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Marco Fantoni un friulano illuminato che ha saputo vedere lontano, e che ha reso grande l’Italia nel mondo

Ha trasformato una piccola azienda artigianale e familiare in un complesso industriale di rilevanza internazionale

Daniela Paties Montagner by Daniela Paties Montagner
29 Giugno 2021
in Personaggi
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«Ha fatto la storia del Friuli industriale. Con lui viene a mancare un altro rappresentante di quella generazione di imprenditori che, con grande sacrificio e altruismo, ha fatto grande il nostro territorio contribuendo alla sua rinascita post terremoto e alla sua indiscussa affermazione sui mercati mondiali. Partito da un’azienda artigianale familiare Marco Fantoni è riuscito a creare un complesso industriale di rilevanza internazionale, leader nella produzione di mobili per ufficio, pannelli truciolari e MDF. [..]…Marco Fantoni, imprenditore elegante, dall’aplomb impeccabile, rigoroso e concreto, cultore dell’understatement e sensibile al richiamo dell’arte, dimostrava un’ostinazione tutta friulana nell’inseguire i suoi obiettivi. Illuminate intuizioni, doti strategiche e capacità di ‘fare’ hanno caratterizzato la sua azione. Qualità temprate anche dall’emergenza post terremoto da cui Fantoni trasse ulteriore slancio per intraprendere e sposare con convinzione la strada dell’innovazione e della sostenibilità ambientale», con queste parole Anna Mareschi Danieli – Presidente di Confindustria Udine, ricorda il grande industriale recentemente scomparso.

Da cinque generazioni produciamo innovazione -Fantoni wood based future, questo il claim di Fantoni spa, una solida realtà industriale con lo sguardo da sempre rivolto al futuro; un gruppo di imprese radicate nel proprio territorio animate da una visione globale. Come si evince dal Nuovo Liruti, Dizionario biografico dei friulani vol 3 : «Le origini della grande industria attuale si ritrovano nella bottega artigiana di falegnameria e di ebanisteria che Achille (Gemona 1867-1925) aprì nel 1882 a Gemona con la denominazione “Fantoni Achille ebanista”. Trasformatosi in ”Premiato laboratorio artistico mobili in legno”. partecipò all’Esposizione di Udine del 1903, dove fu premiato con medaglia d’argento per una camera da pranzo disegnata dal veneziano Attilio De Luigi. Achille associò alla ditta il figlio Giovanni ( Gemona 1884-1948)  nato nel 1884 e cresciuto nella bottega. Nel 1917 Giovanni vinse il concorso bandito dall’Istituto Rizzoli e mise a frutto la sua perizia artigiana dirigendo l’Officina Protesi istituita a Roma dalla regina Margherita Nel dopoguerra l’attività fu proseguita dai figli Ettore, Achille junior e Giovanni, che liquidò i fratelli e, assorbendo l’industria gemonese “Intaglio legno”, si specializzò in arredi rustici, disegnati da Giuseppe Barazzutti».

