Corsi e ricorsi – Nello scorso anno anche Paese Roma aveva assunto, con più articoli, un certo interesse sulla dibattuta questione del ritrovamento di un antico ipogeo nella cittadina di Marciana all’ Isola d’ Elba.
Si trattava di un singolare manufatto unico nel suo genere, non soltanto per la sua artistica forma architettonica cruciforme, ma soprattutto per il simbolo di potenza ostentata all’ epoca della sua costruzione per essere stato scavato in una durissima pietra granitica previa asportazione di centinaia di tonnellate di roccia di proverbiale durezza. Tale fatto dava motivo e sostegno a coloro che ritenevano che questo impegnativo e pluriennale lavoro di scavo non poteva che essere, per razionale deduzione, un luogo sepolcrale etrusco quantunque già depredato, realizzato intorno al 500 a. C. La tesi contraria sosteneva che quel manufatto era stato una zecca dei Signori e poi Principi Appiano che tra XV e XVII secolo, governavano su Piombino ma anche sull’ Elba.
Lo scollamento di interessi – La vicenda era stata seguita, come detto, anche dal nostro giornale con articoli dedicati proprio alla contrapposizione di idee e di interessi che, dopo ogni inutile tentativo di unitaria interpretazione e di razionale approfondimento, si affidavano al parere di esperti delle relative Soprintendenze tematicamente preposte, ma che, invece di chiarire i dubbi iniziali, ne ingeneravano altri.
Perplessità hanno destato anche alcuni pareri, scritti successivamente da professionisti competenti per funzione istituzionale, assegnata e remunerata dallo Stato, incaricati previo sopralluogo in sito di esprimere il loro autorevole parere sulla natura dell’ipogeo. Il resoconto del citato sopralluogo è, di fatto, un esempio di inconcludenza peritale, specie dove si afferma che talvolta bisogna ammettere la modestia di non essere in grado di giudicare. In altri termini ciò significa che il problema non ammette soluzione, o che la soluzione deve essere cercata altrove. Vicende di questo genere evidenziano atteggiamenti contraddittori proprio tra coloro che dovrebbero curare con la dovuta competenza le esigenze culturali del nostro Paese.
Diversi mesi fa – Per avere una visione unitaria della questione, era stato richiesto al Viceprefetto dell’ Elba, Dott. Giovanni Daveti, con sede a Portoferraio, quale fosse il parere dello Stato. Questi, nel corso di un incontro con lo scrivente sul tema ipogeo di Marciana, aveva chiaramente espresso il proprio diretto e vivo interessamento alla questione. Egli infatti, riteneva, anche al fine economico del turismo indotto dalla riscoperta a Marciana di questo interessante sito, che la località fosse destinata a divenire un richiamo museale, in virtù del sempre più grande numero di visitatori, a condizione che alla fine venisse allestita nel luogo un’ attraente struttura dedicata, che l’Elba, oltre alla sua intrinseca bellezza paesaggistica, meriterebbe per i grandi valori patrimoniali e culturali disseminati nel suo territorio. Si apprese così che egli aveva intenzione di convocare gli interessati più rappresentativi delle parti contrapposte che, insieme ai Sopraintendenti dei settori competenti di Firenze e di Pisa, potessero esprimere i loro orientamenti sulla questione.
Nella realtà dei fatti – A quanto è dato sapere, questo incontro non ha mai avuto luogo, mentre le prese di posizione su tesi contrapposte hanno portato anche al subentro di altre ipotesi sulla natura del sito, come neviera cruciforme (senza drenaggio) o vasca architettonica di contenimento idrico; definizioni queste che sono parse più tentativi fuorvianti, forse al fine di lasciare le cose come stanno, che concetti di razionale condivisibilità. In attesa dell’auspicato incontro tra gli esperti dei settori archeologici interessati, si è solo evidenziata la sottrazione dell’ ingente valore archeologico al patrimonio culturale del nostro Paese, svalorizzato dai dubbi rimasti sul sito, soprattutto se risultasse che si tratta di un luogo sepolcrale etrusco ostentatamente scavato con utensili che i Signori dell’Elba all’ epoca sapevano temprare.
Verso la conclusione – Ecco che ora, come si suol dire, qualcosa si muove. Così dimostra la articolata e circostanziata interrogazione parlamentare rivolta da nove senatori del Movimento 5 Stelle al Ministro dei Beni Culturali.
Si tratta di una richiesta di chiarimento di cui è prima firmataria la Senatrice Sara Paglini, la quale si sta occupando con la necessaria autorevolezza istituzionale, soprattutto in Toscana, anche di vari gravi episodi di notevole impatto sul patrimonio culturale del nostro Paese.
L’ atto di sindacato ispettivo ufficializza la necessità dell’ intervento del MIBACT per l’ accertamento “pro veritate” dell’ effettiva natura di questo contestato ipogeo, al fine di conferire formalmente al sito un valore aggiunto che fino adesso non ha. Questo nell’ interesse collettivo di italiani, di stranieri, di turisti e, soprattutto, dei cittadini della stessa Marciana.