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La strage di Las Vegas e le pretestuose responsabilità sull’attuale Presidenza USA

In attesa di riaprire il dibattito politico sulle armi da fuoco la fantasia del mondo non può trasformare gli Stati Uniti d’America nel paese dell’Utopia

Alberto Zei by Alberto Zei
8 Ottobre 2017
in Esteri
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La strage di  Las Vegas e le pretestuose responsabilità sull’attuale Presidenza  USA
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di Alberto  Zei 

  1    La unanime esecrazione – Entrando nel merito della strage di Las Vegas, sembra un leitmotiv la ripetizione ossessiva dei media, che il protagonista criminale che ha sparato sulla folla avesse trasportato nella sua camera di albergo un vero e proprio arsenale militare.  Si è trattato di pistole e fucili,  fucili mitragliatori, mitra,  forse mitragliatrici e potremmo aggiungere più o meno a fantasia,  anche armi più variegate e micidiali come bombe di diverso genere e così via dicendo.  La pressoché unanime condanna dell’opinione pubblica interessata alla riduzione della circolazione di armi in America, è rivolta alla facilità d’acquisto e di trasporto delle stesse armi e munizioni.

Con questo tipo di possibilità ognuno può acquistare e accumulare armamenti di quasi ogni genere , ovvero  tutti gli armamenti che possono essere regolarmente venduti nei vari Stati americani.  Effettivamente si tratta di una verità difficilmente confutabile, perché la realtà dei fatti comporta proprio almeno sotto il  profilo teorico, che per un motivo o  per un altro, possono essere concentrate vere e proprie riserve di armi e munizioni.

I luoghi comuni – Tornando però al caso in questione ossia, alla sparatoria sulla folla inerme riunita in occasione di un concerto  in una piazza di Las Vegas,  si deve prendere atto che il criminale protagonista ha potuto sparare dalla finestra del suo albergo per circa una decina di minuti, senza che qualcuno,  dopo aver individuato  nel cuore della notte il fuoco che usciva a ripetizione dalla canna dell’ arma, abbia potuto rispondere per  legittima difesa a quei tiri  mortali,  con le proprie armi,  casomai le avesse portate con sé.          Niente infatti, di tutto questo è avvenuto, non certo per timore, o per il rischio di colpirlo. Ciò dimostra che è soltanto un luogo comune che gli americani di consueto girino armati, pur avendo la possibilità di farlo.2

Un’altra considerazione che ci sembra molto importante, è che tra  tutte le armi di cui si parla e che il folle deteneva nella stessa stanza di albergo dove abitava, trasformata, come detto,  in una vera e propria santabarbara, non ha utilizzato che una sola di queste, con la quale  ha sparato  sulla folla. Né è stato impiegato  un arma  di particolare precisione in quanto si  trattava soltanto  di sparare nel gruppo, il più rapidamente possibile.

Non ha quindi senso parlare della pericolosità di accumuli di armi, ed in special modo sofisticate, di fronte ad un atteggiamento folle e criminale come quello del protagonista della strage di Las Vegas. A nulla serve imputare al  secondo emendamento della costituzione americana la eccessiva divulgazione delle armi per quanto è avvenuto, ovvero, per il  nesso di causalità tra l’eccessiva permissività costituzionale e la strage compiuta.

Il proibizionismo delle armi – Si assiste infatti, ai soliti protagonisti delle schiere organizzate della “salvezza” che si prodigano per pontificare la loro missione emotiva, senza razionalizzare le ragioni pratiche e conseguenziali delle loro stesse  critiche.

4Certamente  quando questi esprimono il loro punto di vista, sotto il profilo teorico avrebbero sicuramente ragione, perché se tutte le armi fossero improvvisamente dissolte nel nulla,  ritornando alla clava il danno sarebbe molto più limitato;  ma in considerazione  che non è possibile ottenere una proibizione assoluta, lo stesso fatto potrebbe verificarsi ancora una volta. E quindi ogni limitazione in questo senso non avrebbe effetto.

Il motivo certamente va ricercato nella logica visione delle ragioni per le quali si parla in questi termini generali della pericolosità di veri e propri armamenti posseduti a dismisura da parte di ciascun cittadino americano, ove soltanto lo desiderasse e intendesse acquistarli.

Nel paese dell’utopia – È invece, molto più facile vedere un attacco politico come quella attuale rivolto al Presidente americano Tramp per aver finora sostenuto la validità costituzionale di mantenere per tutti cittadini il diritto di possedere armi. Una circostanza del genere  ha pertanto offerto l’occasione agli avversari di Trump  per imputare a lui stesso in qualche modo, la responsabilità della condizione che ha permesso a un qualcuno armato fino ai denti, di compiere una strage che però, questi ha fatto con una sola arma.

Certo,  se non ci fossero armi da fuoco, nessun delitto del genere, potrebbe avvenire. Dovremmo però ammettere che tutto ciò è un’utopia. Per la stesse ragioni utopistiche potremmo dire che se non ci fossero persone che violano la legge non ci sarebbe bisogno della polizia; se non ci fossero colpevoli non sarebbe necessaria la presenza della Magistratura e a questo punto, neppure delle carceri.

Tutto ciò però, farebbe parte del  “mondo dell’ utopia”, ossia, quel luogo immaginario descritto nel romanzo “Orizzonte perduto” di James Hilton dove ogni cosa è al suo posto e  in ogni posto è una cosa.

6

 

Soltanto,  tutti noi viviamo in un mondo invaso da pescecani, si fa per dire, e siccome con questi si deve convivere, dobbiamo ritornare alla realtà, affrontando di tanto in tanto, come la storia della intera umanità è costellata,  anche situazioni drammatiche, come  stragi, guerre, rivoluzioni e così via dicendo.

L’occasione politica – Da ciò è facile comprendere che anche riducendo al minimo la possibilità di reperimento e uso delle armi da parte di tutti cittadini americani, sarà sempre possibile per chiunque acquistare un fucile a ripetizione del genere impiegato e un certo numero di munizioni sufficienti in teoria  a ripetere un simile  misfatto. Pertanto, ogni limitazione e ogni proibizionismo in Usa non potrà mai trasformare una delle più libere democrazie del mondo, in uno Stato di polizia.

5

 

 

 

 

Quindi, non vale sicuramente per Trump l’ accu sa di non essersi opposto alla libera circolazione delle armi che avrebbe potuto evitare la strage che purtroppo si è verificata.  I motivi sono altri, ma non quelli che si additano per accusare ancora una volta il Presidente USA  di tutti i mali che avvengono al mondo,  compresi questa volta, quelli in casa propria.

 

 

Qualcuno ad esempio, come la “nostra inviata speciale” a New York, potrebbe anche  avere una soluzione diversa.  Ma dopo tante cantonate prese da un anno a questa parte, sarebbe difficile crederle.

Alberto Zei

Alberto Zei

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