LUCA GUERINI DIRIGE UN CLASSICO CHE ATTUALIZZA MAGISTRALMENTE
Si tratta di Ninfodora İvanovna di Gonciarov
İl 26 febbraio il palcoscenico di Teatro Petrolini ha ospitato la regia di Luca Guerrini i cui spettacoli girano le regioni Lazio, Marche, Toscana e non solo. Luca è un autore, drammaturgo e regista che non smette mai di stupire con le idee e i metodi produttivi. Stavolta si misura con l’Ottocento letterario russo.
Ci vuole coraggio per mettere in scena dei classici a giorno d’oggi. Ce ne vuole ancora di più per sconvolgere ciò che è il “politically correct” e sceglierne uno fra quelli rarissimi, dimenticati dai più o,addirittura, mai conosciuti. Luca Guerini osa e non sbaglia: l’esito è un pubblico estasiato che ride di gusto e si diverte a ritrovare – nell’Ottocento russo! – tanta modernità ed attualità dell’Italia odierna.
Il testo di riferimento è “Ninfodora Ivanovna” – la novella di Ivan Gonciarov definita sconosciuta perfino dalla critica letteraria russa. Gonciarov è noto come autore del celebre “Oblomov” – romanzo di formazione dai toni satirici e critici nei confronti dell’educazione come tale.
“Ninfodora Ivanovna” è una novella comica in cui fa sorridere assolutamente tutto, dalla prima parola all’ultima, dal titolo al punto finale. In questo suo scritto del 1836, lautore combatte il romanticismo diffuso allora in Europa e la “sensiblerie” francese la quale stanca la società occidentale già dal Settecento. L’ironia è talmente onnipresente da diventare la pietra miliare dell’opera letteraria e la chiave di lettura di questa regia del Guerini che abitua il suo pubblico a una risata frequente, ma mai facile e – ancor meno – banale o scontata.
I critici letterari dell’epoca vedono l’incongruenza comica già nel titolo: “Ninfodora” è un nome che sembra ai russi raro e altisonante, mentre il patronimico “Ivanovna” è, al contrario, frequente e popolano. Il nome scelto da Gonciarov è volutamente ambiguo: può significare “sposa esemplare”, ma può anche essere l’equivalente di un “dono delle ninfe” – ciò che oggi chiameremmo “ninfomane”. È o non è ninfomane la protagonista assoluta? Nella regia di Luca Guerini è sicuramente un personaggio complesso e ricco di sfaccettature in cui il pubblico si riconosce e con cui finisce per simpatizzare. E ciò deriva da una grande ironia creata attorno al suo carattere e dall’autoironia di cui si è servita l’attrice, Eleonora Bucci.
Eleonora si misura con il personaggio di Ninfodora Ivanovna in tutte le sue fasi presentando generosamente al pubblico il suo mondo interiore che si manifesta davanti allo spettatore attraverso immagini in movimento. I movimenti scenici dell’attrice creano una magia: man mano ci si presenta una donna giovane, a tratti ragazzina, che, colpita dal dolore, si trasforma d’un colpo in una vecchia, per tornare giovane di nuovo nei momenti della sua felicità.
Il suo partner di scena, Claudio Tombini, a cui sono affidati tutti i personaggi maschili del testo, ha anch’egli un ricco campo di ricerca e sperimentazione, in questo spertacolo. Entrambi gli attori in scena passano dalla luce all’ombra e sanno giocare molto bene nei semitoni e in tutte le varie sfumature fra il chiaro e lo scuro. Ciò riguarda sia la luce teatrale sia la luce che creano i personaggi che loro evocano sul palco (anche Eleonora interpreta più di un personaggio e si rivolge a più dialetti e costumi per diversificare i caratteri a cui dà vita).
Lo spettacolo è godibile nella sua imprevedibilità. Gli esseri umani sembrano i fiumi – per la loro natura mutevole e il loro pensiero sempre in movimento – a Lev Tolstoj, ma Ivan Gonciarov anticipa in quest’idea l’autore di “Guerra e pace”! Venite a scoprire come lo fa. La regia amplifica questa maestria dello scrittore, attualizzando la sua opera e rendendola vicina a noi e divertente oltre misura.
Olga Matsyna