Tra le figure più luminose del panorama cristiano-italiano, spicca con forza serena quella di Basilio Grillo Miceli, Primate della Chiesa Ortodossa d’Italia, uomo di Dio, di pensiero e di ineguagliabile dolcezza. La sua vita, lunga e feconda, è stata un punto d’incontro tra contemplazione e cultura, tra silenzio e parola, tra Tradizione e dialogo.
Chi ebbe la grazia di incontrarlo, anche solo per breve tempo, serba il ricordo di un’anima disarmante per mitezza e profondità. La sua figura emanava un senso di pace autentica, non costruita, ma sgorgante da una vita vissuta nell’intimità con il Signore. In lui si univano la solenne quiete del monaco e la limpidezza affabile del pastore: una presenza che non si imponeva, ma si faceva naturalmente ascoltare.
Fu un uomo di grande cultura, formato in un ambiente vivace e spiritualmente fertile. Da giovane, ebbe l’onore di essere allievo di Giorgio La Pira a Firenze, un’esperienza che segnò profondamente la sua visione cristiana della storia e dell’uomo. Da La Pira ereditò l’attenzione alla città dell’uomo come riflesso della Gerusalemme celeste, e una viva consapevolezza del valore spirituale della presenza cristiana nella società.
Nel corso del suo ministero, Basilio non cessò mai di coltivare lo studio, né trascurò mai l’anima. In lui il sapere era sempre al servizio della sapienza. Questa tensione interiore si manifestò con particolare finezza nei suoi scritti: due libri di aforismi ortodossi, autentiche perle di riflessione spirituale, in cui l’Ortodossia parla in modo diretto, incisivo, vivo. Ogni frase rifletteva anni di preghiera, lettura e discernimento; ogni pensiero era al tempo stesso radicato nella Tradizione e accessibile all’uomo contemporaneo.
Ma Basilio Grillo Miceli fu anche – e soprattutto – un metro di eticità. Non predicava la morale: la incarnava. La sua vita sobria, la discrezione dei suoi gesti, la rettitudine in ogni decisione, facevano di lui un modello silenzioso ma eloquente, una bussola per chi cercava coerenza tra il Vangelo e la vita. La sua stessa persona diventava misura, non nel senso del giudizio, ma della verità.
A tutto questo si univa la sua autorevole e silenziosa maestria nell’esicasmo, la via del cuore quieto e orante. In un mondo frenetico e rumoroso, Basilio indicava con semplicità il cammino della preghiera interiore, del “dimorare nel Nome”, della custodia dell’intimo. Maestro del silenzio più che delle parole, conduceva le anime non a sé, ma al mistero di Dio che abita nel profondo.
Ha lasciato un’impronta silenziosa e duratura nella storia della Chiesa Ortodossa in Italia. Non fu un uomo di clamori, ma un testimone coerente e umile, un padre spirituale capace di coniugare parola e silenzio, liturgia e compassione, studio e vita. La sua memoria continua a essere viva nel cuore di chi lo ha conosciuto e amato — e in tutti coloro che, anche solo attraverso i suoi scritti, hanno respirato qualcosa della sua luce.
«L’anima che ha fatto spazio al silenzio porta in sé il Regno»
(da “Aforismi ortodossi”, Basilio Grillo Miceli)