Tre ragazzi con una scatola di scarpe riadattata a salvadanaio stanno elemosinando per strada un diritto e un servizio che in realtà già pagano. Sono gli studenti del “Liceo artistico Statale Giulio “Carlo Argan” della capitale situato in Piazza Dei Decemviri 12 e della succursale “Giorgio De Chirico” in Via Ferrini 61. Da Lunedì scorso occupano le strutture unendosi alla protesta che dai primi di novembre ha investito tutta la penisola in seguito ai provvedimenti del governo Letta e della famigerata Spendig Revew troppo spesso sinonimo di tagli e non di razionalizzazione delle risorse.
“Non abbiamo abbastanza computer per il corso di grafica e architettura e quelli che ci sono non funzionano come dovrebbero”.
Siamo costretti a lavorare in tre sullo stesso blocco d’argilla,ricicliamo la carta usata negli anni passati per i progetti, ci piove nelle classi, e cinque bidelli sono troppo pochi per cinque piani di scuola, il cortile e la palestra.Abbiamo un problema di sovraffollamento delle classi e spesso i professori non sono abbastanza preparati” dichiara la rappresentate d’istituto mentre mostra i cedimenti strutturali, le mura imbrattate, il riscaldamento mal funzionante e il cortile ingombro da materiale edile abbandonato da anni e che stanno ripulendo loro stessi.
“Abbiamo versato 150 euro all’inizio dell’anno e siamo circa cinquecento alunni.La segreteria dice che i soldi ci sono ma non sono stati sbloccati.Ora stiamo cercando di tirare su i soldi per comprare la vernice e ridipingere le pareti”.
La protesta dei ragazzi dell’Argan si affianca a quella di tanti altri licei della capitale come il Mamiani, l’Aristotele il Margherita di Savoia, e a quella della Facoltà di archittettura della Sapienza in attesa che un governo,troppo impegnato a correre dietro alle richieste dell’Europa,sblocchi i 400 milioni promessi alla causa scolastica e universitaria.
E’ l’ennesma testimonianza,uguale a tante altre,dei protagonisti di una scuola italiana che si barcamena fra mancanza di fondi e didattica scadente e che conferma la tradizione di manifestazioni a cadenza annuale che da più di trent’anni ormai segnano la storia di un’istruzione italiana martoriata da Leggi Berliguer, Gelmini, Moratti e oggi impaurita dal disegno di legge del ministro Carrozza.
Gli studenti dell’Argan intanto ridipingono con pochi spiccioli le aule del loro istituto sperando in un cambiamento significativo che dia “un taglio ai tagli” non alla loro istruzione.
di Francesca Tran