Come ogni anno, immancabile l’appuntamento con il Public Domain Day.
Questa ricorrenza internazionale annuale in cui viene celebrato il passaggio a pubblico dominio di determinate opere protette da diritto d’autore, si tiene il 1º gennaio, data in cui, per alcune opere, decadono i diritti patrimoniali d’autore.
Ogni anno, le opere coinvolte nel Public Domain Day variano in base alla data di pubblicazione della singola opera, data di morte del suo autore e legislazione del paese che la tutela.
Decorso un lasso di tempo che varia da Stato a Stato, infatti, le opere d’ingegno di carattere creativo (appartenenti alla letteratura, musica, arti figurative, architettura, teatro e cinema), il cui diritto d’autore di utilizzazione economica dell’opera è scaduto nel corso dell’anno precedente, diventano di pubblico dominio.
Con questa espressione si indica il complesso e la globalità delle opere (e in particolare delle informazioni) che, decorso il termine della protezione legale, possono essere liberamente utilizzate, senza chiedere autorizzazioni né corrispondere alcun compenso.
In Europa questo avviene dopo 70 anni dalla morte dell’autore dell’opera, se questa è stata pubblicata durante la vita del creatore.
Per il materiale inedito, colui il quale lo pubblica per primo avrà i diritti di pubblicazione per i successivi 25 anni.
Nel 2021 quindi le opere degli autori deceduti nel 1950 non saranno più protette dalla legge sul diritto d’autore.
Poiché la legislazione sul diritto d’autore non è omogenea per tutti i paesi del mondo, la lista di autori e di opere coinvolte è molto varia. Quest’anno fanno parte dell’elenco molti artisti, solo per citarne alcuni:
il poeta, scrittore e giornalista italiano Trilussa, (Roma, 26 ottobre 1871 – Roma, 21 dicembre 1950), particolarmente noto per l’apologo breve, la favoletta lineare, una poetica ironica e arguta in dialetto romanesco;
lo scrittore italiano Cesare Pavese, (Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950), considerato uno dei maggiori intellettuali italiani del XX secolo, conosciuto in particolare per il libro “La luna e il falò”;
George Orwell, (Motihari, 25 giugno 1903 – Londra, 21 gennaio 1950) scrittore, giornalista, saggista britannico, famoso per l’allegoria politica proposta nel libro: “La fattoria degli animali”, acuta satira contro il totalitarismo e tra le opere più celebri della narrativa del Novecento.
Da oggi quindi, le opere di pubblico dominio potranno essere liberamente utilizzata da chiunque, senza autorizzazione dell’autore, se ancora in vita, o degli eredi, pertanto chi le vorrà pubblicare, modificare o trasporre cinematograficamente potrà farlo senza dover pagare alcun compenso agli eredi per utilizzare l’opera.
Del resto, il pubblico dominio è stato previsto per soddisfare l’esigenza della collettività di libera fruizione culturale delle opere.
Ovviamente, è bene precisare che il termine dei 70 anni dalla morte dell’autore riguarda solo i diritti patrimoniali.
Al contrario, infatti, Il diritto morale dell’autore sulla propria opera, ovvero il complesso delle disposizioni a tutela della sua personalità, è invece, inalienabile e imprescrittibile, e comprende il diritto:
– alla paternità: l’autore viene riconosciuto pubblicamente come creatore dell’opera;
– all’integrità dell’opera: l’autore può opporsi a modifiche dell’opera che danneggino la sua reputazione.
In questo modo viene tutelata la personalità dell’autore anche dopo secoli dalla sua morte.
Il pubblico dominio, nella sua accezione più ampia, quindi, è la preziosa risorsa d’informazioni libera di circolare: è il fondamento del nostro riconoscimento di cultura e conoscenze comuni.
Riveste un ruolo fondamentale nel campo dell’istruzione, delle scienze, del patrimonio culturale pubblico e rappresenta uno dei prerequisiti per assicurarsi che ogni persona al mondo possa trarre giovamento dai princìpi dell’art. 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani secondo cui «Ogni individuo ha diritto di prender parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere dell’arte e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici».
In periodi di rapido cambiamento tecnologico e sociale, il pubblico dominio adempie a un ruolo sostanziale per la partecipazione culturale e l’innovazione digitale, e di conseguenza va attivamente sostenuto.
Per questo è stato stilato il Manifesto del Pubblico Dominio che illustra i principi necessari e le linee guida per avere un sano Pubblico Dominio all’inizio del XXI secolo.
https://publicdomainmanifesto.org/manifesto/#it