Refrontolo è un comune del trevigiano nel Veneto che oggi conta di 1.690 abitanti, ma è ricco di storia e storie di chi lo abita. Dal punto di vista paesaggistico, è un belvedere sul Quartier del Piave e sul Montello che si trova al centro delle colline del Prosecco di Conegliano – Valdobbiadene.
Refrontolo è famoso per la produzione di un vino locale, Marzemino, il cui nome diventa, nel 2011, Refrontolo Passito DOC.
Fra i luoghi d’interesse e d’attrazione turistica, il comune dispone di un sito architettonico che ne conserva il patrimonio storico e culturale. Si tratta del Molinetto della Croda. È un mulino costruito nel 1630 nelle terre del Prosecco sul fiume di Lierza.
Nel 1977 il sito si è annoverato fra le location usate da Marco Vicario per il suo film “Mogliamante” con Laura Antonelli e Marcello Mastroianni. Erano gli anni del degrado del Molinetto della Croda, dismesso e non funzionante già dal 1953. Il film, corrono delle voci, doveva essere girato da Marco Bellocchio che avrebbe potuto sfruttare l’occasione per raccontare, oltre alle vicende erotiche dei personaggi, la storia del trevigiano e del Veneto. Con Marco Vicario la pellicola resta un’ottima prova delle capacità attoriali della Antonelli e di Mastroianni, icona del cinema mondiale.
Il Comune di Refrontolo,sollecitata dalla famiglia Morgan, ultimo proprietario del mulino sul Lierza, decide di recuperare il sito architettonico e farne un museo di molitura. Il mulino, la casa,la stalla il granaio vengono restaurati ed aperti alle visite guidate.
La storia del mulino veneto più celebre viene rievocata nel libro di Ernesto Morgan “Il Molinetto della Croda racconta”. È un saggio sulla storia del Veneto, del trevigiano e del mulino attaccato alla roccia che resiste ad alluvioni, alle bufere, alle esondazioni del torrente e al tempo stesso.
Ernesto Morgan (1921-2006), proprietario del mulino e della casa con granaio e stalla, si rivela non solo un ottimo narratore che tananda le storie della sua famiglia e delle famiglie dei titolari del Molinetto precedenti ai Morgan, ma anche e soprattutto un poeta e custode del patrimonio storico, artistico e culturale della sua terra. Il suo libro contiene anche due poesie dedicate al Molinetto della Croda nel dialetto del luogo. Le liriche risalgono ai tempi del degrado del mulino e sono struggenti perché trattano un sito architettonico come un amico, come una persona cara. Per Ernesto Morgan questo luogo è la casa dei suoi genitori, i ricordi della propria vita, del matrimonio, della resistenza alle guerre, carestie, alluvioni e crisi economiche. È una casa che si è dovuti, proprio malgrado, abbandonare. In dialetto il Molinetto mi avrebbe capito meglio, è convinto Ernesto Morgan.
Una lettura che potrà interessare gli abitanti del luogo perché valorizza il sito e la terra del Prosecco. Un libro ché potrà essere amato da tutti coloro che hanno nostalgia per la propria terra di origine.
Olga Matsyna