Non meno intraprendente fu suo figlio Marco, che nel 1948 appena diciottenne, alla morte prematura del padre avvenuta a soli 64 anni, decise di interrompere gli studi al Liceo Artistico di Venezia, per occuparsi dell’azienda di famiglia.  Furono anni non facili, ma il giovane imprenditore, uomo fiero e coraggioso, come molti altri friulani che non si arresero alle difficoltà della vita, lavorò a capo chino trasformando, nel tempo, l’azienda ereditata dal padre, in un complesso industriale di rilevanza internazionale.  Grande appassionato di architettura, Marco rinnovò la produzione delegando la progettazione a professionisti del settore. Durante il grande boom economico degli anni ’50  determinanti furono l’incontro e la frequentazione di Enrico Mattei, che lo portarono alla ribalta della cronaca. Sue infatti furono le numerose forniture per il Villaggio Eni di Borca di Cadore su progetto dell’architetto Edoardo Gellner di Cortina, quelle per i Motel dell’Agip, oltre che per i quartieri generali Agip ed Eni di Roma e Milano. Nel 1954 realizzò il primo ampliamento della fabbrica di Gemona  su progetto dell’architetto Carlo Lucci di Reggio Emilia, ma la saturazione dell’area fabbricabile di Gemona portò l’ing.Fantoni, agli inizi degli anni ’60, ad impegnarsi nella costruzione della Zona industriale nella piana di Osoppo Ziro con altri imprenditori lungimiranti del luogo quali: Cosani, Dondè, Pittini e De Simon. Al tempo la sua ditta registrava già un’ottantina di dipendenti, ma Fantoni, uomo di notevole intuito, infaticabile, e grande appassionato di design desiderava “spazi nuovi per sognare, e incaricò  pertanto architetti famosi ed importanti come Gino Valle e Mario Roggi per la progettazione del nuovo complesso industriale di Rivoli di Osoppo. E’ di quel periodo anche  la realizzazione della collezione “45°” esposta alla mostra permanente del MOMA di New York su progetto degli architetti Gino Valle ed Herbert Ohl. Sfortunatamente il vento in poppa smise improvvisamente di soffiare, e il terribile sisma del 6 maggio del 1976, che colpì così duramente il Friuli, non risparmiò nemmeno la Fantoni. Gli stabilimenti di Gemona del Friuli e di Osoppo furono totalmente distrutti, e i danni subiti ammontarono a 11 miliardi di vecchie lire, mettendo in serio pericolo il futuro dell’azienda e quello delle 300 persone che vi lavoravano. Ma nemmeno in quel terribile momento Marco Fantoni si arrese, mise a disposizione il terreno dell’azienda per le roulettes e i containers, affinchè i dipendenti potessero trovare alloggio senza dover abbandonare la propria terra, e riuscì – a tempi di record – in poco più di 12 mesi a buttarsi alle spalle quella situazione disastrosa. Con tenacia e caparbietà riuscì infatti a rialzare le sorti della sua azienda e già nel mese di agosto la produzione dei mobili ricominciò, e nel settembre dell’anno successivo lo stabilimento di Osoppo, in Viale Europa Unita n. 1, era nuovamente ricostruito. Il resto è storia nota, nel ’62 iniziò ad operare nel settore dell’energia. Nel 1971 fondò a Voghera la Grove spa per poi, nell’86 acquisire il totale controllo della casa madre americana in California la Grove USA, azienda leader mondiale nella produzione di valvole con un fatturato di 250 miliardi, e  con 600 dipendenti distribuiti su tre sedi, rispettivamente a: Voghera, in California ed in Texas, con esportazioni in 70 Paesi. Non ultima anche la Ledeen Italia che fondò nel 1980. Nel corso della sua vita, Marco Fantoni oltre a rivestire la carica di Presidente della Fantoni Arredamenti S.p.A per lungo tempo, ed essere stato uno degli organizzatori del Salone del Mobile di Milano e del Cosmit – del quale e’ stato Membro di giunta esecutiva dal 1987 al 1990, è stato insignito di numerose onorificenze e meritati riconoscimenti, tra questi, solo per menzionarne alcuni :  quello di Cavaliere del Lavoro nel 1984, nel 1998 ricevette il Compasso d’Oro conferitogli dall’ ADI –Associazione per il Design Industriale , nel 2008 la Laurea honoris causa in ingegneria gestionale da parte dell’Università degli Studi di Udine assieme ad altri due pilastri dell’industria friulana, anch’essi scomparsi: Andrea Pittini e Rino Snaidero. Nel 2007 gli è stata conferita la Stella al Merito del Lavoro, mentre nel 2009 ha ricevuto da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il Premio Nazionale per l’Innovazione per il Climacustic, sistema radiante e fonoassorbente sviluppato dal gruppo Fantoni.

L’ultra centenaria attività imprenditoriale della famiglia Fantoni è stata da sempre caratterizzata da un grande e profondo rispetto per memoria e tradizione, unite ad una grande attenzione verso il nuovo. Marco Fantoni si è spento lo scorso 11 giugno 2021 ad Osoppo, a pochi mesi di distanza dalla scomparsa della moglie Alessandra De Antoni, lasciando un grande vuoto nel mondo dell’industria della lavorazione del legno. A capo del suo impero restano i figli Giovanni e Paolo.  Molto significativi, quasi un testamento morale, i pensieri e gli appunti scritti a mano da Giovanni Fantoni (1884-1948) il padre di Marco Fantoni : «Fare, saper fare, far sapere. Il lavoro è la cosa più solenne, più nobile, più religiosa della vita. Solo avendo l’orgoglio umile ma sacro di obbedire si conquista il diritto di comandare».  E poi ancora:« Le botteghe artigiane…prima che luoghi di produzione sono famiglie, nuclei duri di coesione sociale. [..]..la famiglia deve essere unita nel costruire il proprio benessere, contando sulle proprie forze e non sull’assistenzialismo e sulla burocrazia»,  (Vittorio, Zanon in : Legno, industria, design: dagli archivi Fantoni, Le Panarie)

 

di Daniela Paties Montagner

 

 

 

 

 

 

Daniela Paties Montagner

Daniela Paties Montagner

Laurea in Lingue e Letterature straniere con numerosi soggiorni di studio e lavoro all'estero. Giornalista regolarmente iscritta all'Albo ODG , tessera UNAGA e membro Direttivo ARGA FVG, USSI, Carte de Presse International-Fédération International des Journalistes, Componente del Club per l'UNESCO di Udine, Nobile del Ducato dei Vini Friulani, Media Relations, Media Planner

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