Nel weekend che ha posto fine alle feste natalizie 2023-2024 durante le quali il direttore uscente Antonio Parisella su sua diretta responsabilità ha mantenuto l’edificio aperto al pubblico, si sono registrate visite record presso il museo della Liberazione in via Torquato Tasso a Roma: centinaia tra militanti politici e cittadini si sono affrettati a visitare il sito, ex prigione S.S. durante l’occupazione germanica, per denunciarne l’importanza e ribadire l’istanza per cui un museo di tale valore storico non possa chiudere a seguito di un semplice vuoto burocratico. Alcuni militanti di un gruppo anarchico romano hanno istituito un piccolo presidio con megafono e visitato il museo con bandiere ed esponendo uno striscione che recitava: “Chi cancella la storia vorrebbe ripeterla” con chiaro rimando alle tendenze dell’attuale governo e ventilando l’ipotesi di volontà politiche precise che si nasconderebbero dietro l’apparente incuria amministrativa. Non si sono registrati problemi con le forze dell’ordine presenti con blindato durante gli orari di vistita più affollati.
Dal 20 dicembre il Museo storico della Liberazione di via Tasso è senza vertici. L’incarico triennale, a titolo gratuito, è scaduto e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano non ha provveduto alla nomina. L’attuale presidente Antonio Parisella ha dunque comunicato di non aver riconsegnato le chiavi per mantenere attivo il sito e garantire le visite guidate. Infatti senza vertici il museo rischierebbe la chiusura. Il ministro ha infine annunciato, anche in risposta a diverse richieste istituzionali, l’arrivo di nuove nomine e si attendono sviluppi.