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Intervista esclusiva con l’attrice e cantante Giorgia Fiori in arte “Gladiah”

Marcello Strano by Marcello Strano
6 Agosto 2021
in Personaggi
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Dopo essersi già fatta apprezzare come attrice, cantante e speaker radiofonica, la poliedrica vena artistica dell’ascolana Giorgia Fiori, in arte Gladiah, abbraccia ora anche il settore della musica d’autore con il nuovo singolo “Apatia”. Esce, infatti, oggi per tutti gli amanti della musica dance la compilation “Hit mania dance estate 2021” per l’etichetta Smilax, quattro cd con 96 brani, tra cui anche “Apatia”. Dopo l’esordio con “Try Again” pubblicato lo scorso aprile, in collaborazione con i noti dj internazionali BigNoise e Yvan Back, fa il suo debutto come cantautrice nella discografia italiana con un disco arrangiato dai medesimi dj. Il brano, nato insieme alla RB Record e distribuito dalla label italiana “Smilax publishing”, ha una tematica di grande attualità in quanto descrive quella sensazione che accomuna tutti, quando ci si sente fuori luogo e fuori tempo: l’Apatia, appunto, che nell’ultimo anno ha interessato gran parte della popolazione mondiale a causa del prolungato lockdown.

 

Giorgia Fiori è nata ad Ascoli e ha vissuto a Grottammare, per poi laurearsi presso l’Università di Camerino, della stessa Ascoli, in disegno industriale, con il massimo dei voti. Trasferitasi a Roma dove ha approfondito i suoi studi cinematografici e perfezionato la sua vena canora, vive ora stabilmente nella capitale pur tornando frequentemente nell’ascolano. Questo pezzo può comunque definirsi solo un punto di partenza in quanto Gladiah ha già scritto e musicato diversi altri brani coinvolgenti, pronti per le sale di incisione. Vanta molte partecipazioni cinematografiche in film come: “Lupo Bianco” di T. Gangitano 2021, “L’ombra del giorno” di G. Piccioni 2021, “Digitare il codice segreto” di F. Costa 2019,”Nerina” di A. Della Casa 2017, “Un uomo e una voce” di G. Cont 2017. Ha partecipato nelle serie tv: “La fragilità delle membra” di Giovanni Antonio Citeroni e in web serie “Roma Supercops” di M. Antoniozzi 2020, “Non voglio mica la luna” di Andea Giancarli 2018. Ha lavorato anche in molti cortometraggi: “Sovrapposizione” di Lucrezia Mariotti 2021, “Il vigilante” di F. Audino 2021, “Diario di un tossicodipendente” di Giorgio Leopardi 2020, “LIKE – Usale non farti usare” di Andrea Giancarli 2018, “Di Che Morte Morire” di Marco Panarella diretto da Francesco Amato 2017, “Autunno” di L. RIcci e A. Tupini 2017, “Frosty Days” di S. Monti e D. Bordoni 2017. Al Teatro l’abbiamo vista in “Shakespeare on the Beach” di Cesare Catà 2015, e la partecipazione canora per Il Portico di Padre Brown con Vincenzo Bocciarelli.

 

 

La compilation dance propone oltre quattro ore di musica con le hit e i brani di successo dal 1994, fino ad oggi, tra cui il brano Apatia. La cantante marchigiana dopo aver esordito con la musica Edm, in Messico porta la sua musica anche nei negozi italiani. La canzone è influenzata dalle sonorità brasilian bass, future house e slap house che rendono particolare ed innovativa. Così, incuriositi da questa sua poliedrica vena artistica, le abbiamo fatto alcune domande per conoscerla meglio:

 

 

Come nasce questa passione per il cinema e la musica ?

 

“La mia passione primordiale nasce un po’ come tutti sin da piccola. Nella mia famiglia la musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale a partire da mio nonno che ascoltava le opere liriche in vinile la domenica. Io ho iniziato a canticchiare a 3 anni, per poi scoprire il pianoforte e riuscire in seguito ad esprimermi a pieno diventando una cantautrice. Ho scritto la mia prima canzone nel 2016, Mentirei, ma non l’ho mai pubblicata. Nel frattempo ho avuto la fortuna di scoprire e coltivare la grande passione per il cinema dall’età di circa 20 anni. Ho percepito che sarebbe stata la mia strada durante un progetto universitario in cui ho dovuto realizzare dei video spot per pubblicizzare il mio prodotto. Ho capito che il mestiere dell’attore è un lavoro molto coraggioso e pieno di sfide. Grazie a quest’ultimo ho superato una delle sfide più grandi che mi siano capitate nella vita e mi sono messa in gioco. Dopo svariati studi e dedizione ho da circa dieci anni la fortuna di lavorare con costanza in questo settore. Amo le emozioni forti”.

 

Da poco si sono concluse le riprese di “Lupo Bianco “, un lungometraggio che racconta le gesta del filantropo vercellese Carlo Olmo, dove hai partecipato nel cast. Cosa ne pensi di questa storia e come è stato lavorare in questo film ?

 

“Credo che per una buona riuscita di un progetto sia fondamentale avere un buon team. In questa avventura ho conosciuto delle persone davvero eccezionali, non vedo l’ora che esca nelle sale per poterlo vedere! A me è stato affidato un ruolo di riferimento per il protagonista: quello della suora, che lo ha cresciuto nei primi 7 anni di vita. Un onore per me. La storia di Carlo Olmo è davvero singolare e mi ha colpito molto. Probabilmente sarebbe rimasta sconosciuta a molti se non ci fosse stato questo film. Attuale e moderna, difficile trovarne simili, ma non voglio farvi spoiler”.

 

 

Oltre che nella settima arte ti vediamo anche sul palco musicale. Come riesci ad unire le due cose?

