Il 15 ottobre 2025 è arrivato in libreria “Il silenzio dentro – Quando raccontare diventa un atto di giustizia“, il nuovo libro-inchiesta della giornalista Francesca Ghezzani, edito da Swanbook Edizioni. Un’opera potente e necessaria che affronta con coraggio uno dei temi più delicati e spesso trascurati del nostro tempo: la condizione delle carceri italiane.
In un periodo in cui il dibattito sulla giustizia, la rieducazione e il reinserimento sociale è sempre più acceso, questo libro rappresenta un punto di svolta, capace di unire informazione, analisi critica e sensibilità narrativa.
«Che valore ha la libertà? Ce lo siamo mai chiesti?». È da domande come questa che nasce il viaggio di Francesca Ghezzani tra le mura delle carceri italiane, guidato dalla volontà di dare voce a chi vive il carcere, dentro e fuori, ogni giorno.
“Il silenzio dentro” non è solo una denuncia, ma una riflessione profonda, documentata e appassionata su temi di diritti umani, dignità, rieducazione e giustizia riparativa. Il libro affronta problematiche reali come il sovraffollamento carcerario, la carenza di personale, l’aumento dei suicidi tra detenuti e agenti penitenziari, che nel 2024 hanno toccato numeri allarmanti.
Il testo intreccia testimonianze dirette, interviste a detenuti, ex detenuti, esperti e operatori del settore. Tra i contributi di rilievo: Alessio Scandurra (Coordinatore dell’Osservatorio di Antigone sulle carceri), Monica Bizaj (Presidente di Sbarre di Zucchero APS), Enrico Sbriglia (Penitenziarista – Former dirigente generale dell’Amministrazione Penitenziaria Italiana), Claudio Bottan e Mirko Federico (Attivisti), Candida Livatino (Perito grafologo), Carmela Pace (Presidente UNICEF Italia), Don Luigi Ciotti, Pino Cantatore, Kento, Valeria Corciolani insieme a numerosi operatori che ogni giorno lavorano per un sistema penitenziario che metta in pratica quanto previsto dall’Art. 27 della Costituzione.
Il libro affronta anche temi innovativi legati alla giustizia predittiva, all’intelligenza artificiale in ambito penale, all’economia carceraria circolare, alla finanza etica e all’upcycling come strumento di reinserimento.
Con la prefazione della giornalista e autrice Assunta Corbo, presidente del Constructive Network, “Il silenzio dentro“si afferma come un libro-inchiesta fondamentale per comprendere il sistema carcerario italiano. Corbo lo definisce «un libro necessario per il momento storico che stiamo vivendo e per il nutrimento delle coscienze di ognuno di noi”» sottolineando il valore sociale e umano dell’opera. La postfazione è firmata dal critico letterario Claudio Ardigò, da anni impegnato nel volontariato penitenziario, che descrive il libro come «il racconto di chi si è messo in gioco, di chi si è confidato, di chi si è perso, di chi si è tolto una maschera». Un riconoscimento alla forza narrativa e alla profondità delle testimonianze raccolte. “Il silenzio dentro” si configura come un manifesto di giornalismo costruttivo, dove il racconto diventa strumento di consapevolezza, empatia e trasformazione. Un invito potente ad ascoltare, comprendere e agire: perché raccontare, oggi più che mai, è il primo passo verso una giustizia più umana e inclusiva.
Come afferma l’autrice stessa: «Non tutti sono pronti o disposti a cambiare, ma è nostro dovere creare le condizioni perché chi lo desidera possa davvero farlo. La detenzione deve diventare un investimento umano e sociale, non solo una punizione.»
“Il silenzio dentro” è molto più di un libro: è una chiamata all’ascolto e alla responsabilità collettiva. Una lettura fondamentale per chi vuole comprendere il vero volto del carcere in Italia e per chi crede che raccontare sia il primo passo verso la giustizia.
Eleonora Francescucci
















