«Chiediamo una cosa molto semplice, cioè fare cose sensate e non random. Lo sbaglio principale è in carico alla Regione Lazio che chiede alle aziende sanitarie di ripristinare i reparti Covid quando, sul territorio di Roma, hanno a disposizione ad esempio l’ospedale Columbus che dovrebbe essere dedicato. Quindi chiedere a tutte le aziende di chiudere i reparti di cura che erano già ripartiti, come quelli chirurgici per farne dei reparti Covid la troviamo una cosa abbastanza anormale.
Come se non bastasse a complicare il quadro mancano i medici che possono assistere i pazienti nei reparti. Qual è l’alternativa? Bisognava aver fatto già qualcosa di logico, organizzato e meno improntato all’emergenza. Due anni mi sembrano abbastanza per organizzarsi ma nulla è stato fatto veramente». Lo ha detto ,raggiunto dall’agenzia di stampa Dire, Guido Coen Tirelli, Consigliere Nazionale Anaao Assomed chiamato a commentare l’evoluzione della situazione negli ospedali che rischia di esplodere con il crescere della curva dei contagi.
«Chiudono i reparti di cura per acuti- prosegue Tirelli- amplificano le medicine in maniera esponenziale sia per i pazienti Covid che non Covid bloccando l’attività chirurgica. Sono stati assunti molti meno medici di quelli che servivano per cui il rischio è nuovamente la paralisi. Non possiamo tornare in emergenza come due anni fa perché ora dovevamo essere già organizzati. Noi medici siamo stanchi delle varie promesse: da maggiori compensi alle assunzioni. Siamo stufi di bloccare la nostra attività quotidiana per andare a fare assistenza al paziente Covid. Un neurochirurgo, tanto per fare un esempio di alta specialità, non può “finire” a fare un certo tipo di assistenza che può fare un altro medico».
«Il problema è legato per un 50% alla volontà di distruggere il sistema sanitario regionale e favorire gli ospedali privati- precisa il Consigliere Nazionale Anaao Assomed- e un altro 50% è rappresentato dall’incapacità degli stessi decisori. La cosa peggiore però è che non vedo all’orizzonte, nel prossimo futuro, nessuno capace e in grado di gestire diversamente la situazione. Abbiamo cercato di trasferire la nostra visione sia ai Dg che alla Regione ma non siamo stati mai coinvolti e ascoltati. Anche il Ministro, con le sue promesse lontane dall’avverarsi, ci prende fondamentalmente in giro».
Alessia Di Domenico