè alla turca dai bicchieri a forma di pera chiamati “armud”.
Al Pera Palace soggiornò Ataturk. Nella sua stanza quattocentoundici Agata Christie scrisse “L’Assassinio sull’Orient Express”. Non sappiamo se quell’assassinio è davvero accaduto. Ciò che cinosciamo di preciso è un altro assassinio avvenuto a due passi dal Pera Palace nel 1921. Behbud Javanshir, politico azerbaigiano, rientrava nel Pera Palace dove soggiornava, dal Teatro Tepebashi, ed è stato freddato da un killer, suo oppositore armeno che gli avrebbe voluto incriminare il genocidio degli armeni a Baku. Le relazioni azere-armene hanno ancora bisogno di tanta diplomazia, ma il mondo turco e turcico ricordano Javanshir Bey, e la sua figura e opera sono un importante punto di riferimento dei rapporti fra l’Azerbaigian e la Turchia.
L’Orient Express ha collegato l’Europa all’Asia fino al 20 maggio 1977, epoca in cui sono arrivati i voli transatlantici, e il fascino di un treno di lunga percorrenza ha ceduto il posto alla necessità di spostarsi per il mondo a velocità supersoniche. Eppure, l’Orient Express ha ispirato altre rotte. Ha fatto venire la moda dei treni storici. Ed è sempre valida l’idea di farlo tornare. Oggi, ne esiste una versione italiana. Si tratta di quaranta o sessanta ore di un viaggio pieno di confort e relax.
Ricordando anche l’Orient Express, la televisione italiana ha recentemente dedicato una trasmissione a Istanbul intitolandola “la città che visse tre volte”. Alla realizzazione del programma ha collaborato attivamente il Centro italiano di cultura.
Dopo Istanbul, la ferrovia dell’Orient Express si sdoppiava e portava in Romania (Bucarest) e in Grecia (Salonicco). Una di queste città sarà la prossima destinazione del Gran Ballo della Compagnia Nazionale di danza storica.
Olga Matsyna