Alessandro Ronchin premiato da FederMestieri per il suo contributo nella diffusione e nello sviluppo dell’olistica, reiki, arti e tecniche del benessere, è un’inesauribile fonte di idee che, grazie a collaborazioni avviate, prendono subito forma e collegano la Regione Lazio al Veneto che gli ha dato i natali.
Pietro Ronchin, suo fratello scomparso qualche anno fa, era un eroe alpino. Alessandro fonda in sua memoria l’Associazione “Battito d’amore”. A voler contribuire nello sviluppo di una nuova associazione benefica e artistico- culturale ci sono molte comunità religiose compresa la “Federazione Don Bosco nel mondo, l’incontro che trasforma la tua vita” presieduta da Alberto Rodriguez Marmol. Il Presidente della Federazione ha voluto incontrare Alessandro Ronchin di persona e si è mostrato entusiasta nei confronti dei progetti culturali da lui proposti.
Uno dei punti di riferimento per questi progetti sarà Il Ristorante Al Tritone Trattoria 1884 di Antonio Camponeschi. È un locale in pieno centro della capitale che nasce come una trattoria quasi un secolo e mezzo fa e unisce, oggi, la modernità ai tratti ottocenteschi richiesti dalla sua numerosissima clientela. Travi in legno, un’atmosfera perfetta per le cene al lume di candela, un’accoglienza calorosa e galante e, soprattutto, la cucina che abbina la tradizione romana alla ricercatezza e delicatezza dei sapori offerti dai migliori chef dei giorni nostri.
Chi non è passato per questa trattoria divenuta ristorante non può dire di conoscere Roma. Aperto a pranzo e cena, il locale può essere una scelta ideale per un pasto pomeridiano o serale, ma anche per una colazione di lavoro. “Al Tritone” dispone anche di sale in cui appartarsi per sottoscrizioni di contratti importanti o per cene private.
Antonio Camponeschi guida il business familiare da una quarantina d’anni. Il suo locale vantava, ai tempo, fra i suoi clienti, l’avvocato Clito Borghese. Mangiando “Al Tritone” ci si sente a casa. Ecco perché è consigliabile per un itinerario del Giubileo. Parola di Alessandro Ronchin e del “Battito d’amore”.
Olga Matsyna