Un sabato sera, una ragazza che balla, un drink di troppo e una città che sembra diventare qualcos’altro. “Roma è l’America”, il nuovo singolo di Riovale, è tutto questo: una notte sbagliata al momento giusto, dove si mescolano beat, confusione, emozioni non dette e quella voglia feroce di non sentire più niente.
Con una produzione elettronica dritta, pulsante, ipnotica, Riovale torna un anno dopo Barceloneta con un brano che racconta – con il tov sfacciato e piccante che lo contraddistingue – il malessere leggero ma continuo di una generazione che vive tra hype e felicità ostentata. La cassa è dritta, il mood è estivo, ma il sottotesto è amaro: dietro ogni ballo, c’è il bisogno di sparire un po’.
«Roma è l’America è nata in una notte dove avevo bisogno di scappare, ma non c’era nessun posto dove andare. Solo un club, una lei, e un po’ di musica» racconta Riovale. «È una canzone che sembra leggera, ma parla del peso di dover essere sempre ‘in forma’, sempre felici, sempre in giro. Quando invece, spesso, vogliamo solo starcene zitti, o scomparire. “Roma è l’America” è una provocazione».
Il testo è crudo, diretto e senza filtro: “Barman, fammi quattro di tutto” diventa un mantra da pista da ballo, mentre frasi come “non voglio né vederla né sentirla” o “pensavo che era solo sesso, fino a che voleva conoscere i miei” raccontano senza romanticismi le relazioni affettive confuse di una generazione iperconnessa e sempre in ritardo sulle proprie emozioni.
E poi c’è lei, Roma, che a tratti sembra davvero Los Angeles, la California, l’America dei sogni – un’illusione perfetta a cui aggrapparsi mentre il mondo reale brucia. “Quando parli mi pari in sbornia, quando balli mi pari troia” è un’immagine volutamente scomoda, che riflette perfettamente il disincanto giovanile e quella confusione tra attrazione e alienazione, tra desiderio e distanza.
“Roma è l’America” è un brano generazionale, che fotografa un momento preciso e condiviso: quello in cui ci si sente vuoti ma vivi, presenti ma fuori fase, felici solo con la musica a palla e la testa altrove.
Chi è Riovale?
Riovale è Valerio al contrario, ma nella sua musica è tutto chiaro: pop diretto, testi explicit, e un’estetica che fonde sensualità e autenticità. Artista e autore, dal 2020 scrive e interpreta canzoni che raccontano l’amore in chiave sexy, ma anche critica, senza filtri.
Sin da bambino, il suo sogno era quello di stare su un palco davanti a tante persone, come facevano i suoi idoli. Un sogno che non è mai cambiato col tempo, anzi, è diventato sempre più vivo, più urgente, più necessario.
Dal 2020 pubblica la sua musica collaborando con Alxndr Morou, il suo produttore, dando vita a un sound personale e riconoscibile. L’ultimo singolo, “BARCELONETA”, è uscito ad aprile 2024, segnando una nuova fase della sua carriera.
Nel 2024 è tra i fondatori di VSNR, studio creativo che unisce produzione audio/video e visione artistica, trasformandosi rapidamente in una vera e propria etichetta indipendente.
Riovale è voce, penna e immaginario, ma soprattutto è la versione che rappresenta meglio “Valerio”.