Roma – La Capitale celebrerà la fotografa statunitense dal 23 maggio fino al 19 giugno con una mostra a “Il museo del Louvre” (via della Reginella, 28) che precederà la retrospettiva personale sull’artista che, a sua volta, si terrà prima al Moma di San Francisco a fine anno e successivamente, nel 2012, al Guggenheim di New York, dove l’artista morì giovanissima nel 1981.
77 opere inedite tra foto, lettere e altro materiale. Fotografie vintage con interventi grafici dell’artista e la Serie del Guanto ispirata a Max Klinger e realizzata al bar Fassi di Roma nel 1978, durante il soggiorno della Woodman: scatti in bianco e nero, donne e uomini nudi, oggetti abbandonati sui tavoli, immagini in cui il corpo diventa figura e rappresentazione e che ritraggono un mondo quasi dimenticato, individui soli sospesi in ambienti vuoti. C’è poi la sua corrispondenza privata, tra cui due lettere blue- print, cartoline, messaggi cifrati, riflessioni, idee e spunti artistici.
Francesca Woodman, fotografa molto acclamata in questo periodo, ha iniziato molto giovane all’età di 13 anni e ha continuato a dedicarsi a quest’arte fino ai 22, quando morì gettandosi dalla finestra del suo studio a New York. L’organizzatore di questa mostra, Giuseppe Casetti, proprietario della libreria “Maldoror” che chiuse proprio nell’81, ha conosciuto personalmente l’artista un giorno in cui lei gli si avvicinò consegnandogli una scatola con dentro delle foto dicendo: “Io sono una fotografa”. Come Casetti stesso confessa a “la Repubblica”: “Sono rimasto sedotto. Era la prima volta che vedevo le sue fotografie. Ero disorientato dal cortocircuito tra l’apparenza adolescenziale e la forza di quelle immagini. E’ stata una meraviglia e una gioia: davanti a me avevo una grande artista”. Alessia Forgione