Agi – I mercati tentano il rimbalzo, il dollaro frena e l’euro riprende vigore, mentre la stagione delle trimestrali entra nel vivo negli Stati Uniti e finora i risultati aziendali si sono dimostrati migliori del previsto.
Fonti Reuters rivelano che la Bce starebbe pensando di rialzare i tassi di mezzo punto percentuale, il doppio di quanto inizialmente previsto. A galvanizzare i mercati è poi la notizia che la Russia sarebbe pronta a riavviare domani le sue esportazioni di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1, dopo una chiusura per manutenzione di 10 giorni, seppure a una capacità  inferiore.
In Asia i listini proseguono il rally di ieri a Wall Street. Il trend dei mercati resta ribassista, per l’alta inflazione, la paura della recessione, la guerra e l’inasprimento delle politiche monetarie, anche se un sondaggio di Bank of America condotto su investitori professionisti ha rilevato che la ripartizione delle azioni in portafogli è ai minimi dall’ottobre 2008, un mese dopo il crollo di Lehman Brothers, mentre le disponibilità  liquide sono ai massimi dal 2001, il che suggerisce che le tendenze rialziste potrebbero riprendere quota.
Sul fronte valutario il dollaro si mantiene oltre i minimi da una settimana, segnando il terzo giorno consecutivo di ribassi e l’euro guadagna lo 0,1% in Asia a 1,0238. La crescita vertiginosa dell’inflazione aveva inizialmente portato i mercati a prezzare un aumento dei tassi di interesse di 100 punti base nella prossima riunione della Fed alla fine del mese, ma ora l’aspettativa è di un aumento 75 punti base, una prospettiva che ha rallentato la corsa del biglietto verde.
La Banca centrale cinese ha lasciato invariati i tassi di riferimento per i prestiti alle imprese e alle famiglie, mentre, oltre alla Bce, si riunisce la Boj, che manterrà invariata la sua politica ultra-accomodante. Oggi è anche il giorno della verità per Mario Draghi, che prima terrà un discorso in senato, e poi alla camera.
Intanto nel Regno Unito più di 115 mila dipendenti della Royal Mail, le Poste britanniche, hanno votato per avviare quello che potrebbe rivelarsi il più partecipato sciopero mai indetto dalle organizzazioni sindacali di categoria. Sempre nel Regno Unito Kemi Badenoch, emergente viceministra di genitori nigeriani, è stata eliminata dalla corsa per la successione di Boris Johnson alla guida dei Tory e del governo britannico: restano solo in tre in gara e in testa c’è’ l’ex cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, seguito dall’ex ministra della Difesa Penny Mordaunt e dalla titolare agli Esteri Liz Truss.
Francesco Bellacqua