Dovrebbe essere l’inizio dall’Unione. La pietra miliare sulla quale ci si confronta e ci si riunisce in un momento di sacro conforto. Quando finalmente a una stagione di conflitti e tensioni mondiali – ma anche inizialmente – l’esercito degli Stati Uniti arrivava nel nord della Francia e iniziava l’azione di confisca dei territori presi dell’esercito tedesco. Bisogna sempre pur ricordare che da tutt’altra parte del fronte, ad Est, era già in moto la grande offensiva sovietica che sarebbe arrivata in Germania per chiudere la guerra.
Sono date e momenti che tutti pensano di conoscere e ritenere con facilità alla memoria. In effetti debbono però segnare un solco importante in grado di tracciare delle precisazioni importanti ai dibattiti ordinari.
E non serve neanche dire che senza quell’esercito e il sacrificio di tanti giovani noi non riusciremmo ad apprezzare la libertà mentale, nel mercato, nelle azioni e nella moralità conosciuta come ordinaria. Serve a dire che un ordine del mondo oggi stretto in tanti dibattiti è nato da quella guerra costata una mole incredibile di giovani vite. Quella guerra ci ha dato l’ordine mondiale ancora sussistente oggi.
Si dirà che dopo ottanta anni un allineamento di quel tipo debba essere messo in discussione. Un equilibrio di forze dominato dalla Nato, tanto più dalla venuta meno del socialismo reale nell’ex Unione Sovietica, deve esser riveduto e corretto. Ed in definitiva lo è. Oggi abbiamo l’Unione Europea costituitasi tra cento errori di diffidenza tra paesi membri, abbiamo Israele e le altre mille contraddizioni determinatesi nelle terre di Medio Oriente costantemente in conflitto, abbiamo l’alterna presenza e protagonismo dei paesi islamici sulla scena mondiale e la pretesa di contare come peso specifico determinato dalle rispettive economie… Ma soprattutto abbiamo la Cina che si pone come nuovo impero economico. Abbiamo l’India, paese più popoloso del mondo e la sua valenza crescente nell’economia mondiale. E tra le grandi realtà che pretendono a una vita migliore abbiamo l’emersione nella scena mondiale dei territori africani e una nuova presenza dell’America Latina.
Tutto questo per dire che il mondo non è più l’Europa e tutto non si svolge più nella svolta strategica di mettere piede in Normandia e vincere l’esercito tedesco dominato dal governo nazista.
Nondimeno quello sbarco – così come lo sbarco di Anzio, non dimentichiamolo – serve a ricordare al mondo che ci sarà sempre forte la presenza vigile di un presidio per le libertà nel mondo a cui nulla possono i monolitismi teocratici di diversa natura e formazione. E per questa libertà saremo sempre pronti a combattere. Oggi è il diritto ad esserci dell’Ucraina e di Israele. Domani sarà dove chiamano le libertà. Lo sbarco in Normandia è sempre vivo dentro di noi.