Il romanzo d’esordio di Lorenzo di Las Plassas sembra essere un avvertimento all’umanità intera dove ogni argomento, frase, parola presenti nel romanzo, sono già inseriti in un nuovo mondo nel quale si è trasportati dal vento, dalla natura e dal determinismo nel quale si muove il tempo.
L’Autore
Ed è il tempo anzi i mesi del 2015, che scandiscono i capitoli del romanzo, dalla fine gennaio al 30 settembre.
E non capire i cambiamenti procurati dall’economia omologante, non contrastarli o non eliminare o ridurre le cause di questi, vuol dire rimanere schiacciati dalla natura che ci ha accolto.
“Io sono il fuoco / che arde / nel cuore della vita / degli uomini…” è uno dei quattro elementi che in forma di poesia Massimiliano Rosa concede al libro di Las Plassas, ritmando gli eventi. Poesie e lettere si alternano alle lezioni di libertà di Lupo.
È un guardare dall’alto della scogliera che non riflette nel mare in tempesta il proprio aspetto ma, tutte le alterità, che potrebbero ancora una volta decidere della propria sopravvivenza o della propria fine.
La strada, pur se asfaltata, è lunga da percorrere e si dissolve nelle incognite dell’orizzonte, così come ci ricorda l’immagine grafica scelta per la copertina.
La fluida scrittura risalta gli eventi che si susseguono, come in uno storyboard artist, ed appare chiaro il pensiero di Ingmar Bergman sull’immagine prodotta nella mente del lettore o dello spettatore: “Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima”.
La motivazione del romanzo comunque, ricorda molto la pittura di Caspar David Friedrich, “Viandante sul mare tra le nebbie”, pittura romantica dell’Ottocento.
Il contesto del romanzo si inquadra nella strabiliante scenografia della Sardegna, accarezzata e valorizzata dal racconto dell’autore per le sue origini isolane.
“Lascia Parlare il Vento” è la storia di tre esistenze che respirano l’essenza della Sardegna misteriosa e millenaria, che fa da sfondo agli eventi, alle emozioni, alle paure, ai timori, agli incubi dei protagonisti.
Una Sardegna che va oltre il luogo comune delle belle spiagge e dei paesaggi marini, è l’introspezione dell’essere in quei luoghi magici.
È la ricerca dell’Amore che immette nella via della salvazione.
È soprattutto la Sardegna degli Shardan, le arcaiche popolazioni nuragiche che l’hanno abitata e delle loro vestigia misteriosamente imponenti e spesso dimenticate.
Il tempio ipogeo del Pozzo sacro di Paulilatino, le cittadelle nuragiche con le tombe domus de janas, mentre domina la pietra dell’elefante di Castelsardo o quelle ipogee di Anghelo Ruju, e lo ziqqurat del tempio di Monte d’Accoddi, sono gli scenari che accolgono il romanzo di Lorenzo di Las Plassas ma nel libro c’è anche la Sardegna delle battaglie sulle rive del Rio Flumineddu e del Rio Mannu tra i Romani e i Pelliti, i pastori del Campidano vestiti di pelli di pecora o di capra; di Tharros, e della Sardegna medievale con la storia della principessa Pusininda di Burgos.
E infine c’è la Sardegna delle miniere di bauxite e della spiaggia di Piscinas, con le dune di sabbia più alte d’Europa.
Non a caso il personaggio Antioco, racchiude nella sua anima poetica l’amore per l’isola, come un mentore dell’autore: “…Quanto sangue è stato versato nei secoli… E quanto sangue sarà ancora versato… Il sangue è il filo conduttore dell’umanità. E noi non possiamo che assistere inermi e raccontarlo.”
In questi luoghi si muovono Ignazio, Agustìn e Lupo, che fanno base a Castelsardo, un paese arroccato su uno sperone di granito che punta sul mare.
Un aspirante terrorista, un artista deluso dal sistema dell’arte e un ragazzino di tredici anni che si rifiuta di parlare ai propri genitori, sono questi i tre personaggi intorno ai quali ruota la storia narrata da Las Plassas. E l’elemento principe del romanzo è il vento, che avvolge tutto, “… come quel vento maligno che spazza via le barche durante una tempesta. Come lo chiamate qui? Su malu entu!” quel vento, così viene chiamato in Sardegna.
Cosa hanno in comune i personaggi tra loro e che rapporto hanno con il vento? Le vicende narrate in “Lascia Parlare il Vento” si dipaneranno al pari dell’urgente convocazione del summit europeo a La Maddalena, su importanti decisioni da intraprendere per il cammino ancora titubante dell’unione Europea.
Il problema è che la Natura non si accorgerà neanche dell’esistenza di questi personaggi o se almeno qualcuno li piangerà, resta solo l’emozione e la suspense che l’autore è riuscito a trasmetterci: “La natura è l’elemento più temibile tra tutti i vendicatori”. Gli incubi e i dubbi esistenziali assalgono il protagonista con la filosofia dell’esistere: il sentirsi perduti nel mare dell’esistenza. Aver paura di non riuscire a ritrovare la strada del ritorno dopo l’arrivo ad una meta sconosciuta. Eppure all’improvviso succede qualcosa: una persona o un evento inaspettato spalanca quella porta sull’indicibile. La speranza di una salvazione ma, contemporaneamente la paura ossessiva dell’abbandono e del precipitare nel fondo da dove si era emersi.
È l’immagine impressa nella memoria.
Spiaggia di Piscinas – Ara del Sole di Pietro Cascella
È quello che succede a Lupo, uno dei tre personaggi del romanzo psicologico di Lorenzo di Las Plassas: smette di parlare, sgrana gli occhi, si irrigidisce e fredde lacrime solcano il suo volto lì seduto nella spiaggia di Piscinas, proprio di fronte all’Ara del Sole: “E alla fine, da uno spicchio di cielo, un sorriso … Sopraggiunge il tramonto, e il disco diventa pastiglia che, delicatamente, si posa sull’Ara. E inonda tutto di luce. E tramuta tutto in limpido oro.” Quel ragazzino ha solo un vago ricordo del tempo bruciato stando al computer.
“Lascia parlare il vento” di Lorenzo di Las Plassas, Baldini + Castoldi edizioni. 423 ppgg.
Scheda dell’Autore:
Giornalista, inviato speciale di Rai News 24, Lorenzo di Las Plassas, a New York ha lavorato presso la RCS, Rizzoli Editore S.p.A., come assistente personale di Oriana Fallaci, nonché per il dipartimento ONG dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, occupandosi della selezione delle associazioni idonee all’ammissione al ruolo di consulenti dell’ONU. Nel 1999, sotto la guida di Roberto Morrione, primo direttore di quella testata, ha fatto parte del gruppo dei giornalisti fondatori del canale Rai News24. È conduttore televisivo per le edizioni del notiziario del mattino e della rassegna stampa. Gli ambiti di cui si occupa sono soprattutto politica internazionale, cinema e tematiche sociali.
“Lascia parlare il vento”, della Baldini + Castoldi edizioni, è il primo romanzo di Lorenzo di Las Plassas.
Giuseppe Lorin