ROMA – In Forza Italia continuano le liti interne dopo il magro responso delle europee. Le fibrillazioni dentro il partito sono animate da tanti, ma in quest’ultima settimana a tenere banco è stato soprattutto Raffaele Fitto.
Il deputato pugliese che è risultato il candidato più votato dai forzisti alle Europee, ha infatti rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha chiesto all’ex Cavaliere: “Vorrei primarie a tutti i livelli. Basta con le scelte imposte dall’alto, con la selezione di facce nuove, con i meccanismi lenti e superati dei congressi e con il gioco perverso dei pettegoli che alimentano divisioni, che spargono veleno su di me e altri colleghi raccontando di presunti sfoghi del presidente poi regolarmente smentiti con secche note. È ora, che Silvio Berlusconi, la cui leadership non è in discussione, ci stupisca. Perché lui deve essere il motore del cambiamento del nostro partito, quello che salvaguardando il passato ci traghetta verso il futuro. Siamo a un crocevia decisivo per il partito. Servono le primarie per dare l’idea chiara che non stiamo operando solo una manutenzione dell’esistente, ma la ricostruzione del centrodestra. Le primarie dovranno essere per tutti gli organismi di partito e successivamente di coalizione, sapendo bene che il leader è e resta Berlusconi. Non dobbiamo aver paura di guardare negli occhi la nostra gente, di tornare tra di loro per convincerli: una classe dirigente, in un momento come questo, deve essere legittimata dal consenso popolare”.
L’ex premier ha risposto solo ieri, al capolista della Circoscrizione Sud, con una nota dai toni perentori: “Forza Italia è, fin dalla sua fondazione, venti anni fa, un movimento politico aperto, democratico, rispettoso del contributo di tutti i suoi militanti, attento a valorizzare ogni idea maturata al suo interno e le diverse esperienze che lo hanno reso grande. In tale direzione ho sempre orientato la mia attività di presidente e fondatore, con l’equilibrio, la capacità di sintesi e il rispetto di tutti che mi sono sempre stati riconosciuti. Già prima delle elezioni, su mio preciso stimolo, abbiamo avviato un cammino di rinnovamento importante e articolato, che sono certo darà presto i suoi frutti. Nei prossimi giorni, come già stabilito, ci confronteremo all’interno del nostro ufficio di presidenza per fare un primo bilancio e stabilire nel merito e nel metodo le nostre prossime iniziative, consapevoli che l’esito delle ultime elezioni del 25 maggio ci obbliga ad un cambio di passo e di visione politica che non può certo ridursi ad un confronto, pur legittimo, su organigrammi e metodi di selezione. Chiedo quindi a tutti di non proseguire con uno sterile dibattito a mezzo stampa sulle primarie e a non contribuire così all’immagine negativa che i media ostili costruiscono ogni giorno a nostro danno”.
A stretto giro è arrivata la controreplica di Fitto, con una lettera aperta: “Carissimo Presidente, raccolgo l’appello che hai rivolto a tutti, e dunque preannuncio che al prossimo Ufficio di presidenza lavoreremo per una proposta articolata di rilancio sia sul terreno dei contenuti sia su quello organizzativo. E sono sicuro che sarà una discussione ricca, positiva e costruttiva, che probabilmente sarebbe anche utile trasmettere in diretta audiovideo, dando modo a tutti di seguire senza filtri il nostro comune ragionamento. Ciò detto, consentimi di ribadirti pubblicamente ciò che ho già avuto modo di dirti a quattr’occhi, con l’affetto e la sincerità di sempre. Quello che fa male al nostro movimento non è certamente il libero dibattito di idee, condotto da chi come me lo fa lealmente, ma la piccola dose quotidiana di falsità e veleni che alcuni mettono in circolo da troppo tempo. In un grande movimento, come noi siamo, chi discute in modo limpido (senza retroscena, senza sottintesi, senza doppie verità), e lo fa forte di una coerenza nota, dovrebbe essere una risorsa, e non un problema. Ho l’orgoglio di conoscere un Berlusconi che si è sempre fatto forte delle idee innovative, e ha sempre alzato l’asticella del cambiamento, spiazzando tutti. Un abbraccio e buon lavoro a tutti noi”.
Ernesto De Benedictis