 

“Trovo che esprimermi in diversi modi che abbiano l’arte alla base sia per me una questione vitale. Dal mio punto di vista, la cosa che accomuna il cinema e la musica è quella del donarsi completamente al pubblico. Credo fortemente che non ci sia cosa più bella che condividere il proprio essere e il proprio vissuto per trasmettere emozioni vere (spesso molto forti) e riuscire a far immedesimare il prossimo nelle stesse, mostrando che non si è mai soli, con la speranza che qualcuno si senta rappresentato in prima persona e possa considerarti un punto di riferimento. Queste due arti, se ci pensate, viaggiano spesso di pari passo: non ci sarebbe cinema senza una colonna sonora adatta e non ci sarebbe musica senza immagini descritte nei testi”.

 

Nel mondo della musica ti fai chiamare “Gladiah”. Perchè hai scelto questo nome ?

 

“Il battesimo con questo nome è avvenuto solo un anno fa, circa, quando ho ripreso il mio percorso musicale. L’ho scelto perché, a causa di ripetuti eventi che hanno scombussolato la mia vita, ho dovuto fare una pausa dal mondo musicale, ma ho combattuto per ritornare a cantare e soprattutto per restare qui, trasformando queste ingiustizie vissute in delle nuove occasioni. Nello specifico, da cinefila, è stata fonte d’ispirazione il mio film preferito da sempre, Il Gladiatore, poiché una delle frasi celebri di quel film diceva che “a nessuno capita qualcosa che non sia in grado di superare”. Questa frase è rimasta incisa dentro me e ad oggi posso dire che ho vinto diverse battaglie. Ed è per questo che sono Gladiah, con l’H finale, come l’aria presente nel timbro della mia voce, che ha ancora tanto da raccontare”.

 

 

Con il tuo ultimo singolo “Apatia” fai il debutto anche come cantautrice. Quale messaggio vuoi fare arrivare al pubblico con questo nuovo brano?

 

“L’Apatia mi ha spesso riguardato da vicino. Sicuramente una riflessione più accentuata a riguardo è nata durante il lockdown, dove immagino che la maggior parte delle persone abbiano condiviso una sensazione del genere. E’ un brano scomodo, che diverge dai soliti stereotipi descritti nella musica contemporanea attuale, in cui tutti ambiscono a condurre “la dolce vita 2.0”. Non è una critica la mia, perchè io stessa, facendo parte del mondo dello spettacolo, mi ritrovo a vivere determinati ambienti e situazioni, ma non vuol dire che tutto ciò mi rispecchi. Infatti il brano racconta la realtà all’interno di una discoteca, che non è altro che la similitudine con la nostra società: siamo tartassati da imput continui, ma, a volte, percepiamo che una determinata circostanza non ci appartenga, quindi non sentiamo niente, in mezzo ad “un mare di gente”. Seppur il brano abbia preso ispirazione dalla slap-hose, quindi di genere pop-dance, ha un animo rock, di ribellione e trasgressione interiore in un momento storico in cui tutto rimane in superficie. Non a caso il ritmo porta a ballare, ma il testo a riflettere”.

 

Il 6 agosto uscirà una compilation “Hit Mania dance estate 2021” con all’interno il tuo pezzo “Apatia”. Ti aspettavi questo successo e di partecipare in una compilation dance?

 

“Il singolo è stato una scommessa fin dall’inizio. Essendo una novità quella di unire un genere internazionale come la slap- house alla lingua italiana, poteva essere un grande flop o un gran successo. Al momento è più orientato ad essere un successo per fortuna, quindi speriamo sia un buon punto di partenza! La canzone è stata da subito trasmessa in diverse radio locali e alcune nazionali ma non pensavo potesse essere addirittura edita con altre hit all’interno di questa compilation che, almeno una volta nella vita, avremo acquistato tutti! Sono emozionata e onorata di questa opportunità. Devo ringraziare soprattutto le persone che ci hanno creduto con me fin dall’inizio e mi hanno sostenuto fino ad oggi”.

 

Quali sono i tuoi prossimi progetti ?

 

“Ce la metterò tutta affinché il cinema possa essere il mio presente e il mio futuro. Dopo aver recitato, cantato, fatto compagnia alle persone con la trasmissione radio Goradio (trasmessa all’interno di tutti gli store Tigotà d’Italia), ho deciso di dedicarmi anche alla scrittura. Sto ultimando due ambiziose sceneggiature da proporre a delle case di produzione. Sono due progetti in cui credo molto perchè, in parte, autobiografici. Reputo fondamentale che ogni artista abbia qualcosa da dire e che scelga di farlo come meglio crede. Da attrice, infatti, non mi limito ad essere tale e basta, bensì mi sto impegnando a proporre mie idee e coinvolgere persone al fine di realizzarle. Faccio anche parte del gruppo Mujeres del Cinema, che ad oggi conta migliaia di donne del mondo audiovisivo. Finalmente abbiamo sempre più opportunità di emergere! Per quanto riguarda la musica ho delle collaborazioni in corso, oltre al mio progetto personale, Credo molto nelle sinergie che si creano nei rapporti umani”.

 

Un sogno nel cassetto…

 

“Il mio più grande sogno è quello di recitare e cantare in un film scritto da me. Chiedo troppo vero?! Ahahah.

 

I sogni son desideri di felicità”.

 

 

di Marcello Strano

Marcello Strano

Marcello Strano

Giornalista iscritto all'Odg, Fnsi, Ucsi, Ussi, Ugis, Sngci, Agimp. Un attivista impegnato costantemente in azioni concrete di sensibilizzazione della cultura. Ha partecipato ai festival più esclusivi e importanti al mondo: Sanremo, Taormina, Roma, Venezia, Berlino, Cannes, Hollywood.
 

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