Arriva una «sospensione», anziché la decadenza, dal Reddito di cittadinanza per la durata di contratti brevi, che non superino la fine dell’anno in cui il lavoro è iniziato. Lo prevede un emendamento del M5S riformulato e approvato dalla commissione Bilancio del Senato che di fatto «congela» il beneficio e l’assegno in caso di contratti a tempo. La proposta era stata presentata proprio per incentivare i percettori del reddito ad accettare anche lavori di breve durata o con redditi «marginali» mentre si è all’interno del programma del Reddito.
Le criticità messe in luce dal Cnel
Nella stessa giornata era arrivata un’analisi del Cnel sul sussidio di disoccupazione. Il reddito di cittadinanza presenta «criticità» in particolare «in chiave incentivante dell’occupazione», rileva il rapporto sul mercato del lavoro presentato mercoledì 11 dicembre dal Cnel, che contiene una prima valutazione degli effetti prodotti dall’introduzione del provvedimento. «In un contesto di debole domanda del lavoro, infatti, gli sgravi previsti in favore delle imprese che assumono i beneficiari dello strumento potrebbero finire per indurre le stesse a privilegiare questa tipologia di disoccupati, invece dei percettori di Naspi», spiega il Cnel. Il Naspi è la «Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego», l’indennità mensile di disoccupazione (qui la scheda dell’Inps). E’ «ingiustificata», secondo il Cnel, la sospensione, operata con la legge introduttiva del reddito di cittadinanza, dell’assegno di ricollocazione per i percettori di Naspi, per riservarlo esclusivamente ai percettori di reddito di cittadinanza». «Il Cnel – afferma il presidente Tiziano Treu – ritiene che nella legge di bilancio debba essere inserito il ripristino dello strumento per entrambe le platee. Più in generale, il processo di rafforzamento dei Centri per l’impiego va meglio definito e attuato individuando tempi e modalità delle assunzioni, nonché la formazione e l’impiego effettivo del nuovo personale».
Paolo Miki D’Agostini