Il presidente di Confindustria parla come dovrebbe intervenire il premier. Ha detto a chiare lettere: “Scontiamo decenni di errori e scelte sbagliate. L’economia rallenta, il prossimo governo, se non potrà contare sull’Europa per frenare la crisi energetica dovrà ricorrere ad altre risorse. L’Ue solidale sull’energia non è ancora nata”.
La posta in gioco richiesta è quella dello scostamento di bilancio. In numeri si tratta di cinquanta miliardi. Non è una cifra a caso o rimandabile come obiettivo. Deve arrivare per mitigare le spese pazzesche del pianeta impresa. Altrimenti crolla tutto. La fine del nostro paese. Senza enfasi, ma nemmeno attenuazioni.
Non serve un radicale di destra per dire che l’Europa sta latitando e i dubbi sul vero afflato continentale, che Bruxelles non ha mai ispirato, risultano confermati. Necessaria quindi una politica sui prezzi.
Ma è vero anche che oggi è fin troppo facile scaricare tutto sulla guerra, quindi sulle sanzioni, sul costo del gas che non si acquista più dalla Russia ma da altri suoi compratori che ce lo rivendono a prezzo rincarato.
La parola chiave allora resta: scostamento di bilancio. Oramai non lo chiede semplicemente una parte dei trattanti. È la condizione per andare avanti. Come la Germania l’Italia deve intervenire perché l’Unione Europea rischia di chiudere i battenti in mancanza di presenza in questo momento vitale.
Sarebbe così uno degli effetti più devastanti di questa guerra che non riguarderebbe più due paesi ma ciascuno dei contendenti in Europa che continuerebbero a farsi la guerra commerciale incentivando i livelli di competitività dei rispettivi sistemi. E sicuramente l’Italia, in questo modo, perderebbe il confronto.
D’altra parte senza la presenza di un soggetto forte come l’Europa la trattativa sul gas non ha alcuno sbocco. Ciascuno sarebbe appeso al prezzo al rialzo che farebbe il fornitore.
È in tal senso che torna in auge l’idea di fare lo scostamento di bilancio, esattamente come hanno già fatto i tedeschi. Il punto di domanda è con quale faccia siederanno allo stesso tavolo i diversi rappresentanti dei paesi dell’Unione quando tutta questa baraonda sarà finita. Ma anche la fine prossima del conflitto, e della gara al rialzo accesa dalle diverse avidità, potrebbe tradursi come una pia illusione.