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Pd, Giachetti in sciopero della fame: «la data del congresso sia fissata subito»

Il deputato del PD ha lanciato pochi minuti fa il suo appello ufficiale su Instagram

Valentina Pigliautile by Valentina Pigliautile
18 Settembre 2018
in Politica
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Pd, Giachetti in sciopero della fame: «la data del congresso sia fissata subito»
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Giachetti in sciopero della fame

Un’immagine come tutte le altre, quella di Giachetti, deputato PD, in camicia bianca, seduto alla sua scrivania. Ma dalla didascalia sottostante è chiaro a tutti che non sia così.

“Amici cari, visto che voi vi dedicate alle cene e continuate a prendere tempo mentre il Pd scivola sempre più in basso, io smetto di mangiare. Dalla mezzanotte di ieri sciopero della fame per chiedere che sia fissata subito la data del congresso!”. La presa di posizione di Giachetti è solo la ciliegina sulla torta – per dirla in modo eufemistico – dell’ennesima querelle di polemiche tutta interna al Partito Democratico. Solo domenica scorsa il Presidente Orfini aveva annunciato: “sciogliamo il PD e rifondiamolo da capo” . Proposta che, dal Governatore Zingaretti è stata etichettata fin da subito come “ostruzionismo” alla sua candidatura: un gioco per rimandare all’infinito la data del congresso.

Il futuro del PD? Cotto e mangiato

Nel frattempo gli altri esponenti del partito hanno pensato bene di sedersi insieme ad un tavolo per discutere sulle sorti future del partito. Stavolta al posto del tavolo del Nazareno, hanno optano per la tavola di casa Calenda. I risultati però, non stati dei migliori. Giuliano da Empoli – questo il nome dell’utente che ha postato un tweet taggando Calenda – tutto poteva aspettarsi fuorché l’Ex Ministro dello Sviluppo Economico, non solo rispondesse, ma rilanciasse la sua proposta. Nel tweet si legge:

“La Storia non sarà clemente con i quattro leader del Pd, Renzi, Gentiloni, Calenda, Minniti che condividono la stessa linea politica se per ragioni egoistiche non riusciranno a sedersi intorno a un tavolo per impedire la deriva del PD verso l’irrilevanza e la sottomissione al M5S”.

Dando ragione a Giuliano, Carlo Calenda ha esteso l’invito a Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Minniti: “martedì da me a cena. Invito pubblico per renderlo più incisivo ma risposta privata”. L’Ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni ha rotto per primo il silenzio:“Figurati se si rifiuta questo invito. Detto questo, se qualcuno pensa che i problemi del PD si risolvano perché alcune persone si vedono a cena, forse non ha esattamente chiaro che cosa sia il PD”.

Anche molti commentatori su twitter non l’hanno mandata a dire, rivendicando i bei tempi antichi in cui i principali luoghi d’incontro, invece dei salotti di casa, erano le piazze. Ma Calenda ha tirato dritto. Almeno fino a ieri mattina, quando ancora ribadiva che la cena si sarebbe fatta,  ma “rimandata a data privata”. Qualcosa non deve essere andata dal verso giusto se solo 14h dopo, e sempre via twitter ovviamente, ha ribaltato il verdetto: “Dopo 14h di polemiche interne e amenità varie, a partire dalla disfida delle cene, ho cancellato l’incontro. Lo spirito era quello di riprendere il dialogo con persone che hanno lavorato insieme per il paese e per il Pd. In questo contesto è inutile e dannoso.”

Zingaretti e la cena sociale 

“Aggiungi un posto a tavola che c’è un contrasto in più” sarebbe il caso di dire. Sì, perché nello stesso giorno della marcia indietro di Calenda, arriva l’annuncio su FB del Governatore del Lazio Zingaretti: “Organizzo una cena in trattoria con un operaio, una studentessa, un professore e un imprenditore”. A loro – ha scritto Zingaretti – vuole chiedere che cosa si deve fare, dove il partito ha sbagliato, come riprendere a lottare per vincere. E nel P.S finale ha ricordato a tutti l’evento del 13 e 14 ottobre all’Ex dogana di Roma.

Giachetti: “abbiamo giocato abbastanza. Sono incazzato nero”. 

“Non è accettabile quello che a cui abbiamo dovuto assistere a proposito di cene. Non si può andare avanti cosi” ha tuonato stamattina durante la diretta Facebook Roberto Giachetti. Secondo il deputato PD questa situazione era largamente prevedibile dal momento in cui è stato deciso di spostare la data del congresso: “sapevano che questo avrebbe comportato che il congresso si sarebbe svolto in qualsiasi altra sede eccetto quella naturale, in mezzo a quel popolo di cui ci riempiamo la bocca nelle interviste ma al quale è preclusa la possibilità di scegliere in merito a futuro del partito Democratico”. Ha ricordato che il sondaggio di La7 da’ il PD al di sotto del 17% : Non è più possibile, secondo Giachetti, continuare ad offrire uno spettacolo così indecoroso dove il partito è preso alla berlina giornalmente da giornali ed avversari.

“L’unico modo per reagire e imprimere l’energia che mi resta, è tornare alle mie origini. Questa notte mentre la frustrazione cresceva e  mi domandavo che cosa potessi fare di più, ho iniziato uno sciopero della fame con l’obiettivo che sia immediatamente fissata la data del congresso e convocata un’assemblea straordinaria. Io il congresso lo voglio subito.”

Giachetti ha chiesto quindi, di unificare i percorsi congressuali regionali e compiere il congresso nazionale entro Novembre: “Si vuole sciogliere il partito democratico? Il partito non lo scioglie né Calenda con i coinvitati a cena né Orfini quando si alza la mattina: lo scioglie l’unico proprietario. il popolo”.

Tags: Carlo CalendaNicola ZingarettiPDRoberto Giachetti
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