«E sì, amici. Mentre Renzi sembra portare scompiglio col suo arrivo di poche ore in Ciociaria, in America è il giorno del ringraziamento, il che non corrisponde a un reperto di galateo o religioso, ma sta a dimostrare che la gratitudine non riguarda solo le buone maniere: è una buona medicina contro la depressione, contro lo stress, contro l’insonnia, migliorando le prestazione lavorative, di autostima, di longevità (The Journal of Psycology, 2017).
Intanto, il Commissario Ue per l’economia, Moscovici, chiede all’Italia una manovra correttiva da 3,5 miliardi di euro entro maggio, affermando che nella nostra nazione si registra un deficit strutturale eccessivo, mentre la discesa del debito è troppo lenta.
Sempre in Italia, secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta, ad oggi, si è in allarme periferie: 15 milioni di persone vivono in zone degradate tra Milano e Palermo, crescendo il racket delle case popolari. Servono 25 miliardi per il risanamento.
E ancora in Italia cresce il malcontento di intere categorie di lavoratori: il Black Friday mentre avanza la protesta dei 4 mila dipendenti di Amazon vicino Piacenza.
Vogliamo ricordare, infine, la mobilitazione negli Atenei dove le risorse rimangono sempre meno sufficienti. Questo punto va specificato meglio perché è proprio da qui che si può ripartire per il rilancio innovativo del Paese e del suo entroterra. Le nostre Università per investimenti sono in fondo alla classifica Ocse: meno professori e boom di precari, studenti senza borse di studio, finanziamenti ancora timidi e coperta corta. Il Cun, organo consultivo del Ministero, ha recentemente bocciato il bilancio di previsione per la finanzia 2018 e per il triennio che va fino al 2020 non sufficiente a far fronte alle esigenze del sistema dell’Alta formazione. Le Università hanno bisogno di maggiore autonomia e va incentivato il merito per poter programmare politiche efficaci e differenziate che valorizzino le singole Università con un servizio adeguato all’internazionalizzazione dei corsi nel mentre che le borse di dottorato vengono ridotte fino al 40% e la mancata attuazione del diritto allo studio è ormai evidentissima.
Il riscatto dell’Università pubblica passa anche dal ricorso a una politica autentica dei territori che come quello della provincia frusinate ha un grande ateneo che va salvaguardato, protetto e sostenuto. I lavoratori della cultura devono essere privilegiati perchè leva per un miglioramento del futuro.
Solidarizziamo con la protesta, le assemblee e i presidi universitari che nelle prossime ore partiranno in tutta Italia. L’Università finalmente torna a farsi sentire cercando di trovare un fil rouge alle rivendicazioni allargate a tutte le categorie, dagli operatori agli studenti.
Questi i piani paralleli in una nazione complessa, disomogenea e disuguale».
Giuseppina Bonaviri