A Venezia dal 19 marzo, alle Gallerie dell’Accademia, si inaugura Aldo Manuzio. Il Rinascimento di Venezia, una grande mostra a cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Giulio Manieri Elia, che ripercorre attraverso oltre 100 capolavori provenienti da importanti musei italiani e stranieri e più di trenta rarissime edizioni stampate – tra la fine del XV e i primi anni del XVI secolo, il periodo d’oro che diede vita al Rinascimento di Venezia, che nel Cinquecento superava i 150mila abitanti e fu tra le più popolose e ricche città dell’epoca, sia dal punto di vista artistico che economico. È in questo periodo storico che Venezia si afferma come fulcro tra l’Oriente e l’Occidente, dove si mescolano culture e tradizioni, linguaggi espressivi quali: incisione, pittura, scultura, arte suntuaria, cartografia sino alla stampa, con alcuni esemplari di rara bellezza e grandissimo valore attribuiti al grande Manuzio, con le edizioni miniate in arrivo da Manchester o il rarissimo Aristotele del 1496 in prestito dalle collezioni dell’Escorial.
La mostra presenta la storia Aldo Manuzio (1449 circa –1515), uno dei maggiori editori di tutti i tempi, e tra i primi in Europa. Grazie a lui furono introdotte numerose innovazioni sia nel campo dell’editoria che della tipografia. Così scrisse di lui Erasmo da Rotterdam : «Aldo ha intenzione di costruire una biblioteca la quale non abbia altro confine che il mondo stesso». Grazie all’imponente rete logistica che solo una città mercantile dell’importanza di Venezia poteva avere, Manuzio seppe realizzare un programma molto ambizioso che per la prima volta rendeva disponibili a studiosi ed al pubblico, le opere dei letterati del tempo, oltre ai grandi classici della cultura greca, da Omero ad Aristotele, da Sofocle a Euripide, anche i testi latini da Virgilio a Cicerone, da Orazio a Ovidio, a Catullo, a Properzio e Marziale, ed ancora ebraici e italiani della nuova letteratura in volgare. Fu proprio grazie a Manuzio ed alla sua collaborazione col cardinale e umanista italiano Pietro Bembo (1470- 1547) e grande amico dell’Ariosto, che il volgare si andò lentamente affermando accanto al latino, come la lingua ufficiale contemporanea in tutta Europa, ed ebbe come modelli Dante, Petrarca e Boccaccio.
La circolazione di tutti questi testi dell’arte classica e latina e idee nuove contribuì a creare una cultura comune europea, oltre all’emergere di temi nuovi nel campo delle arti figurative, dai quali trassero ispirazione maestri come Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Jacopo de’ Barbari. Grazie alla riscoperta della poesia greca e latina, la pittura si rivolse alla natura, ed “abbandonate le suggestioni medievali che dipingevano una natura ostile, dura, popolata da fiere feroci, l’arte si apre a una rappresentazione del paesaggio inteso come culla della civiltà, come paradiso terrestre nel quale l’uomo è destinato a vivere”. La mostra testimonia questo passaggio grazie ai paesaggi del Giorgione (1478 circa –1510), i disegni del giovane Tiziano (1477 –1576) , cittadino della Repubblica di Venezia e maestro con Giorgione del colore tonale; le incisioni di Giulio Campagnola (1482 –1515), sino ai bronzetti di Andrea Briosco (1470- 1532). Una sezione della mostra è dedicata al legame di Manuzio con la cultura del Nord Europa e col teologo e filosofo olandese Erasmo da Rotterdam (1466 –1536). Quest’ultimo, a Venezia per oltre 1 anno, per pubblicare la sua opera principe Adagia – raccolta di motti in latino risalenti per la maggior parte al mondo classico, tenne in grande considerazione le edizioni aldine, considerandole fondamentali per la circolazione del suo pensiero in tutta Europa. Il grande rapporto di stima tra Manuzio ed Erasmo da Rotterdam è simbolizzato in mostra dalla presenza della copia dei Poeti Cristiani stampata da Aldo Manuzio nel 1504 e appartenuta allo stesso Erasmo.
Tra gli altri capolavori di grandissimo valore culturale si potranno ammirare : Hypnerotomachia Poliphili, il libro illustrato più celebre di Aldo Manuzio con numerose xilografie forse approntate su disegno del miniatore Benedetto Bordon (1450-1531) ; ma soprattutto uno degli unici due esemplari rimasti al mondo di aldina non rifilata dopo la sua stampa; un Euripide – di proprietà della Morgan Library di Washington, per la prima volta esposto in Europa, che mette in luce “la raffinata cultura di Manuzio, la sua conoscenza delle teorie prospettiche canonizzate da Luca Pacioli e diventate chiave di volta per ridisegnare il mondo nel corso del Rinascimento”. La mostra Aldo Manuzio.Il rinascimento di Venezia rimarrà aperta al pubblico sino al 19 giugno 2016, ed è stata realizzata su progetto scientifico del Centro Internazionale di Studi di Architettura “Andrea Palladio” con l’organizzazione di Civita Tre Venezie, col supporto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Gallerie dell’Accademia e del Comitato Regionale per il V Centenario della morte di Aldo Manuzio – Regione del Veneto, con il contributo di World Monuments Funde Montblanc, e con Fondazione Cologni Mestieri d’Arte, Save Venice INC., Venice International Foundation, Venetian Heritage, Venice In Peril.
Per ulteriori informazioni: Telefono +39 041.5200345 – http://www.mostraaldomanuzio.org/
di Daniela Paties Montagner