Chi era Filone di Bisanzio?
Filone fu un prolifico scrittore e scienziato greco vissuto ad Alessandria d’Egitto. Si interessò di meccanica, pneumatica, matematica e ottica, raccogliendo le sue conoscenze in un’opera intitolata Mechanike syntaxis (Compendio di meccanica), di cui ci sono pervenuti solo alcuni frammenti. Tra questi, vi è la descrizione di uno dei più antichi automi conosciuti: un servo automatico in grado di versare vino o acqua.
Il Servo Automatico: Come Funzionava?
Il dispositivo ideato da Filone era un contenitore, simile a una statuetta di un servo, capace di offrire da bere in modo automatico. Il principio di funzionamento si basava su pesi, leve, valvole e la pressione dell’aria — ciò che oggi chiameremmo pneumatica.
Ecco come operava:
- Il servo reggeva una brocca contenente due liquidi: vino e acqua.
- All’interno del corpo del servo c’erano due contenitori separati, collegati a due valvole.
- Quando una coppa veniva posizionata sulla mano del servo o su un piattello collegato a un meccanismo a bilanciere, il peso della coppa apriva una valvola.
- A seconda della pressione esercitata, il servo poteva versare prima il vino, poi l’acqua, oppure mescolarli, fino a riempire la coppa.
Un Miracolo della Meccanica Antica
Il servo automatico non era solo un gioco di corte o una meraviglia tecnica, ma rappresentava una vera e propria anticipazione della robotica. Anche se non aveva circuiti elettronici o sensori digitali, il principio era lo stesso: una macchina programmata per svolgere un compito umano in modo automatico e preciso.
L’Eredità di Filone
Il lavoro di Filone ispirò successivamente altri ingegneri del mondo antico e medievale, come Erone di Alessandria e gli inventori islamici dell’epoca d’oro della scienza araba. Il suo servo automatico è considerato uno dei primi esempi di automa nella storia della tecnologia.
Il servo automatico di Filone di Bisanzio ci ricorda che l’ingegno umano ha sempre cercato di imitare la vita e automatizzare le attività quotidiane, anche nei tempi più remoti. Questo antico robot, nascosto tra le pieghe della storia, ci mostra come la scienza e la creatività non abbiano età — e come la radice della robotica affondi le sue origini nella meraviglia dell’antichità.