«Vivi al massimo, muori giovane e lascia di te un bel cadavere».
Così recitava uno slogan di un film di Tarantino del1993, Una Vita al Massimo.
Battuta sicuramente di dubbio gusto, ma che a Jimmy, così veniva chiamato il ragazzo dell’Indiana innamorato delle sfide, sarebbe certamente piaciuta.
Forse potrebbe essere racchiusa in questa frase la sintesi della vita di James Dean, star di Hollywood, affascinante seduttore di una generazione, morto – all’età di 24 anni – così come è vissuto: di corsa.
Un giorno, citando a sorpresa Rimbaud, Jimmy aveva detto che la morte era l’unica cosa al mondo che riuscisse a rispettare.
James Byron Dean (Marion, 8 febbraio 1931 – Cholame, 30 settembre 1955), nacque nello stato dell’Indiana, nella fattoria della sua famiglia, da Winton e Mildred Marie ‘Wilson’ Dean. James si trasferì a Santa Monica, in California, sei anni dopo che il padre lasciò la fattoria per diventare un odontotecnico. All’età di nove anni, perse la madre per un cancro all’utero e fu mandato da suo padre a vivere con alcuni parenti in una fattoria vicino a Fairmount, in Indiana. Dopo essersi diplomato nel 1949, tornò in California per vivere con suo padre e la sua matrigna.
La sua carriera iniziò con uno spot televisivo per la Pepsi Cola, seguito da una parte come rimpiazzo nel ruolo di stunt-tester nel gioco televisivo Beat the Clock.
Inizialmente ebbe difficoltà nell’ottenere del lavoro a Hollywood e riuscì a mantenersi lavorando come custode in un parcheggio.
Seguendo il consiglio di alcuni amici, Dean si trasferì a New York, dove fu ammesso a studiare con Lee Strasberg all’Actors Studio.
James Dean aveva cominciato a recitare a teatro in The Immoralist di André Gide, interpretando il discusso – era il 1954 – e tormentato ruolo di un omosessuale. Questo ruolo gli diede una grande visibilità e lo portò prepotentemente all’attenzione dei produttori di Hollywood, che erano da tempo in cerca di un attore che potesse interpretare, in modo credibile, le turbolenze interiori delle nuove generazioni. Jimmy incarnò perfettamente il personaggio del giovane tormentato che si ribella ai genitori, all’autorità, alla società, senza una ragione apparente, senza causa, come dichiara il titolo originale del suo film più citato: Gioventù Bruciata (Rebel Without a Cause – Ribelle senza causa).
Nel marzo 2011, il giornalista Kevin Sessums, rivelò sconcertanti episodi della vita infantile di Dean, riguardo a delle molestie sessuali subite all’età di 11 anni da un pastore. Questi episodi gli sarebbero stati rivelati da Elizabeth Taylor in un’intervista del 1997 e tenuti segreti fino alla morte della diva, che lavorò con l’attore ne Il Gigante. Durante la lavorazione del film, Dean le avrebbe confessato gli spiacevoli eventi della sua infanzia, facendole promettere di non renderli pubblici fino alla fine dei suoi giorni.
Pochissimi personaggi hanno avuto la popolarità di James Dean. La sua carriera cinematografica fu brevissima, solo 18 mesi, eppure tutti e tre i film che interpretò da protagonista (La Valle Dell’Eden, Gioventù Bruciata e Il Gigante) sono considerati delle pietre miliari del cinema e, a tutt’oggi, James Dean è l’unico attore della storia ad aver ricevuto ben due nomination postume agli Oscar, per il suo ruolo nel film La Valle dell’Eden e per il film Il Gigante nel 1956. Nello stesso anno gli venne conferito il Golden Globe come miglior attore.
Il mito che James Dean ancora oggi rappresenta è forse paragonabile solo a quello di un’altra icona immortale del cinema: Marilyn Monroe.
Non a caso, infatti, entrambi se ne sono andati molto prima del tempo, ma mentre per quanto riguarda Marilyn i teorici del complotto possono far volare la propria immaginazione costruendosi la verità che preferiscono, nel caso di James Dean le circostanze della morte non sono in discussione.
James, ragazzo nato povero, ama le Porsche e la velocità. «Quando corro – dice – è l’unico momento in cui mi sento completamente me stesso». Nel settembre del 1955, l’anno della sua consacrazione con Gioventù Bruciata e Il Gigante, dopo il trionfo nel ’54 della Valle dell’Eden, si compera una nuova Porsche spyder, la 550, un bolide da trecento chilometri all’ora. È appena stato lasciato da Ursula Andress, con cui ha avuto un flirt molto reclamizzato, e si è prontamente rifatto con Leslie Caron: le corse fanno breccia sulle donne. Nell’ultimo week-end di settembre si svolgerà la gara di Salinas, in California, e James ha preparato la sua Porsche metallizzata per vincere. Venerdì 30, a Paso Robles, al volante della sua spyder, esce a forte velocità dall’autostrada 466 per immettersi nella 41 ed è un attimo. La Porsche si schianta contro una Ford Sedan sbucata all’improvviso. «Non può non vederci, quello», sono le sue ultime parole colte da Rolf Wueherich, il meccanico tedesco che gli è seduto accanto. Jimmy muore in pochi minuti e nasce così la leggenda.
Nel luogo in cui morì c’è incisa una frase tratta dal Piccolo principe di Saint-Exupery che recita: «Tutto ciò che è realmente importante nella vita è invisibile all’occhio e può essere colto soltanto dal cuore».
James Dean è stato sepolto a Fairmount, dove trascorse parte dell’adolescenza, nel James Dean Memorial Park.
R.I.P Jimmy…
ALEX PIERRO