“Non è cambiato tutto” – scrivono – “è stata ingrandita la parte dello scudo dove si intersecano le linee rosse e tolta la scritta “libertas” come richiesto dal Ministero”. E cosi la Balena Bianca è riemersa sulle schede gialle e rosa di Regione e Senato rinnovata nel simbolo, ma ancora capace di catalizzare l’attenzione degli elettori. “Che sia resuscitata?” si sono chiesti in molti. In realtà, la DC non è mai morta. A stabilirlo la Corte di Appello di Roma con la sentenza 1305 del 2009 e la Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 25999 del 2010. Il partito di ispirazione cattolica, pertanto, nel 2016 ha legittimamente riconvocato la sua Assemblea, nominando presidente l’on. avv. Gianni Fontana, che si è presentato alle elezioni politiche nazionali con liste di propri candidati in tutta Italia. PaeseRoma lo ha intervistato.
On. Fontana, sappiamo che i tempi ristretti della campagna elettorale non hanno giocato a vostro favore. Ciò nonostante la DC ha ottenuto risultati sorprendenti, in primis alle regionali: per dirne una, Azzaro ha collezionato ben 7614 preferenze. Si sente di dar ragione a chi parla della DC come “la sorpresa delle ultime elezioni?”
Forse questa è un’affermazione un po’ troppo forte. Noi pensiamo di aver ottenuto un buon risultato. Ci siamo misurati purtroppo in un solo “campo”: abbiamo dovuto insistere sul concetto per cui riteniamo la DC un “partito storico”, ma la nostra istanza non è stata accettata dai tribunali. Come inizio, è più che buono. Invece di parlare, come ha fatto Di Maio di una “Terza Repubblica”, a mio parere, sarebbe più corretto vedere nelle elezioni del 4 marzo, l’inizio della “crisi della Seconda Repubblica”. La Terza Repubblica non può nascere da proposte elettorali frutto di fantasia.
Parlare della Dc vuol dire richiamare alla mente uno dei partiti che ha fatto la storia della Prima Repubblica. Oggi a 76 anni dalla nascita, vien spontaneo chiederle, quale sia stata “la ricetta segreta” di tale successo, ma soprattutto se la stessa ricetta possa valere anche oggi. O nel 2018 servono altri ingredienti?
Beh, di certo servono anche altri ingredienti. Abbiamo costruito rapporti solidi con associazioni e movimenti. Ma sento che se avessimo potuto essere presenti attraverso il riconoscimento come partito storico, il risultato sarebbe stato migliore.
Alla luce dei risultati dell’ultima tornata elettorale, ritiene sia una necessità primaria ritornare in possesso dello scudo crociato oggi utilizzato dall’UDC? Non basta il nome di Democrazia cristiana in sé per darvi un’identità e per riscuotere consenso?
Assieme con noi deve tornare anche lo scudo crociato. Sia la Costituzione che il Codice Civile presentano leggi che salvaguardano l’identità della persona, umana e giuridica. E se l’identità di una persona umana è un diritto inalienabile, allora anche la persona giuridica in veste di partito deve veder salvaguardato il nome e il simbolo che lo definiscono. Non è un fatto di nostalgia. E’ un atto di salvaguardia del partito.
Come stabilito dalle norme delle leggi n.52 del 2015 e n.165 del 2017, la data del 15 aprile 2017, ha segnato il termine entro il quale ha trovato applicazione l’esenzione dall’obbligo di raccogliere le firme dei sottoscrittori per la presentazione delle liste dei candidati. Da avvocato di lunga esperienza, come ha motivato il suo ricorso in Cassazione per vincere la possibilità di presentare una lista della DC?
La legge parla dei partiti “storici” presenti nel 2015. Noi abbiamo ribadito che la DC non è mai stata sciolta. Ne sono dimostrazione i congressi e il fatto che il partito abbia continuato ad essere presente nelle liste in varie elezioni regionali e comunali. La Dc è nata il 18 dicembre 1943, è stata per 50 anni alla guida del paese, ma dopo non è certo scomparsa non abbiamo fatto altro che ribadire questa posizione.
La democrazia cristiana, ha dimostrato de facto la capacità di portare avanti una campagna elettorale in autonomia rispetto ad altre forze politiche. La porta a possibili alleanze resta chiusa a chiave, o c’è probabilità di riaprila in vista di progetti futuri?
Noi restiamo della convinzione che la Democrazia Cristiana debba nascere autonomamente. Compiuto tale passo, non rigetterà la possibilità di compiere alleanze: d’altronde la DC è sempre stata un partito di coalizione. Ma prima bisogna tornar vivi in Parlamento, né però, sotto la tenda di Berlusconi, né tantomeno dei grillini .
Nel 2018 perché un elettore dovrebbe votare voi e non una forza anti-sistema? Cosa ha il programma della DC in più ?
Perché i programmi del M5S e della Lega sono irrealizzabili, dei “libri dei sogni”. La DC ha dimostrato nel passato di essere un partito della concretezza, in grado di prospettare delle riforme e metterle in pratica. La nostra proposta politica si rifà alla Costituzione e alla dottrina sociale della Chiesa:solo mettendo insieme questi due fattori e rimanendo fedeli ad essi, si può rappresentare in modo costruttivo il Paese
“dobbiamo sgominare noi, gli artefici della dittatura occulta dei mercati, che non offrono più vantaggio pubblico, ma solo interesse di pochissimi” ha detto intervistato Azzaro. Ma chi c’è dietro il potere occulto? Il Presidente Onorario della Corte di Cassazione Imposimato ha detto che non ci sono dubbi che dietro ci siano il gruppo Bildemberg e Rocksfield. Lei che ne pensa?
Si, il potere è in mano a soggetti di questo di tipo. Bildemberg è un gruppo che da sempre è presente e raggruppa in modo palpabile le più importanti banche e i grandi personaggi di cultura che hanno venduto, di fatto, la propria scienza. Mi riferisco anche alle grandi catene della comunicazione e alle multinazionali. Oggi non ci sono più i grandi leader presenti nel dopoguerra: Churchill, Roosvelt, De Gasperi. La politica deve tornare ad avere il proprio ruolo: se volessimo fare una sulla scala d’importanza, all’apice io inserirei l’etica,poi al secondo posto la politica che deve essere ispirata dall’etica, di seguito l’economia che produce risorse e infine la finanza che aiuta l’economia nel suo ruolo. Oggi si è tutto ribaltato: la finanza ha mangiato l’economia e quest’ultima,la politica. La conseguenza è che morale ed etica non esistono più. Valentina Pigliautile