Nella Città Universitaria della Sapienza di Roma, il prossimo 1° novembre alle ore 18.30, l’Istituzione Universitaria dei Concerti (IUC) inaugura la stagione 2025/2026 con un evento di straordinaria profondità spirituale e simbolica: “Apokàlypsis”, opera del maestro Marcello Panni, edita da Rai Com.
La scelta del titolo e del tema – la rivelazione – risuona in perfetta sintonia con la solennità di Tutti i Santi, giorno in cui la Chiesa celebra la luce che irradia da coloro che hanno accolto e incarnato il mistero divino. Apokàlypsis, in greco, non è solo il disvelamento del futuro, ma la manifestazione ultima del senso delle cose, la rivelazione di ciò che è nascosto nel cuore dell’uomo e della storia.
L’esecuzione, che avverrà nell’Aula Magna del Palazzo del Rettorato della Sapienza, vedrà la partecipazione del Coro Voci Bianche dell’Accademia di Santa Cecilia, diretto da Claudia Morelli, del Coro Goffredo Petrassi diretto da Stefano Cucci, e della Banda Nazionale dell’Esercito Italiano sotto la guida di Filippo Cangiamila. Le voci recitanti di Francesco Siciliano e Sylvia Milton daranno corpo e parola al dramma spirituale della rivelazione.
A dirigere l’insieme sarà lo stesso Marcello Panni, figura di rilievo nel panorama musicale internazionale, il cui linguaggio compositivo fonde rigore formale, tensione mistica e sensibilità contemporanea. La serata sarà introdotta dalla prolusione di Sua Eminenza il Cardinale Gianfranco Ravasi, eminente teologo e biblista, la cui presenza conferisce al concerto una valenza di dialogo alto tra fede, arte e cultura.
L’“Apokàlypsis” di Panni non si limita a rappresentare musicalmente l’ultimo libro delle Sacre Scritture: essa diviene una teofania sonora, un itinerario dell’anima che attraversa la paura, il giudizio e la speranza, fino a quella Gerusalemme celeste che risplende come promessa e compimento. In un tempo segnato dall’incertezza, la musica di Panni invita a leggere la rivelazione non come annuncio di distruzione, ma come annuncio di luce, come l’irruzione della grazia che trasforma la storia e la redime.
La Sapienza Università di Roma, luogo per eccellenza del sapere e del dialogo, diventa così anche tempio d’ascolto, in cui la musica sacra contemporanea si fa ponte tra ragione e fede, arte e contemplazione, tradizione e profezia.
Nel linguaggio dell’Apocalisse, “beato chi legge e chi ascolta le parole di questa profezia” (Ap 1,3): in questo spirito, il concerto del 1° novembre si offre come momento di meditazione collettiva, un ascolto che è già preghiera, una rivelazione che è già comunione.




















