«La superarchitettura è l’architettura della superproduzione, del superconsumo, della superinduzione al superconsumo, del supermarket, del superman e della benzina super», Archizoom e Superstudio, 1966.
Trasversale, metafisico, indefinibile, sempre oltre, Superstudio, uno dei gruppi più importanti ed influenti dell’architettura radicale italiana, compie quest’anno 50 anni, e proprio in occasione di questo compleanno speciale, il Maxxi – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo a Roma, ospita l’esposizione Superstudio 50, e come dichiarato da Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione Maxxi: « Questa nostra è un doveroso omaggio a un gruppo di artisti straordinari, celebrati dalla critica di tutto il mondo – è di pochi giorni fa un bellissimo pezzo dedicato a loro sul New York Times – che hanno fatto storia dell’architettura, influenzando l’immaginario collettivo e anticipando in modo impressionante e quasi profetico temi ancora oggi di assoluta attualità. Il MAXXI ha nel suo dna lo studio e la promozione non solo degli artisti contemporanei ma anche di tutti quei grandi maestri che ne hanno influenzato le creazioni, e il Superstudio è assolutamente tra questi».
Fondato nel lontano 1966 a Firenze da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, ai quali si sono poi uniti Gian Piero Frassinelli, Alessandro Poli e i fratelli Roberto e Alessandro Magris – oggi scomparsi – contemporaneamente ad Archizoom, ed a 50 anni dalla sua fondazione il MAXXI dedica al gruppo questa grande retrospettiva: SUPERSTUDIO 50 , mostra ideata dagli stessi Natalini, Toraldo di Francia e Frassinelli insieme al curatore Gabriele Mastrigli, che presenta una raccolta cronologica di installazioni, disegni, oggetti, stampe e pubblicazioni tra il ’66 e la fine degli anni ’70 in una sorta di viaggio autobiografico. Come asserito da Gabriele Mastrigli : « il Superstudio attinge agli immaginari del proprio tempo: la pittura pop di Adolfo Natalini, la fotografia di Cristiano Toraldo di Francia, gli interessi per l’antropologia di Gian Piero Frassinelli. Rifiutando un generico approccio interdisciplinare, il gruppo propone un allargamento di campo e un ripensamento radicale dell’architettura e del design, sostituendo al tradizionale immaginario domestico un universo di oggetti stranianti e visioni distopiche».
In mostra : Superarchitettura del 1966, realizzata a Pistoia con Archizoom, dove gli oggetti perdono ogni riferimento funzionale intensificando la loro carica figurativa per offrirsi come « cose e immagini delle cose», per poi passare a Istogrammi d’architettura del 1969 , al Movimento continuo del 1969, alle Dodici città ideali del 1971 dove vengono deliberate utopie negative e i limiti dell’architettura come strumento critico della società moderna, ai “Salvataggi dei celebri centri storici italiani” del 1972 « solo uscendo dalla e dimenticandola definitivamente l’uomo potrà sottrarre la propria vista all’angusta prigione delle mura ed aprirla ai grandi orizzonti..[..]..Il solo salvataggio è ancora una volta la distruzione, la sterilizzazione totale di quell’organismo che, nato per essere la casa dell’uomo, ne è diventato prigione ed infine sepolcro..», Supertudio . Nel 1972 Superstudio è presente al MoMA di New York con la celebre esposizione “ Italy. The New Domestic Landscape” , dando avvio -come dichiarato da Mastrigli : «ad un programma di film dedicati a quelli che definiscono Gli Atti Fondamentali: Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte (1972-73). I film rappresentano il più ambizioso tentativo di affrontare la relazione fra vita e progetto, da un lato proponendo una radicale rifondazione antropologica e filosofica dell’architettura, dall’altro liberando le energie individuali in una nuova, conclusiva fase del Superstudio, all’insegna della didattica e della professionalità».
Le opere, i progetti, i disegni, le lampade, i tavoli, e molti altri oggetti di design prodotti da Superstudio , il più celebre gruppo di “architettura radicale”, sono esposti in molti musei del mondo, come :il MoMa di New York, il Frac di Orléans, il Centro Pompidou di Parigi, il Centro per l’Arte contemporanea di Pecci di Prato e il Maxxi – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo- di Roma, inoltre tutti i progetti di Superstudio sono stati sapientemente raccolti ed illustrati nel volume “ Superstudio, Opere, 1966-1978” a cura di Gabriele Mastrigli, collana Habitat ( ISBN 978-88-7462-813-1), editore Quodibetbet.
La mostra Superstudio50 al Maxxi resterà aperta al pubblico sino al 4 settembre 2016.
Per ulteriori informazioni : www.fondazionemaxxi.it; www.quodibet.it
di Daniela Paties Montagner